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venerdì 6 febbraio 2015

PUNTI DI VISTA...

Ciao a tutti, come va?
Per un curioso sincronismo in Italia iniziano ad essere trasmessi i primi episodi delle due stagioni di ARROW e FLASH che sono appena riprese negli USA, ovviamente con grande successo, dopo la pausa natalizia. Ad essere particolarmente soddisfatto del loro successo, a parte i fans, è il loro produttore Greg Berlanti... Anche perchè grazie ai buoni riscontri di queste due serie supereroistiche è in trattativa per realizzarne almeno altre due (e solo fra quelle ispirate all'universo DC Comics).

Ne parlo oggi perchè Greg Berlanti, che come vi ho detto in altre occasioni è gay dichiarato, ha voluto parlare della prospettiva gay nelle sue ultime produzioni televisive (e non solo quelle più recenti, visto che c'è lui dietro a serial di culto come Dawson's Creek e Brothers & Sisters). E lo ha fatto rilasciando una lunga serie di dichiarazioni alla rivista gay THE ADVOCATE.

A quanto pare, dopo aver inserito vari personaggi omosessuali ricorrenti in ARROW e FLASH sostiene che:

"Il passo successivo sarà quello di aggiungere un personaggio regolare, non più solo ricorrente, che sia apertamente gay nelle prossime stagioni di questi show, perché penso che sia importante e mi piacerebbe farlo il prossimo anno. Mi ricordo che quando c'erano storie con personaggi gay in serial come Dynasty io pensavo di avere qualcosa in comune con quei personaggi. Questo succedeva prima di internet, con tutta la visibilità che ha portato con sé. A quei tempi mi sentivo davvero solo e quando vedevo quei personaggi in tv sapevo di non esserlo"

"Ormai ci sono persone che sanno gestire questo tipo di personaggi meglio di me nei loro serial, e ne sono felice. In ogni caso io sono orgoglioso di fare la mia parte e mi piace continuare su questa strada. lo scenario è cambiato molto negli ultimi quindici anni, ma io sono emozionato all'idea di avere fatto parte di questa rivoluzione"

E riguardo al fatto che nelle sue produzioni c'è un consistente numero di attori gay dichiarati dice che:

"Onestamente il più delle volte non calcoliamo minimamente questo aspetto, perché cerchiamo davvero di trovare il miglior attore per il ruolo che abbiamo in mente, e se è gay o meno è secondario... Però mi piace quando lanciamo attori apertamente gay in ruoli che altri non gli darebbero mai, perché è bello ricordare a tutti quello che sono in grado di fare."

E Greg Berlanti sembra avere un occhio di riguardo anche per la parte femminile del suo staff, cosa un po' anomala nei serial di azione:

"Più della metà dei nostri sceneggiatori sono donne, ma io dico che possiamo ancora migliorare, magari con qualche regista donna in più. Nel nostro settore è molto facile fare le cose nello stesso identico modo in cui le fanno gli altri, perché ci si sente al sicuro, ma alla fine questo non rende le cose migliori. Per rendere le cose migliori è necessario impegnarsi per davvero e continuare ad evolversi, e i prodotti di intrattenimento migliorano proprio quando ci sono tanti tipi di persone coinvolte. Quindi è bello vedere la crescita e l'evoluzione che c'è stata negli ultimi quindici anni, ma ci sono ancora tante possibilità. Il nostro primo obbiettivo deve essere quello di raccontare grandi storie, e se pensi in questo modo ti si apre un mondo. E va tutto per il meglio"

Da notare che Greg Berlanti è un rampante quarantaduenne, che ha iniziato come sceneggiatore poco dopo la Laurea e che - nonostante qualche inevitabile incidente di percorso - ha dimostrato di saper fare bene il suo lavoro. Da diversi anni è felicemente accoppiato con il calciatore Robbie Rogers (qui sotto li vedete insieme al Presidente Obama) e continua a produrre e scrivere serial TV cercando anche (ma non solo) di dare voce alla comunità LGBT... Cosa che, a quanto pare, contribuisce al successo delle sue proposte.
  
Greg Berlanti è di chiare origini italiane (cosa che, stando alle sue dichiarazioni, è stato anche un problema quando gli è capitato di vivere in certi quartieri un po' snob), e questo dimostra che essere italiani - di per sè - non rappresena un ostacolo alla realizzazione di produzioni che rappresentano la comunità LGBT in maniera dignitosa.

So che può sembrare superfluo ribadirlo, ma quando si sentono interviste come la sua e poi si guarda alla realtà italiana, qualche dubbio potrebbe venire. In particolare considerando alcune produzioni cinematografiche, come il famigerato "Non c'è due senza te" con Belen Rodriguez... Che, dopo aver incassato un contributo Statale di ben 200.000 euro dalla Direzione Generale per il Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, si appresta ad invadere le sale riproponendo stereotipi e luoghi comuni in quantità... Assieme all'indispensabile momento di sbandamento eterosessuale, senza il quale in Italia non si possono produrre e distribuire film a tematica gay... E se non ci credete guardate il trailer qui sotto.
La cosa agghiacciante è che la  Direzione Generale per il Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di cui sopra concede fondi ai “progetti di nazionalità italiana che rispondano a requisiti di idoneità tecnica, qualità culturale o artistica e spettacolare sono riconosciuti di interesse culturale dalla Commissione per la Cinematografia”, e come si può leggere dalla delibera ufficiale (CLICCATE QUI PER LEGGERLA) questo film (che ha un costo di oltre due milioni di euro) inzialmente aveva richiesto un contributo di 400.000 euro! E come se tutto ciò non bastasse il regista Massimo Cappelli e Fabio Troiano (uno dei protagonisti), oltre a scrivere la sceneggiatura hanno pure scritto il romanzo ufficiale che debutta in libreria in concomitanza col film...

Sarà per questo motivo che al progetto è stato riconosciuto tutto questo grande interesse culturale???

Chissà...

Di buono c'è che ripensando a Greg Berlanti si ha la conferma che c'è anche un altro modo di intendere l'intrattenimento... E di rappresentare il mondo gay... Nonostante il patrimonio genetico italiano in comune.

Per fortuna.

E d'altra parte se i serial di Greg Berlanti hanno successo in tutto il mondo, mentre le produzioni italiane in stile "Non c'è due senza te" piacciono giusto alla peggio italietta, un motivo dovrà pur esserci.

Alla prossima.

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