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mercoledì 18 novembre 2009

MAH...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Ormai è da diverso tempo che non dedico un aggiornamento alla storia di Ken, il fidanzato di Barbie. In realtà non mi sono scordato di questo impegno che mi sono preso con voi, e nemmeno mi sono scordato che per tanti di voi questo appuntamento iniziava ad essere imprescindibile (^__^). Abbiate pazienza e la mia analisi dei risvolti gay di questo bambolotto tornerà in tutto il suo splendore. Nel frattempo, per ingannare l'attesa, volevo puntare la vostra attenzione su una polemica che in questi giorni sta riguardando proprio Ken, o meglio: l'imminente Palm Beach Sugar Daddy Ken (che vedete nella foto qui sotto).
Come potete intuire anche voi, la polemica nasce dal fatto che il suddetto Ken (che non arriverà alla grande distribuzione, e si limiterà al mercato dei collezionisti), si pone in maniera discretamente gay-friendly (per usare un eufemismo). Abbigliamento vistoso, accessori ricercati e cagnetto al seguito richiamano diversi stereotipi associati ad alcune tipologie omosessuali, e tanto è bastato per sollevare un mezzo vespaio. Anche perchè questo non è certo il primo Ken a porsi in maniera equivoca, ma è il primo che utilizza un termine proprio del gergo gay americano. Infatti nello slang dei gay americani "sugar daddy" indica l'omosessuale maturo e benestante che sta con un ragazzo più giovane, belloccio e sprovveduto (ma anche un po' parassita). Ovviamente la Mattel ha smentito tutto, dicendo che è stato un malinteso e che Sugar era il nome del cagnetto... Io però sono convinto che quelli della Mattel sono dei furbacchioni e che hanno capito che i collezionisti gay sono un buon mercato... Tant'è che, proprio quest'anno, hanno fatto uscire anche Barbie Barbra Streisand...
Magari voi non lo sapete, ma per i gay americani over quaranta Barbra Streisand è un'icona al pari di Raffaella Carrà e Mina (messe assieme) per quelli italiani. E che dalla Mattel non mi vengano a dire che anche questo è un malinteso, perchè non ci crederò mai! Inoltre, per dirla tutta, se i giornalisti sapessero guardare più in là degli stereotipi si renderebbero conto che la Mattel sta ammiccando ai collezionisti gay anche in maniera un po' più sottile... Ad esempio: dove vogliamo collocare il bambolotto ispirato a Jacob Black, il bel licantropo interpretato da Taylor Lautner in Twilight 2 (e già diventato un personaggio stracult per il pubblico gay, giovanile e non)?
E tutto questo senza voler citare più di tanto il grande successo della nuova linea di action figures Mattel per collezionisti che sta rinverdendo i fasti - mai del tutto sopiti - della linea di giocattoli MASTERS OF THE UNIVERSE, che da circa trent'anni è entrata nell'immaginario di tantissimi gay in tutto il mondo (ma anche di tante lesbiche, con la linea di action figures gemelle PRINCESS OF POWER)...
Ma al di là della Mattel direi che, se solo uno sa guardarsi un po' in giro, può cogliere diversi segnali della presenza di un mercato gay del collezionismo decisamente florido, che nessuna azienda seria vorrebbe giocarsi. Tant'è che ci sono delle aziende nate proprio per il mercato dei collezionisti e che per i collezionisti gay hanno un particolare riguardo. Probabilmente qualcuno di voi conosce la Fashion Royalty del giovane designer gay dichiarato Jason Wu (classe 1982, che vedete qui sotto).
Questo giovanotto prodigio è riuscito a portare le sue bambole di altissima qualità a tiratura limitata (e i loro abiti esclusivi, da lui disegnati) sulle pagine di riviste come VOGUE, ha vinto un mucchio di premi ed è diventato uno degli stilisti preferiti da Michelle Obama! Il tutto senza dimenticare di dare un certo tocco personale alle sue creazioni, in particolare ai bambolotti maschili...
Evidentemente guadagna abbastanza bene, visto che la sua azienda di bambolotti è stata fra gli sponsor del LIFEBALL di quest'anno, il super evento fashion che si tiene ogni anno a Vienna e che raccoglie fondi per la lotta all'AIDS. Peccato che la Mattel non sia ancora disposta a "dichiararsi" ufficialmente gay-friendly: in occasioni come il LIFEBALL non penso che Barbie (magari insieme a Ken) sarebbe una testimonial fuori luogo. Invece, alla giornalista di REPUBBLICA che ha voluto scrivere un pezzo sul caso di Sugar Daddy Ken, ecco cosa hanno risposto i portavoce della Mattel: «È quasi certo che non arriverà in Italia, e non è certo se e quando sarà in commercio negli Stati Uniti». Manco fosse portatore della peste bubbonica! Capisco che, essendo la Mattel un'azienda che si rivolge prettamente al mercato mondiale dei giocattoli per l'infanzia (e quindi alle famiglie che devono comprare i suddetti giocattoli), deve stare attenta a come si pone... Soprattutto considerando che in tante parti del mondo l'associazione con l'omosessualità è alquanto compromettente. Però se cerca di raggranellare i collezionisti gay di nascosto per poi negare l'evidenza quando qualcuno se ne accorge non fa una gran figura, non trovate? Oltretutto ammetto che mi disturba un po' il fatto che l'omosessualità venga associata ancora una volta a tutti gli stereotipi - un po' infelici - di Palm Beach Sugar Daddy Ken, piuttosto che ad altre versioni del bambolotto, come il Poplife Ken uscito l'anno scorso (cliccate sulla foto per vederlo bene)...
Qual'è il vostro parere in proposito? Non trovate che, nel 2010, sia un po' riduttivo pensare che la tipologia di gay più rappresentativa siano ancora gli sugar daddy?
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6 commenti:

