Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Mi scocciava lasciar cadere il discorso stampa gay in Italia dopo l'infelice destino di Babilonia, così credo che di tanto in tanto tornerò sull'argomento per cercare di sottoporre alla vostra attenzione qualche spunto di discussione in più. La riflessione che oggi volevo condividere con voi in realtà avrei voluto farla qualche tempo fa e parte da questo signore, che si chiama ERWIN OLAF ed è un fotografo olandese di fama internazionale. Magari sbaglio, ma dal taglio delle sue foto sono fortemente tentato di pensare che sia gay, anche perchè ha recentemente realizzato una serie di scatti intitolata Royal Blood (Sangue Reale), che reinterpreta a modo suo la morte cruenta di alcune figure storiche, e gli unici due maschi presenti sono il principe Ludwig di Baviera e Giulio Cesare: due personaggi con una certa nomea, che per giunta vengono rappresentati dal fotografo in chiave inequivocabilmente gay... Ve li mostro qui di seguito...
La reinterpretazione di Giulio Cesare (cliccateci sopra per vederla più grande) in particolare mi ha colpito, per il contrasto fra l'adolescente efebico (e dallo sguardo palesemente lussurioso) e la pugnalata piantata nella sua schiena... Un'immagine decisamente forte e che effettivamente riesce anche a disturbare a più livelli... E probabilmente è questo lo scopo. La cosa che però mi ha dato da pensare non è tanto la foto in sè, ma il fatto che è stata scelta come copertina della rivista ARTE di due mesi fa.
Ora: io non sono un esperto di marketing, ma le copertine - da che mondo è mondo - sono scelte per far vendere un prodotto presso un certo pubblico piuttosto che un altro (e questo spiega perchè Topolino e Novella 2000 non hanno lo stesso genere di copertina). Una copertina come quella di ARTE era palesemente mirata ad agganciare, o perlomeno ad incuriosire, il pubblico omosessuale... Tant'è che il sottoscritto ci è cascato e ne ha comprata una copia (e non è la prima volta: mi era già capitato quando ARTE aveva dedicato la copertina ai fotografi PIERRE & GILLES). Intendiamoci: non mi sono pentito dell'acquisto però, riflettendo poi sulla funzione delle copertine, non ho potuto fare a meno di pensare ad un'anomalia tutta italiana (una delle tante) che potete verificare anche voi. FOR MEN è un mensile realizzato in Italia dalla Cairo Editore e ovviamente il suo target ufficiale sono i maschi eterosessuali (anche perchè vi ricordo che il target omosessuale in questo paese è un tabù, e oltretutto per la nostra arretrata cultura i veri "maschi" non possono essere che etero). Eppure in copertina ha sempre dei bei figlioli (sportivi, attori fisicati, sex-symbol, ecc) che si mostrano in maniera abbastanza generosa e vagamente provocante.
Le copertine con i maschi a torso nudo e le pose vagamente ammiccanti - però - all'estero sono una prerogativa della stampa gay, tant'è che negli ultimi anni la rivista MEN'S HEALTH (che ha varie edizioni in tutto il mondo, ma linee guida globali) ha deciso che sulle sue copertine gli uomini (salvo rare eccezioni, che spesso coinvolgono le edizioni locali di nazioni "a parte" come il Brasile) devono comparire PERLOMENO con una magliettina... Proprio per non ingenerare confusione e non fare da specchietto per le allodole per il pubblico gay (che poi, giustamente, in diverse parti del mondo alzerebbe la testa e si lamenterebbe per essere stato raggirato).
Avete notato la differenza? Ora, i casi sono due: o FOR MEN è consapevole che in Italia gli omosessuali sono tanti e possono essere raggirati con facilità, oppure nel nostro paese i gay repressi sono talmente tanti che finiscono per premiare una rivista con dei torsi nudi in copertina anzichenò. Intendiamoci: poichè i gay sono "uomini" (non fate battute...) a prescindere dal fatto che sono gay, possono essere comunque interessati a riviste di questo tipo, ma è evidente che stando in Italia la Cairo Editore conosce i polli nostrani, e per non compromettersi parla di alcuni argomenti che interessano ai gay in quanto maschi e non in quanto gay, e allo stesso tempo gioca sulle copertine e sugli ammiccamenti velati per avere un margine di pubblico gay in più (tutto fa brodo, dopotutto). E questo, a modo suo, contribuisce a nascondere e a delegittimare ulterioremente il pubblico gay nel nostro paese, in una maniera sottile e al tempo stesso molto efficace. Forse sbaglio, ma per come la vedo io sono anche situazioni come questa che non permettono alla comunità gay italiana di raggiungere una massa critica (che porterebbe a quel "salto di qualità" che per i gay italiani non c'è ancora stato). Questo, da solo, basterebbe a giustificare la nascita di una rivista gay "con le palle" che colonizzi le nostre edicole, e invece non abbiamo niente di tutto ciò... Sinceramente non penso che ci sia dietro una subdola congiura, ma evidentemente questa situazione contribuisce a mantenere una situazione di stallo che risulta sempre più opprimente... Voi che ne pensate?
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5 commenti:
Per me la questione è che le aziende sanno bene che esiste una larga fascia di mercato gay, e lanciano questi messaggi criptici, come nelle due copertine.
In una è l'arte e nell'altra è il benessere fisico, insomma "si sà ma non si dice".
Io non ho mai preso nè l'una nè l'altra. Leggere come si fa ad abbordare una donna non mi interessa ed i bei maschioni muscolosi me li posso vedere tranquillamente su internet senza spendere un centesimo.
E' anche vero che non sono un gay represso...
Io non ho mai preso nè l'una nè l'altra. Leggere come si fa ad abbordare una donna non mi interessa ed i bei maschioni muscolosi me li posso vedere tranquillamente su internet senza spendere un centesimo.
E' anche vero che non sono un gay represso...
Io non ho mai preso nè l'una nè l'altra. Leggere come si fa ad abbordare una donna non mi interessa ed i bei maschioni muscolosi me li posso vedere tranquillamente su internet senza spendere un centesimo.
E' anche vero che non sono un gay represso...
E' belo vedere che ci tieni a ribadire per tre volte che non sei un gay represso :-)
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