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sabato 7 agosto 2010

PARLIAMO UN PO' DI ME...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
A seguito di alcuni recenti commenti, dal perplesso all'incazzato, oggi voglio spiegare un po' meglio la situazione mia e dei miei fumetti. Ho più volte scritto su questo blog che i miei fumetti sarebbero ripresi e non l'ho scritto solo per il gusto di farlo. Tuttavia, siccome non sono ancora stati ripresi avete diritto ad una spiegazione, che non è semplice dare in poche righe, ma che mi sforzerò di rendere la più breve possibile. Partiamo da un piccolo dato di fatto: tutto quello che ho realizzato in questi nove anni è stato fondamentalmente autoprodotto, nel senso che anche quando sono stato pagato (più o meno regolarmente) nella migliore delle ipotesi si trattava di un rimborso poco più che simbolico rispetto a quello che sarebbe dovuto essere il prezzo di mercato per una striscia o una tavola fatta e finita (dall'ideazione, alla sceneggiatura, al disegno, al colore, al lettering). Lasciamo perdere, per ora, i motivi di questo stato di cose: quello che mi premeva sottolineare è che, a lungo andare, tutta la mia situazione ha risentito alquanto di questo sbilanciamento economico, che ha sempre amplificato in modo notevole alcune difficoltà che ho attraversato negli anni (ad esempio i miei problemi di salute del 2005, che portarono alla sospensione di RAINBOWS), e i problemi legati ai siti con cui ho collaborato (dal 2008 per Robin Hoog non ho alcun introito a parte le donazioni), per finire con la crisi economica globale (che, collaborando con gli USA, ho pure sentito in anticipo). Morale della favola: negli ultimi anni, anche se non l'ho mai detto perchè non mi andava di fare il vittimista, ho avuto anche dei problemi di alloggio sui quali preferirei non entrare in dettaglio. Il discorso della casa per me è strettamente legato a quello del lavoro, visto che io lavoro da casa e il mio spazio di lavoro - purtroppo - da diverso tempo NON è affatto ottimale. Qualcuno che mi conosce più da vicino sa bene sa di cosa parlo, e qualche collega può anche testimoniare visto che ha potuto verificare la mia situazione di persona. Negli ultimi mesi, in particolare, la situazione si era andata complicando ulteriormente, perchè c'era il rischio concreto che non avessi più un luogo in cui poter disegnare, e la mia unica (per il momento) possibilità di migliorare le cose è andata a rotoli a luglio. So che c'è gente che, legittimamente, si lamenta dei miei ritardi, ma - considerando la situazione - forse dovrebbe ringraziare il cielo se non ho appeso la matita al chiodo da tempo. Tornando al punto iniziale: quando una persona investe tempo ed energie in un'autoproduzione spera sempre che il rientro sia proporzionato al suo impegno e al tempo che gli dedica, ma nel mio caso è stato tutto abbastanza contraddittorio. Da una parte tanti complimenti, e dall'altra - quando ho cercato il sostegno diretto dei lettori - pochissimi (in proporzione) hanno scelto di dare un apporto anche solo simbolico tramite delle donazioni. Questo blog (che pure è molto regolare e offre un servizio abbastanza esclusivo, penso) ha da poco festeggiato il quarto abbonato disposto a concedere un euro al mese per il suo mantenimento, e anche la situazione di Robin Hoog (anche quando era aggiornato regolarmente) lasciava alquanto a desiderare. Intendiamoci: ci sono delle persone che hanno donato col cuore e con costanza (anche piccole somme), che ringrazio sul serio e che in alcuni casi mi hanno stupito, ma il risultato delle donazioni - da solo - non mi permetteva di raggiungere nemmeno dieci euro per ogni nuova striscia di Robin Hoog (figuriamoci, poi, per quelle in inglese che necessitavano di un bravo traduttore che, giustamente, voleva essere remunerato). Così qualche mese fa ho tentato la carta di LULU per il nuovo TROY, e prima di proseguire su questa strada ho voluto verificare un po' i risultati del primo capitolo messo in vendita, che attualmente ha avuto 176 lettori in italiano e 21 in inglese. Considerando che era la prima volta in assoluto che proponevo qualcosa del genere non penso che siano dei brutti numeri, e considerando che lulu. com è davvero puntuale e onesta nei pagamenti cercherò sicuramente di puntare di più su questo sistema, anche per altri miei fumetti (in corso e futuri). Questo, però, lo avevo già detto. Quello che non avevo ancora detto è che tutta una serie di eventi che mi sono accaduti recentemente mi hanno spinto a riflettere molto, e mi hanno fatto capire che - a causa di tante piccole e grandi frustrazioni - c'era un'altra ragione per i miei ritardi, che non avevo notato e che forse aveva iniziato a fare più danni di tutte le altre assieme. Mi riferisco al fatto che avevo iniziato a perdere la speranza in quello che facevo. Diciamo che avevo iniziato a perdere fiducia nel futuro e nelle mie possibilità, cosa che nessuno dovrebbe mai fare, penso. Ora: la mia situazione non è migliorata, ma in compenso sono giunto alla conclusione che è arrivato il momento di riprovare a credere in quello che faccio. Mi assumo la mia parte di responsabilità e mi dolgo del fatto che ci sono persone che nel frattempo ci sono rimaste male.
Anche se qui bisogna fare delle distinzioni, perchè un conto è rimanerci male e un conto è diventare straordinariamente loquaci solo quando c'è bisogno di inveire, lamentarsi e magari offendere.
A tutta questa gente vorrei ricordare che, a rigor di logica, io sono un fumettista e il mio lavoro dovrebbe essere SOLO quello di FARE fumetti, mentre altri dovrebbero occuparsi di farli fruttare, di pubblicizzarli nel migliore dei modi, di vendere i loro spazi pubblicitari, ecc. Se sono capace di fare fumetti e NON di fare il resto, con tutte le conseguenze del caso, forse dovrebbero prendersela con chi non investe nel mio settore e non con me, che ho ben poco da investire e nei limiti delle mie capacità ho cercato di fare tutto quello che potevo.
Vorrei altresì ricordare a queste persone, che evidentemente sono abituate ad avere tutto e subito (e che probabilmente non hanno alle spalle un'esperienza di lettori di fumetti autoprodotti), che quando un autore realizza tutto da solo le pause di mesi fra un uscita e l'altra possono essere notevoli e alquanto frequenti, ma che questo non è un buon motivo per essere offensivi o sentirsi presi in giro.
A tutti quelli che sentono delusi per aver pagato 1,99 euro per un fumetto (che comunque hanno regolarmente scaricato) vorrei far presente che anche chi produce fumetti digitali in altri paesi (come il Giappone) - oltre a farli pagare mediamente 7 euro per meno di trenta pagine - può accumulare ritardi anche notevoli, perchè anche se il media è moderno e veloce (se non istantaneo) il fumettista rimane un essere umano con tutti i suoi limiti.
A quanti si chiedono come farei se lavorassi per una grande casa editrice, con le sue scadenze e i suoi ritmi, vorrei ricordare che le grandi case editrici garantiscono dei pagamenti e non costringono i loro fumettisti a cercare altre fonti di reddito per arrivare a fine mese. Vorrei anche fare notare che i miei articoli su Gay.It, che guardacaso vengono pagati regolarmente, escono settimanalmente con puntualità svizzera.
Per finire, a coloro che si sono convinti che sono una persona che non si accontenta mai, vorrei segnalare che, dopo nove anni di sacrifici, forse avrei avrei anche il diritto ad aspirare a qualcosa di più di un contentino.
Detto questo conto di riprendere presto, molto presto, il filo dei miei lavori.

