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venerdì 26 giugno 2009

ITALIA NOSTRA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Domani si terrà il Genova Pride, e nonostante la sfacchinata e i possibili disagi di trenitalia mi alzerò di buon'ora per partecipare. Per una singolare concidenza questo è il post numero 300 di questo blog: un traguardino niente male, non trovate? Oggi però non voglio fare un post autocelebrativo, anche perchè so che se tornate qui è perchè vi siete abituati a dei post che - oltre a fare il punto sulle mie attività - magari vi danno qualche spunto di riflessione in più, e oggi non voglio certo deludervi. Giusto per riflettere sul significato del 28 giugno (che quest'anno segnerà il quarantennale dei cosiddetti moti di Stonewall, che sancirono la nascita del movimento gay moderno), oggi volevo tornare a parlarvi del ruolo simbolico della stampa in un paese come il nostro che, vi ricordo, in edicola non ha più una rivista a tematica dichiaratamente gay (a parte qualche rivista di annunci). Lo spunto arriva da Vanity Fair, un settimanale che - pur non essendo dichiaratamente gay - per contenuti e impostazione attira comunque un discreto numero di lettori omosessuali italiani. Ovviamente non affronta mai certi temi in maniera diretta e rimane una rivista essenzialmente superficiale, generalista e un po' frivola (a partire dal titolo, che nel caso non ve ne foste mai accorti significa "La fiera delle vanità"). Sul numero della scorsa settimana è comparso un servizio sul cantante Giuseppe Povia, che ormai tutti i gay italiani (e non solo) dovrebbero conoscere per la sua canzone "Luca era gay" presentata allo scorso Sanremo, dove arrivò seconda fra mille polemiche. Se siete fra i pochi fortunati che non sanno di cosa parlo vi basti sapere che quella canzone parlava di un certo Luca che per tutta una serie di problemi (famiglia e altro) aveva sviluppato una relazione morbosa con un altro uomo, scoprendo poi le gioie e la "verità" dell'amore etero. A me aveva colpito in particolare il video in cui alla fine "Luca" passeggiava con la sua ragazza e incrociando il suo ex faceva finta di non conoscerlo... Un messaggio non proprio positivo, soprattutto in un paese come il nostro e in questo particolare momento storico... Ma d'altra parte niente accade per caso. Tornando a Vanity Fair, va notato che nel servizio in questione compaiono alcuni scatti con Giuseppe Povia desnudo...

Siccome i gusti sono gusti non mi soffermerò a giudicare il soggetto delle foto, ma penso che sia legittimo esprimere un certo disappunto di fronte a quello che mi pare tanto l'ennesimo sberleffo alla dignità del pubblico omosessuale italiano... Tantopiù se si considerà la rivista su cui sono comparse queste foto e il fatto che questo sabato ricorrerà l'anniversario di cui sopra, con tanto di parata del gay pride nazionale a Genova. La cosa, poi, acquista ulteriori sfumature facendo un piccolo confronto con le collocazioni e i soggetti di foto di questo tipo nel resto del mondo. Infatti foto del tutto simili, all'estero, sono una prerogativa soprattutto delle riviste gay dichiarate, e ritraggono uomini di spettacolo che - oltre ad essere effettivamente dei sex symbol - non hanno mai fatto nulla per sminuire in qualche modo la condizione omosessuale. Proprio a maggio il magazine gay inglese Attitude ha realizzato un numero speciale (come fa ogni anno) in cui ha messo a nudo ben 15 star inglesi, considerate perlomeno dei sex symbol dal pubblico gay locale... Cantanti, sportivi, attori, reality boys, ecc...
Se poi allargassimo lo sguardo e considerassimo un orizzonte editoriale più ampio dovremmo notare che il mensile gay brasiliano G MAGAZINE non solo riesce a coinvolgere regolarmente i sex symbol locali, ma dedica loro dei servizi di nudo integrale (spesso con tanto di erezione)... Siano essi sportivi, attori o cantanti... Da quelli affermati a quelli in cerca di notorietà o di una nuova ribalta (come accadde a suo tempo per l'ex chitarrista dei Duran Duran, a cui venne dedicato il numero che vedete qui sotto)... Come dire che in buona parte del mondo strizzare ufficialmente l'occhio al pubblico gay non è considerato come mandare a rotoli una carriera, anzi... Tantopiù che evidentemente in Brasile l'esibizionismo non procura necessariamente grossi problemi di immagine... Peccato che non sia ovunque così, tant'è che su G-Magazine comparve a suo tempo un servizio sul centrocampista Marcos André Batista Santos, meglio noto come Vampeta, proprio mentre veniva acquistato dall'Inter per la modica cifra di 30 miliardi di vecchie lire...
Casualmente, ma forse neanche tanto, nonostante la cifra decisamente notevole sborsata nel 2000 per il baffuto brasilero, l'Inter lo fece giocare due sole volte in due anni... Come dire che è meglio buttare al vento 30 miliardi di lire, piuttosto che attirare l'attenzione su un giocatore che ha posato nudo per una rivista gay nel fiore della gioventù (nel 2000 Vampeta aveva 26 anni)... Per la cronaca: una volta andato via dall'Italia il buon Vampeta ha proseguito una carriera calcistica di tutto rispetto in Europa e in Brasile, alla faccia di chi lo considerava "scomodo" in Italia... Comunque non penso di essere maligno se dico che - anche a distanza di una decina d'anni - il caso di Vampeta possa essere estremamente rappresentativo della situazione italiana. E anche le scelte di Vanity Fair sembrano fatte apposta per ricordare al pubblico gay che il meglio che può aspettarsi dalla stampa gay friendly (o presunta tale) nel mese del gay pride sono delle foto di Giuseppe Povia senza veli... Ma, per esempio, non avrebbero potuto dedicare qualche nuova foto all'ormeggiatore genovese del Grande Fratello 2009? Perlomeno era di Genova e poteva starci anche un messaggio subliminale accettabile per il pubblico omosessuale... Ammetto che in tutta questa situazione mi viene spontaneo leggere un sottotesto sgradevole, tantopiù che non si vedono schiarite all'orizzonte. Forse è un po' triste parlare di certe cose proprio alla vigilia di un gay pride, ma credo che - proprio perchè siamo alla vigilia di un gay pride - sia importante rendersi conto dell'anomalia della nostra situazione rispetto a quella degli altri paesi occidentali (e non solo), anche perchè nascondere la testa sotto la sabbia non aiuta granchè. Magari anche riflettere su queste piccole cose a lungo andare potrebbe portare a dei cambiamenti positivi, voi che ne dite?
Per i miei lettori stranieri qui di seguito posto la canzone di Giuseppe Povia con i sottotitoli... Prego notare il finale del video a cui mi riferivo...

