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mercoledì 11 febbraio 2015

MOSTRE DIVERSE...

Ciao a tutti, come va?

Oggi vado a segnalarvi due mostre interessanti, che si tengono nello stesso periodo in due città non proprio vicine: Bologna e Los Angeles.

La prima è una personale di Andrea Madalena, si intitola MUSI ISPIRATORI e si tiene presso Senape Vivaio Urbano, in Via Santa Croce a/b/c a Bologna (l'allestimento lo vedete qui sotto).

La mostra dura fino al 14 febbraio e si compone di una trentina di opere che ripercorrono l'evoluzione del rapporto fra questo artista e i soggetti omoerotici (è la sua prima mostra personale che verte su questo tema). E infatti è stata sponsorizzata anche da Ren Books.


Siccome mostre di questo tipo dalle parti nostre sono abbastanza rare, se siete di passaggio a Bologna e vi piace questo tipo di tematica potreste farci un pensierino...


E se questo artista vi piace vi ricordo che è ancora disponibile la pubblicazione che gli ho dedicato qualche anno fa, che raccoglie anche alcuni suoi fumetti (la potete ORDINARE CLICCANDO QUI).


Anche la seconda mostra di cui vi voglio parlare oggi si conclude il 14 febbraio, ma si tiene alla Francois Ghebaly Gallery ( 2245 E Washington Blvd a Los Angeles), si intitola SAINTS AND SINNERS ed è una personale di Mike Kuchar, attivo nel campo dell'illustrazione omoerotica fin dagli anni '70 e noto cineasta underground (assieme al fratello George).

Il caso di Mike Kuchar (che vedete nella foto sotto, all'inaugurazione della mostra di cui parliamo) è particolarmente interessante, perchè è uno dei relativamente pochi artisti omoerotici della sua generazione (lui è nato nel 1942) ad essere sopravvissuto all'epidemia di AIDS degli anni '80 e a scegliere di vivere alla luce del sole fin dall'inizio.

E questo ha fatto in modo che le sue tracce non si siano mai perse, dandogli modo di continuare a produrre ininterrottamente nuove cose, anche dopo la conclusione della grande stagione delle pubblicazioni underground (i cosiddetti "comix") gay, di cui lui è stato un nome molto rappresentativo. Infatti il suo inconfondibile stile (volutamente grottesco e kitch) ha trovato spazio su riviste come Meatmen, Manscape, Gay Heart Throbs e First Hand, solo per citare alcuni titoli...


E riuscì a trovare spazio persino in Italia negli anni '80 e '90, venendo pubblicato (in maniera del tutto abusiva, come era tradizione in quegli anni) sulla rivista Gay Italia. La cosa interessante, se vogliamo, è che mentre da noi il suo nome non è mai stato valorizzato a dovere (anche se sicuramente le sue illustrazioni e i suoi fumetti avevano degli estimatori anche  dalle nostre parti), lui ha continuato ad esporre le sue illustrazioni da San Francisco a New York, passando per Vancouver e Londra... Dando prova di uno stile in continuo perfezionamento...






Quello che però mi sembra assolutamente indicativo è che, mentre in Italia una mostra personale omoerotica è sempre e comunque l'eccezione conferma la regola, negli USA mostre personali dedicate ad artisti come Mike Kuchar sono tutt'altro che rare (ad esempio: sempre a Los Angeles, fino al 7 marzo presso la David Kordansky Gallery, ce n'è un'altra sui primi lavori di Tom of Finland, che vedete nella foto qui sotto) tant'è che da quelle parti ci sono artisti che praticamente vivono solo grazie al mercato dell'arte omoerotica.

Inoltre, altro piccolo e non irrilevante dettaglio, Mike Kuchar è la prova vivente di come negli USA, fin dagli anni '60, fosse ben presente una "scuola" del fumetto omoerotico all'interno del più ampio ambito del movimento underground... Una scuola che, in Italia, non ha mai avuto modo di affermarsi nemmeno negli anni in cui da noi TUTTI i fumetti si vendevano benissimo e nonostante il fatto che - perlomeno fino ai primi anni '90 - le riviste pornografiche gay che ospitavano abusivamente fumettisti e illustratori stranieri avessero un pubblico molto numeroso (e infatti Gay Italia, per un certo periodo, divenne addirittura settimanale).

Così, negli anni in cui  Mike Kuchar iniziava ad esporre e diffondere i suoi lavori, manifestando liberamente le sue preferenze, da noi gli unici che avevano il diritto di rappresentare gli omosessuali (e la loro sessualità) a livello mediatico restavano gli eterosessuali (con il loro carico di ignoranza e pregiudizi) e gli omosessuali che più o meno li assecondavano, con tutti i disastri che ne sono conseguiti...

Decisamente due modi diversi di vivere la stessa cosa... Per tanti motivi che sarebbe troppo lungo elencare qui, ma che si riassumono nella tendenza all'invisibilità del gay italiano medio (perlomeno fino a pochissimi anni fa), con consenguente tendenza all'invisibilità degli editori gay, dei fumettisti gay, degli illustratori gay e di tutto il resto a seguire... Con la conseguente mancanza di una vera volontà di autoaffermarsi e ritagliarsi uno spazio visibile.

E così, anche se le cose stanno iniziando a cambiare anche da noi, seppur con qualche decennio di ritardo, la sensazione è comunque di avere perso qualcosa di importante.

In qualche modo in Italia ci sarà tempo e modo di recuperare questo dislivello?

La situazione attuale non è semplice, ma tutto considerato i nuovi mezzi di comunicazione offrono delle possibilità che una volta erano impensabili.

Quindi forse mostre come quella di Andrea Madalena dimostrano che qualche speranza in più c'è, anche se continuano a restare delle gocce nel mare... E la sensazione è che, nel clima di rassegnazione generale che stiamo vivendo, siano ben poche le persone che si rendono conto di come mostre di questo genere hanno un valore simbolico che va al di là delle opere che espongono...

Quindi, forse, c'è ancora molto su cui bisogna lavorare.

Alla prossima.

P.S. Vi ricordo che in cima a questo blog (nella versione web che potete visualizzare dal browser e non in quella per cellulare) potete votare per il PREMIO GLAD (Gay e Lesbiche Ancora Denigrati) 2015. Partecipate e spargete la voce!

1 commento:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Una differenza derivante per me dal fatto che negli Stati Uniti si è sviluppata ed è da decenni presente una vera comunità gay che si è sviluppata su tutti i fronti della vita delle persone sociale culturale oltre che a quello puramente sessuale e di divertimento ed è una differenza che è ancora oggi marcata rispetto a nazioni come l'italia.