Ciao a tutti, come va?
Anche se, quando in Italia si parla di cartoni animati e anni Ottanta, il pensiero corre subito alle serie animate giapponesi non bisogna dimenticare che una buona percentuale del palinsesto riservato ai più giovani era occupato dalle produzioni occidentali, e in particolare da quelle statunitensi. Comunque fra le varie Ruby-Spears, Rankin/Bass,
Filmation, Marvel Productions, DIC, Sunbow e via dicendo, la casa di produzione che deteneva il record di presenze (perlomeno fino alla prima prima metà degli anni Ottanta) era sicuramente la Hanna-Barbera (che fino agli anni Settanta occupava almeno il 50% dei palinsesti per ragazzi statunitensi). L'azienda era stata fondata da due animatori di ascendenze irlandesi e italiane (William Hanna e Joseph Barbera, che vedete sotto), fuggiti dalla MGM (per cui avevano inventato Tom & Jerry) quando smise di produrre animazione per il cinema. Nel giro di un paio decenni colonizzarono prima gli schermi televisivi americani, e poi quelli di buona parte del mondo, spaziando dalla commedia all'avventura, e con puntatine in tutti i sottogeneri possibili e immaginabili (fantascienza, fantasy, supereroi, horror, mistery, ecc), anche se purtroppo furono sempre molto vincolati dalle rigidissime imposizioni statunitensi in fatto di animazione televisiva per ragazzi (e non solo).
Poi, ad un certo punto, le cose per loro iniziarono ad andare maluccio: i costi di produzione diventarono sempre più alti (nonostante l'appaltamento a studi stranieri) e molte delle loro serie storiche iniziaro ad essere snobbate a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta. Buona parte delle nuove serie non ottenne il successo sperato, e probabilmente le cose sarebbero andate sempre peggio se il gruppo Turner non avesse rilevato l'esclusiva sulla trasmissione delle oltre 200 produzioni realizzate fino a quel momento (ma anche quella dei cartoons MGM, Warner e di altri studios di animazione) per la sua rete tematica Cartoon Network a partire dal 1991, con conseguente rilancio internazionale dei personaggi storici e di tutta una nuova generazione di cult.
William Hanna morì nel 2001 e Joseph Barbera nel 2006, e nonostante tutto ebbero un ruolo attivo in alcune delle loro produzioni fino all'ultimo. Difficile dire come avrebbero concepito le loro prime serie se avessero potuto contare sulla libertà creativa di questi ultimi anni, e soprattutto se avessero avuto modo di rivolgersi ad un target più maturo. Tuttavia questo deve essere stato esattamente l'interrogativo che si sono posti alla DC Comics negli ultimi anni, visti i toni e i temi dei nuovi fumetti ispirati ad alcuni dei più popolari franchise lanciati dalla Hanna-Barbera nella sua lunga storia. Franchise che tra l'altro la DC Comics ha potuto rielaborare con un'ampia libertà, visto che il gruppo Warner (che ha assorbito la Turner, e quindi la Hanna-Barbera, nel 1996) è proprietario anche della DC Comics ed evidentemente gli ha lasciato carta bianca con le centinaia di serie che costituiscono la library della casa di produzione (anche se ovviamente dalla lista sono esclusi tutti quei personaggi prodotti su licenza, come ad esempio i puffi). I primi esperimenti in questo senso pare che siano stati particolarmente apprezzati da pubblico e critica: Scooby-Doo (che pure anima già due pubblicazioni DC Comics nella sua versione "classica") è diventato il protagonista di un horror post apocalittico, i Flintstones hanno fatto una satira spietata della società contemporanea (con tanto di un numero dedicato al tema dei matrimoni gay), le nuove Wacky Races hanno fatto invidia ai film di Mad Max e le serie avventurose/superoistiche degli anni Sessanta ora fanno parte di un'universo coerente e interconnesso grazie al progetto Future Quest.
Ora, però siamo entrati nel vivo della seconda fase, che a quanto pare ha iniziato a rispolverare anche gli animali antropomorfi con cui gli studios Hanna-Barbera avevano debuttato in televisione e partire dal 1957. Dell'arrivo di una serie dedicata a Svicolone in versione gay avevo parlato anche su questo blog tempo fa (CLICCATE QUI), quello che però non mi aspettavo era quanto si sarebbe spinta oltre la suddetta serie. Nel senso che per ora ne sono usciti solo due numeri, ma sono stati belli intensi, visto che si parla di matrimoni di copertura, vite gay clandestine e... Rapporti omosessuali fra animali antropomorfi ed esseri umani.
Lo stesso Svicolone è un celebre scrittore e drammaturgo di successo degli anni Cinquanta (ispirato alla figura di Tennessee Williams), sposato con una celebre attrice felina...
Tuttavia appena può si reca nei luoghi dove può coltivare la sue vere relazioni, lontano da sguardi indiscreti... In particolare la sua relazione con un profugo cubano di nome Pablo...
Che tra l'altro trova anche modo di parlare delle persecuzioni subite dagli omosessuali (animali e umani) nel proprio paese.
Il tutto nel particolare clima di caccia alle streghe che regnava negli Stati Uniti in quel momento storico. Tuttavia la cosa più interessante è che, man mano che si prosegue la lettura, si incontrano altri animali antropomorfi ideati da Hanna-Barbera in versione aggiornata... E a quanto pare nel "giro" omosessuale ci sono anche altri nomi noti, come ad esempio Braccobaldo (Huckleberry Hound, creato nel 1958).
Che però in questa sede è in piena crisi depressiva, dopo che la moglie ha assoldato un detective per accertarsi della natura delle sue scappatelle... E una volta scoperta la verità gli intima di non tornare mai più, se non vuole che lo denunci alla polizia (in quel periodo nrgli USA c'era ancor ail reato di sodomia)...
Inoltre nella storia è già comparso anche lo sceriffo Ernesto Sparalesto (Quick Draw McGraw, 1959), che però in questo caso è stato trasferito dalla classica ambientazione westerne al bar gay frequentato da Svicolone...
Quindi, a questo punto, non sarebbe da escludere l'ipotesi che - in questo nuovo universo condiviso - ad essere gay non sia solo Svicolone, ma anche una buona dose degli animali antropomorfi realizzati da Hanna-Barbera dagli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta... Anche se in questi primi due numeri si sono potuti riconoscere diversi nomi noti che non sembrano avere connotazioni LGBT. Comunque questo nuovo progetto sembra decisamente originale e interessante, anche perchè il problema dell'omofobia (e del moralismo degli anni Cinquanta, attraverso la metafora della caccia alle streghe), nelle sue varie sfaccettature, si sta delineando come uno dei suoi temi portanti.
E questo, se non altro, dimostra una volta di più che quando negli USA si mettono in testa di rielaborare e/o aggiornare i loro personaggi, anche quelli più iconici, non si pongono troppi vincoli. E d'altra parte nell'ambito dei comics c'è una lunga tradizione di autori che hanno osato quello che fino a poco primo nessuno aveva osato (in maniera più o meno raffinata), peraltro ottenendo un buon successo di critica e pubblico, e in qualche caso riuscendo a lanciare delle produzioni cinematografiche diventate poi dei cult (mi viene da pensare a Kick-Ass e V for Vendetta, giusto per dirne qualcuna).
Che è un po' l'opposto di quello che succede in Italia, in effetti.
Sia come sia questa reinterpretazione dei classici Hanna-Barbera si sta rivelando sempre più interessante, e speriamo che vada avanti a lungo.
Ovviamente vi terrò aggiornati.
Alla prossima.
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