Ciao a tutti, come va?
Spesso su questo blog finisco per fare dei paragoni fra la scena editoriale italiana e quella straniera, e in particolare quella statunitense, mettendo in luce il fatto che quello che da noi è considerato ancora audace e trasgressivo - dal punto di vista LGBT - negli USA è diventato ordinaria amministrazione. Tuttavia bisogna ricordare che la situazione è in continua evoluzione, e che se è vero che il fumetto mainstream americano ha fatto propri alcuni spunti LGBT che una volta si trovavano solo nelle autoproduzioni, nelle realtà indipendenti e nella scena underground (se non addirittura dei fumetti distribuiti esclusivamente nei circuiti gay), è anche vero che in questi ambiti si continua a sperimentare... E a produrre fumetti che, rispetto ai classici fumetti americani mainstream, sono ancora più lontani da quelli che sono gli standard italiani in fatto di tematiche LGBT.
Cosa che diventa ancora più evidente quando si tratta di fumetti che hanno affrontato temi e personaggi che sono stati trattati di recente anche dal fumetto italiano.
Ad esempio: su questo blog sono intervenuto più volte per parlare dei fumetti italiani che negli ultimi anni si sono ispirati alla figura del pittore Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio. Sia per quel che riguarda la versione di Milo Manara (CLICCATE QUI), che per la versione Bonelli (CLICCATE QUI e QUI), che di recente è stata anche ristampata a colori in un lussuoso volume da libreria, che peraltro faceva bella mostra di sè dalle parti di Lucca Comics & Games (per la modica cifra di 24 euro). Evidentemente si è ritenuto che potesse essere un titolo di richiamo.
Ovviamente in entrambi i casi c'è stata molta attenzione a non rappresentare esplicitamente l'ipotesi che il protagonista potesse avere anche solo delle vaghe inclinazioni omosessuali, o magari bisessuali. Così, siccome nessuno è profeta in patria, oggi vi vado a segnalare innanzitutto una miniserie portata avanti dalla piccolissima etichetta Bella Fe Media di Ken Mora, che è appena arrivata al quinto numero (di sei) e che presenta - finalmente - una storia che mette al centro l'omosessualità di Caravaggio e le ripercussioni che ha avuto sulla sua vita. Il titolo del progetto è A Light Before The Darkness (ma l'autore sta provando a rendere disponibile una versione digitale anche in spagnolo e in italiano, tramite il sito Comixology). Qui sotto potete vedere le copertine disponibili finora, che hanno un taglio molto evocativo...
L'idea, decisamente interessante, in realtà è un po' penalizzata dal fatto che Ken Mora vuole dare al tutto un taglio molto "americano" e dal fatto che - forse anche perchè tante informazioni su Caravaggio non sono accessibili in inglese - si è concesso molte licenze poetiche. In realtà la biografia del pittore viene rispettata per sommi capi, ma spiace un po' che alcuni dettagli (che avrebbero offerto spunti interessantissimi) siano stati semplicemente ignorati, mentre ne sono stati inseriti altri creati per l'occasione (come il ruolo della Santa Inquisizione) e alcuni dettagli storici sono stati inventati di sana pianta. Ad ogni modo devo dire che fa un certo effetto vedere un fumetto in cui, per la prima volta, si ricorda che Caravaggio è vissuto a Milano in un periodo in cui i sodomiti venivano effettivamente messi al rogo (cliccate QUI)...
Così come fa un certo effetto vedere un fumetto in cui, finalmente, qualcuno prende in considerazione l'ipotesi che l'artista potesse avere anche delle relazioni con persone del suo stesso sesso... E che questo potesse avere segnato in qualche modo la sua vita, il suo carattere e i suoi spostamenti per l'Italia. Diciamo che il taglio del progetto è abbastanza notevole al di là dei giudizi tecnici sul fumetto in quanto tale, che magari non sarà un capolavoro, ma resta più o meno in linea con la maggior parte delle produzioni di questo tipo.
