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lunedì 2 marzo 2015

C'É CHI SI RIMETTE IN GIOCO...

Ciao a tutti, come va?

Anche dalle nostri parti si sta parlando molto delle grandi manovre estive che sono previste dalle parti della MARVEL e della DC, ma negli USA c'è anche un altro editore che si sta apprestando ad effettuare un'operazione di portata storica, e cioè la Archie Comics.

Credo che in Italia se ne parli molto poco perchè si tratta di un editore che di fatto da noi non è mai stato pubblicato (a parte qualche sporadico tentativo gestito malissimo e finito nel nulla), presumibilmente per per la sua visione molto "americana" e disinibita dell'adolescenza, nonostante il suo pubblico di riferimento sia soprattutto quello infantile e preadolescenziale.

Fatto sta che, anche se le vendite dei suoi fumetti vanno benissimo, ha deciso di chiudere a giugno la sua testata ammiraglia, e cioè quella Archie Comics da cui ha preso il nome, per poi farla ripartire dal numero uno, facendo ripartire daccapo anche il suo universo narrativo ufficiale (anche se dovrebbero esserci ancora alcune testate che proseguiranno in maniera più tradizionale, senza contare le raccolte e le ristampe).
E così anche questa casa editrice effettuerà quello che in gergo si chiama "reboot", e cioè un riavvio completo.

Probabilmente alla Archie Comics avevano iniziato a rendersi conto che, ad esempio, per risultare intriganti agli occhi disincantati dei giovani d'oggi, per cui la continuità narrativa è un valore aggiunto e il look grafico non è cosa da poco, era necessario costruire un universo davvero coerente, e con personaggi "giovani" anche dal punto di vista grafico ed editoriale... E cioè senza decenni di avventure sulle spalle e che non si presentassero più con uno stile di disegno che era rimasto (quasi) invariato dagli anni '50... Tutte cose che complicavano il processo di identificazione dei giovani lettori.

E così la corrente incarnazione della testata Archie Comics si concluderà con il numero 666 (alla faccia della scaramanzia!), potendo vantare il record assoluto fra le testate a fumetti americane che sono proseguite più a lungo con la numerazione originale senza aver fatto ripartire daccapo le vicissitudini dei propri personaggi.

Quello che emergerà in seguito dovrebbe essere un contesto ironico come in passato, ma più realistico e con maggiori riferimenti ai giovani "reali", probabilmente anche in vista del serial TV di imminente produzione. In ogni caso i primi disegni preparatori di Fiona Staples promettono sviluppi molto interessanti...



Ovviamente anche nel nuovo corso della Archie Comics troveranno posto tematiche e personaggi LGBT, e non è da escludere che questo aspetto in particolare verrà esplorato in maniera inedita. Staremo a vedere, anche perchè finora la Archie Comics è stata molto avida di anticipazioni riguardo a questo "nuovo corso" dei suoi personaggi... Anche se alcuni schizzi di Dan Parent farebbero pensare che è praticamente certa anche una nuova versione di Kevin Keller munito di barba!


Il che, se è vero che i nuovi fumetti della Archie Comics voglio dare più spazio alla realtà, avrebbe anche senso... Visto che da diverso tempo la barba ha iniziato a fare tendenza anche fra i teenagers, a partire da quelli gay come Kevin Keller. In ogni caso, nell'attesa di scoprire come si presenterà Kevin Keller prossimamente, bisogna prendere atto del fatto che quando la Archie Comics si mette in testa una cosa non guarda in faccia a nessuno, anche se - in teoria - dovrebbe rendere conto delle sue scelte anche ad una tradizione editoriale di almeno settant'anni. Una tradizione che l'ha resa una vera e propria icona dell'immaginario pop americano... Tant'è che il suo marchio e i suoi personaggi li si trova ancora dappertutto, dai capi d'abbigliamento ai cosmetici...

Eppure, nonostante tutto questo, questa casa editrice mette al primo posto il contatto con la realtà e con il pubblico, e pur rispettando il suo glorioso passato sembra voler sfidare apertamente le convenzioni che potrebbero facilmente vincolarla. E qui si vede una sostanziale differenza fra l'editoria americana e quella italiana, anche e soprattutto se si considera l'editore che in Italia - in teoria - dovrebbe coltivare lo stesso pubblico a cui si rivolge la Archie Comics negli USA, e cioè la Disney Panini.