5 commenti:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Il fatto è che molte persone pensano che chi fa fumetti o arte viva di rendita e si nutra d'aria e non pensa che questo tipo di lavori oltre alle energie per produrli ne richiedono anche altre per venderli.

PS. comunque io resto della mia opinione che faresti meglio a portare i tuoi fumetti ad un editore come Gmunder o H&O.

Luca ha detto...

Vale, secondo me non centri il problema... non è che la gente si innervosisce perché non pubblichi nuove tavole con ritmi più o meno regolari (anche se questo effettivamente sarebbe una buona cosa, francamente meglio 1 tavola ogni 10 giorni ma regolare che un profluvio di tavole e poi il deserto),
la gente si innervosisce perché tu dici dici prometti e spergiuri che "stavolta andrà così" e poi disattendi totalmente le attese. Fatto una volta ok, due volte ok, alla terza ci si spazientisce.

Insomma, il tuo problema è fondamentalmente di comunicazione che causa un problema di affidabilità.
Inoltre, capisco che per privacy e per evitare di fare il lamento continuo tu non voglia dire i tuoi problemi e i tuoi impedimenti, però è chiaro che se la gente non sente novità pensa che tutto proceda regolarmente come da programma, e ovvio che si stizzisce se non vede ciò che è stato detto (e, come detto su, fatto diverse volte).

Mauro Padovani ha detto...

Devo dire che io mi mantengo facendo l'idraulico e nonstante la H&O Editons editera' il mio prossimo fumetto, posso tranquillamente dire che sopravivere facendo fumetti gay in Italia e quasi impossibile.
Girano troppo pochi soldi nel fumetto...specialmente in questo genere.

dispari ha detto...

io direi che non devi perdere tempo a dare spiegazioni a chichessia sul tuo operato autoprodotto o gratuito.

Ormai con internet siamo abituati al "gratis e subito" e finiamo col darlo per scontato, i lettori capricciosi se ne facciano una ragione se vogliono un prodotto gratis (e di qualità) il loro contributo lo devono dare, se non in denaro almeno in sostegno morale.

Albireo ha detto...

concordo con quanto detto da Dispari;
anche se aggiungerei: tutti noi siamo dei punti di comunicazione, dei ponti, io sono iscritto ad una serie di forum e per quanto possibile ho creato dei topic per sponsorizzare i fumetti di wally, e per dare maggior risalto ai suoi fumetti e per aumentare il numero di lettori non chè potenziali donatori.
Nessuno me lo ha chiesto ne tanto meno ci guadagno qualcosa, però se posso aiutare wally che fa tanto per noi senza avere pretese, io ne sono felice!
Secondo me è assurdo dire MUOVITI, CHE FINE HAI FATTO ecc. come hai già detto wally è un miracolo che tutti arrivi gratuitamente e senza sforzo davanti ai nostri occhi, se poi ci mettiamo pure a lamentare bhe...allora siamo dei viziati.