Comunque il fatto che una simile versione di Caravaggio non si sia mai vista nei fumetti italiani a lui dedicati è abbastanza indicativo. Così come è indicativo il fatto che negli USA è partita una serie scritta da Bryan Knight e disegnata dal veterano delle autoproduzioni gay Dave Davenport, il cui primo numero è stato reso possibile tramite una raccolta fondi su Kickstarter. La suddetta serie, Velvet Collar, si propone di raccontare le storie - ispirate da testimonianze reali - di cinque uomini che hanno scelto di praticare la professione più antica del mondo con altri uomini. Dipingendola per quello che è, e che rappresenta, negli Stati Uniti di oggi.
Pur essendo un fumetto esplicito non si tratta di un fumetto prettamente erotico, e quindi prova a raccontare queste esperienze di vita a 360°, comprensive di complicazioni famigliari (anche perchè alcuni dei protagonisti sono eterosessuali con figli) e risvolti sociali (quando, ad esempio, i suddetti escort hanno dei clienti malati o disabili). Quindi diciamo che ha un discreto valore aggiunto, anche perchè i protagonisti non vengono presentati in maniera stereotipata e puntando sui soliti luoghi comuni, e sono inseriti in un contesto estremamente realistico.
Un progettino interessante, anche se forse far pagare un pdf 10 dollari è un po' eccessivo (ad ogni modo se vi interessa lo trovate QUI), che meriterebbe di essere pubblicizzato di più. Ovviamente ci troviamo ad anni luce di distanza da quello che viene proposto in Italia, anche se in un mondo sempre più globalizzato stiamo parlando di una realtà che è sempre più radicata anche da noi... Nonostante dalle nostre parti - a livello fumettistico, se non altro - si preferisca ignorarla.
E per finire questa breve carrellata dedicata agli esperimenti fumettistici volevo segnalarvi una novità che tocca le tematiche gay in maniera più marginale, ma che comunque offre molti spunti interessanti al riguardo. Nel senso che - volenti o nolenti - bisogna prendere atto che dalle nostre parti il fumetto tende ancora a considerare la nudità maschile come un tabù. E uno dei motivi per cui questo avviene è proprio perchè in una cultura come la nostra si dà per scontato che bisogna mettere al centro di tutto i gusti e le preferenze - ma soprattutto gli stereotipi machisti - del maschio eterosessuale medio. Quindi anche dalle nostre parti potrebbe essere interessante una raccolta di saggi a fumetti come GET NAKED, incentrata sulla continua riscoperta del rapporto società/nudità da parte del suo autore, Steven T. Seagle, durante i suoi viaggi in giro per il mondo.
L'autore ha scelto di affidare la trasposizione grafica delle sue esperienze e delle sue riflessioni a una ventina di autori emergenti, e a quanto pare il risultato è abbastanza interessante sotto diversi punti di vista... Anche perchè alla fine si scopre quanto la percezione della nudità, e l'eventuale vergogna relativa ad essa, sia soprattutto una questione (e un'esperienza) culturale ed emotiva...
E secondo me a rendere questo lavoro ancora più interessante c'è il fatto che l'autore (foto sotto), che si espone in prima persona per parlare del valore simbolico della nudità condivisa pubblicamente, è anche e soprattutto noto per essere uno dei fondatori dello studio di animazione che ha lanciato alcune delle produzioni animate di ragazzi più popolari degli ultimi anni... Come ad esempio il franchise di BEN 10 in tutte le sue varie incarnazioni... E anche questo sarebbe abbastanza impensabile dalle nostre parti.
Morale della favola: è bello vedere che c'è ancora tanta voglia di sperimentare, ed è altamente probabile che prima o poi certi temi avranno modo di diffondersi anche nel giro dei fumetti mainstream. Dopotutto il libro di Steven T. Seagle è già pubblicato dalla Image (anche se lui partiva avvantaggiato, dato che con questa casa editrice aveva già realizzato diversi progetti), che in effetti da diversi anni ha lasciato da parte i supereroi classici per aprire le porte proprio a quelle produzioni che una volta sarebbero state considerate "sperimentali".
Staremo a vedere se e quando l'onda lunga di questi esperimenti farà breccia anche in nazioni dove le tendenze omosessuali di Caravaggio, gli escort intesi in senso moderno e la nudità maschile sono ancora considerati argomenti tabù.
Alla prossima.
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