Senza voler tornare ad infierire troppo su una politica editoriale sempre più scollata dal suo pubblico di riferimento, per tanti motivi che di certo non starò a ripetere qui, non ho potuto fare a meno di notare che la più grossa novità che la Disney Panini ha in cantiere per marzo è una storia in cui Topolino farà la parodia di Dylan Dog... E a cui verrà dedicata anche una copertina alternativa...

Cosa che, a ben guardare, non ha molto senso. O meglio: apparentemente si potrebbe pensare che si voglia strizzare l'occhio alla zombie-mania degli ultimi anni, ma considerando che - per tutta una serie di vincoli - sarà praticamente impossibile che in questa storia possano comparire zombie veri, il reale obbiettivo di tutta l'operazione sembra un altro... Anche perchè - in effetti - il picco di popolarità di Dylan Dog è stato nei primi anni '90, con tanto di gadget e merchandising vario, e allora Topolino non prese neanche in considerazione l'ipotesi si una simile parodia (anche perchè all'epoca Topolino vendeva benissimo e non aveva bisogno di simili trovate)... Quindi, in considerazione del fatto che Dylan Dog non è certo popolare come un un tempo, se proprio Topolino voleva ispirarsi alla zombie-mania, non aveva alcuna necessità di scomodare questo personaggio... Al quale, giusto per dirne una, non viene dedicato un diario scolastico ormai da diversi anni...

Quale potrebbe essere, quindi, il vero obbiettivo della Disney Panini? Difficile dirlo, però può essere interessante notare che dal 2010 la Panini è anche la licenziataria ESCLUSIVA dei fumetti Bonelli per il mercato internazionale. Quindi, molto banalmente, potrebbe anche essere che - in considerazione del fatto che Topolino vende sempre meno e che il rilancio di Dylan Dog è ancora in corso - si stia cercando di mettere in comunicazione il parco lettori di Topolino con quello di Dylan Dog, e viceversa, nella speranza di un reciproco beneficio. Inoltre, in vista di un ipotetico (nuovo) lancio internazionale di Dylan Dog, avere una riserva di storie italiane in cui Topolino gli fa il verso potrebbe rappresentare una risorsa supplementare, visto che proprio le storie Disney italiane sono quelle più diffuse sul mercato internazionale...

Ovviamente è una strategia legittima, e non c'è niente di male, ma la domanda è un'altra: si tratta di una strategia che nasce per venire incontro ai veri gusti dei lettori, o di una strategia di marketing fine a se stessa, che lascia quello che trova e che nel lungo periodo finirà per sfoltire ulteriormente il pubblico di Topolino? E inoltre, visti alcuni precedenti molto recenti, viene da chiedersi in che misura queste trovate assecondino le reali aspettative del pubblico, e in che misura siano studiate cercando di non insporre le lobby di potere del nostro paese... Con tutte le conseguenze del caso a livello di godibilità del prodotto finale.

Calcolando che, nel corso del 2014, gli unici mesi (luglio e dicembre) in cui il settimanale Topolino ha recuperato lettori sono stati quelli in cui ha allegato dei gadget, forse bisognerebbe porsi qualche domanda al riguardo...

E comunque, a proposito di zombie-mania, la Archie Comics ha lanciato da un annetto proprio una serie horror a base di zombie, AFTERLIFE WITH ARCHIE, in cui i suoi personaggi (compresi quelli LGBT) devono DAVVERO vedersela con un'apocalisse zombie di tutto rispetto... E infatti questa serie si è rivelata un grandissimo successo commerciale, che ha trovato la giusta quadratura fra marketing, gusti dei lettori e qualità del prodotto.

Quindi, se per ovvi motivi alla Disney Panini non possono presentare una vera storia di zombie e se l'obbiettivo era di attirare nuovo pubblico su Topolino, non avrebbe avuto più senso studiare qualcos'altro, invece di correre (di nuovo) il rischio di darsi la zappa sui piedi con una parodia di questo tipo?

Dopotutto viviamo in un'epoca in cui sempre meno lettori si lasciano prendere per il naso...

E di questo, negli USA, se ne sono accorti da tempo perchè nel mondo del fumetto americano regna una concorrenza spietata... Mentre nell'Italia dei pochi editori monopolisti che peraltro lavorano sempre più spesso in tandem (tant'è che dal 2012 la Panini è licenziataria internazionale ESCLUSIVA anche dei fumetti Astorina, e cioè di Diabolik...) la percezione della situazione è estremamente falsata, e si fa ancora fatica a prendere coscienza della situazione per quello che è. Il problema è che, per come stanno andando le cose nel nostro paese, non è affatto detto che questa consepevolezza possa arrivare prima che sia  troppo tardi.

Alla prossima.

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