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8 commenti:

francesco ha detto...

quindi, questo povero luca,crede di esser diventato gay perchè sua mamma gli voleva molto bene e suo papà nn c era molto...... bene! io sono gay, i miei si sono separati quando avevo 11 anni(tra litigi e urla ogni giorno), io SAPEVO di esser gay da quando avevo 5 ANNI, mia mamma mi ha voluto molto molto bene,papà all inizio nn c era spesso , papà mi ha sempre parlato male di mamma, e lei a volte mi parlava male di papà. in + ho fatto 6 traslochi in tutto,sballottolato di quà e di là ogni 2 settimane, ho affrontato mille problemi. eppure io NON ERO GAY. io sono nato così e sono ancora così,e, indovinate un pò , sono felice così.non do la colpa a nessuno per il mio orientamento,cosa che invece, a giudicare dalla canzone, luca,o povia, fanno.
ora,nn voglio criticare la storia di luca perchè potrei fraintendere, ma Povia proprio nn ha capito un cazzo.e questo è tutto.

Mauro Padovani ha detto...

Le foto di Povia sono immonde.
Forse ci si vede domani al Gay Pride.

Unknown ha detto...

Wally lo sai che io sono nato proprio il 28 giugno????? Quindi direi che non potevo non essere gay :)) Mentre per quanto riguarda Povia io sono dell'opinione che non ha senso parlarne ancora, perchè il suo successo bisogna anche attribuirlo all'Arcigay e soprattutto a Grillini con le loro polemiche, i loro comunicati stampa e le comparsate nei vari divani televisivi... Sono proprio dell'opinione che se invece di concentrarsi sui lamenti arcigay dovrebbe essere molto più propositiva e moooooolto meno politica!!! Sarebbe ora di cominciare a stare davvero in mezzo ai finocchi e sentire di cosa davvero abbiamo bisogno e cominciare ad agire senza aver paura di sconvolgere o di sentirsi scomodare dai nostri capi di governo... Vi ricordate il film MILK non credo proprio che persone come Grillini o Mancuso o Lo Giudice si siano riusciti ad immedesimare in una persona come Milk... Quindi cosa aspettano????
...la risposta è che prendersi 15 euro di tessera annuale moltiplicata per tutti i soci e proprio un bello stipendo!!!

Scusate la polemica ma non sopporto più questo tipo di associazione così diffusa in Italia e così inutile. Ricordo infine che all'esterno non ci sono associazioni di questo tipo così estese e radicate!!!!

Luca ha detto...

Povia è un nulla che cerca di stare a galla in tutti i modi, non diamogli noi il salvagente dedicandogli del tempo della nostra vita.

Piuttosto, la vera cosa scandalosa di tutto ciò è il premio come miglior testo musicale dell'anno.

Giacomo85 ha detto...

E' ovvio che la cosa scandalosa di tutto ciò è il premio come miglior testo musicale dell'anno.
Pero', non fosse Povia, magari mettergli un cartone in faccia, non e' poi da buttare!!

Apollo ha detto...

Per la serie "se la canta e se la suona", Povia, con queste foto, ha toccato il fondo!
Concordo con Giacomo85, sapere che non fosse Povia, e con un cartone in faccia, e' senza infamia e sanza lode!
Certo, bisogna essere proprio in crisi d'astinenza per dire "una botta gliela darei!".

IO ha detto...

ma l' eterosessualità di Povia non è una leggenda metropolitana???

Wally Rainbow ha detto...

Auguri a chi compie gli anni il 28 giugno!
A scanso di equivoci: non volevo parlare ancora di Povia, anche perchè non ne ho parlato nemmeno all'epoca... NOn penserete che sono davvero così banale, vero? Volevo solo evidenziare come la nostra stampa sia sfasata rispetto a quella di altre nazioni... E le foto nude di un personaggio come POvia su una rivista presumibilmente gay-friendly nel mese del gay pride direi che sono un caso emblematico :-) POra mi preparo per andare a Genova... Per chi ci va ci vediamo là :-)