kanzeon ha detto...

Ahahahha forti i bambolotti della mattel, mi ricordano i tempi in cui mutilavo orribilmente quelli di mia sorella!

Phayart ha detto...

La Mattel non ammetterà mai di aver volontariamente rivolto un prodotto al pubblico gay, è una compagnia in cui governa l'ufficio legale invece che quello marketing o i creativi, non fanno nulla che possa procurare problemi a loro o disturbare il pubblico di riferimento principale, le famiglie.
Visto e considerato che il prodotto comunque finirebbe nella divisione "adulta" ovvero quella rivolta ai collezionisti come i circuiti di distribuzione dei club di Barbie o Mattycollector (per la linea Classic dei Masters), cicuiti gestiti dietttamente dalla casa califormiana, il problema d'immagine con le grandi catene di distribuzione non esisterebbe neanche, ma ovviamente questa sarebbe una pensata troppo sottile e logica per i burocrati della Mattel, sarebbe più da Hasbro.
Frequentando il forum dei Masters ne ho sentite e viste talmente tante sulla gestione "illuminata" che ha la mattel dei suoi brand che questa del sugar daddy è una sciocchezzuola a confronto! :D

Wally Rainbow ha detto...

Ahhh... Pure tu segui il forum dei masters??? Seconodo me ci sono parecchi fans un po' "alternativi", ma rimangono un po' troppo nell'anonimato (^__^).

Phayart ha detto...

Abbastanza ero amministratore sul vecchio .it e moderatore su .org, si ho svariati sospetti che ci siano svariati fan "sotto mentite spoglie" :D

Anonimo ha detto...

il bambolottone sugar daddy è una ciofeca! E' bruttissimo.
Tanto di cappello :-) al bambolotto in slippini e accappatoietto!
Fantastico!
...ma davvero riportano in auge i Masters??? Grandioso Amico Vale! ;-)

kanzeon ha detto...

A Velè fai un giro sul sito di repubblica e fatti na risata, guarda quanto sono carini i disegni del nuovo fumetto di eroi lgbt.

Ovviamente c'era ironia, tu disegni 100 volte meglio!

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/fumetto-gay/1.html