Ciao a tutti, come va?
É dalla fine del 2014 che negli USA si è costituita la COMICS STUDIES SOCIETY (CLICCATE QUI), un'associazione che si propone di raccogliere e valorizzare il lavoro di tutti quegli insegnanti, studenti e ricercatori che vogliono mettere al centro del loro lavoro il linguaggio del fumetto. Promuovendo i "Comics Studies" dentro e fuori l'ambito accademico. So bene che, poichè in Italia i fumetti sono ancora considerati un ambito del tutto irrilevante per la maggior parte delle Università, dalle nostre parti un'associazione del genere appartiene più che altro all'ambito della fantascienza... Però esiste davvero, e a quanto pare si sta lentamente costruendo una reputazione di tutto rispetto.
Ad ogni modo, se parlo di questa associazione proprio su questo blog, non è solo per segnalare la sua esistenza. Infatti proprio di recente ha emanato un comunicato ufficiale in cui scrive:
"Sulla
scia di una stagione elettorale rancorosa, segnata dalla divisione
culturale, dalle minacce di privazione dei diritti civili e dalla violenza,
il comitato esecutivo della Comics Studies Society ribadisce con
orgoglio l'impegno della società per la valorizzazzione della diversità e dell'inclusione, con l'obbiettivo di lavorare per una maggiore comprensione interculturale e
interdisciplinare . É un lavoro impegnativo, ma crediamo che sia la nostra missione: per noi le differenze non sono una debolezza, ma la fonte della nostra
forza collettiva, professionalmente, socialmente e civilmente. Ed è anche per questo che troviamo questo lavoro gratificante.Come abbiamo sempre precisato, la CSS celebra e
si propone di promuovere la diversità in tutto il campo degli studi sui fumetti. A partire dalla diversità delle discipline accademiche, della posizione di
carriera, della nicchia di lavoro e dell'identità culturale e personale. I recenti avvenimenti ci hanno
ricordato con forza l'importanza di questo impegno, e ci proponiamo di portarlo avanti. Il
comitato esecutivo della CSS conferma, dunque, che vuole celebrare la centralità della
diversità nei Comics Studies, e formalizziamo la nostra
opposizione alla retorica della divisione che minaccia di
lacerare l'identità stessa degli Stati Uniti e la natura pluralista e inclusiva degli istituti scolastici.Dal nostro punto di vista studiosi e studenti di tutte le etnie, colori,
tradizioni, fedi, patrimoni, le origini e le nazioni, di tutti i
livelli, età, generi e sessualità, neurodiversità e identità non
normative - in breve, di tutti i tipi e le culture - non sono solo i benvenuti, ma sono assolutamente vitali per la l'affermazione dei Comics Studies. Noi, come rappresentanti della CSS, rifiutiamo fermamente (ed esortiamo tutti i membri
della CSS a fare altrettanto) la politica e la retorica della divisione, dell'
intolleranza e della paura. Inoltre,
ci proponiamo di sottolineare questo impegno nelle nostre pubblicazioni, nelle
nostre attività di conferenza, e in tutte le nostre comunicazioni
ufficiali. Nei prossimi mesi, quindi, i membri della CSS vedranno che ci assumeremo questo impegno in modo concreti (come verrà segnalato nel
nostro giornale e sul nostro sito).In
sintesi, noi del comitato esecutivo della CSS continueremo a sostenere
gli sforzi per combattere l'intolleranza, promuovere la visibilità
culturale e la comprensione, e per difendere i membri delle comunità che sosteniamo, prendendo provvedimenti per favorire la comprensione e
l'inclusione attraverso il nostro lavoro collettivo . Ed invitiamo tutti i memebri della CSS di unirsi a noi in questo impegno."
Che dire? Fantascienza nella fantascienza. Sicuramente questa presa di posizione fa onore alla CSS, e dimostra - una volta di più - che i fumetti sono una cosa seria... E soprattutto un linguaggio inclusivo che trae la sua forza dall'essere inclusivo. Cosa, questa, che purtroppo dalle nostre parti si tende troppo spesso a dimenticare (con tutte le conseguenze del caso). Che poi a confermarlo siano dei ricercatori e degli studiosi seri, dislocati in diverse Università americane, rende il tutto ancora più emblematico.
Fare dei paragoni con la situazione italiana, a questo punto, sarebbe un po' surreale (e forse anche masochista), tuttavia credo che un comunicato del genere potrebbe comunque offrire degli spunti di riflessione interessanti.
Alla prossima.
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