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mercoledì 9 giugno 2010

ITALIA NOSTRA...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
In vista dell'imminente uscita di TOY STORY 3 sembra proprio che si voglia puntare molto sul personaggio di Ken, al quale è stata dedicata anche una mini intervista promozionale (già disponibile in diverse lingue, ma non ancora in italiano), che sembrerebbe proprio confermare la sua caratterizzazione da VIP gay non dichiarato...

Questo ennesimo ammiccamento gay friendly da parte dell'animazione statunitense mi dà l'occasione per fare un piccolo sunto della situazione italiana, che - al cinema come in TV - sembrerebbe proprio confermare il suo trend in perfetta linea con il clima di chiusura e arretratezza che contraddistingue il nostro paese sotto vari punti di vista. I film di animazione italiani che raggiungono i nostri cinema sono pochi, spesso caratterizzati da un taglio infantile (nel senso peggiore del termine) e privo di mordente, e - come se tutto ciò non bastasse - ultimamente sta prendendo piede anche un vero e proprio filone dedicato alla fatine scosciate in tenuta da cubiste (che comunque sono dirette a un mercato più internazionale)... Tant'è vero che dopo il primo film sulle WINX ne arriverà presto un secondo, assieme a un film per la serie ANGEL'S FRIENDS...
Niente contro le cubiste, per carità, ma penso che questo sia abbastanza indicativo di un clima culturale non proprio eccezionale, visto che questi modelli sono ormai gli unici ad essere proposti e promossi dal nostro cinema di animazione, escludendo i prodotti infantili e insipidi a cui accennavo prima... Infantili, insipidi e MORBOSAMENTE attaccati alla tradizione italiana, tant'è che il prossimo film in animazione tradizionale che arriverà nei cinema italiani (dopo anni) sarà l'ennesima rivisitazione di Pinocchio, ad opera di Enzo D'Alò...
Nessuno ha niente contro Pinocchio, Collodi o il regista del film, ma ce n'era davvero bisogno? Oltretutto la strategia del cinema di animazione italiano di puntare su argomenti "patriottici & tradizionali" rivisitati in chiave "finto moderna" si è sempre rivelata perdente... Qualcuno si ricorda della versione fantasy dell'AIDA di Giuseppe Verdi?
Del film sull'invenzione della pizza?
Di quello sul presepe tradizionale?
E, con rispetto parlando, dubito che qualcuno si ricorderà anche dell'imminente film di animazione sull'infanzia (immaginaria e surreale) dei giudici Falcone e Borsellino...
Da notare che quando si è provato a realizzare qualcosa di un po' più adulto, puntando su un'opera di Dario Fo, i produttori hanno obbligato una pesante opera di adattamento che ha adeguato il film allo standard di cui sopra, con ovvie ripercussioni a livello di incassi...
Com'è possibile che dopo venti anni di Simpsons, dopo l'invasione dei cartoni giapponesi e dopo l'arrivo di internet, si pensi ancora che il pubblico dell'animazione sia composto esclusivamente da bambini e bambine, peraltro dando per scontato che siano gli stessi bambini e bambine di trenta o quaranta anni fa? Evidentemente chi produce animazione in Italia non ha le competenze per farlo, altrimenti fra il 1998 e il 2004 non sarebbero state realizzate ben tre serie animate dedicate a Sandokan, personaggio dal taglio decisamente vetusto a dispetto di qualsiasi restyling grafico, e comprensibilmente caduto nel dimenticatoio dopo il serial degli anni '70 (dal quale è stata ripresa anche la sigla per il cartone)...
Non avrebbe avuto più senso puntare su qualche personaggio più conosciuto, più moderno e più multimediale? Magari offrendo chiavi di lettura anche per un pubblico più grandicello? Considerando che, in tutto il mondo, la prima fonte di ispirazione per l'animazione televisiva sono le serie a fumetti non sarebbe stato il caso di farci un pensierino? Da notare che, delle ultime sette serie animate tratte da fumetti italiani per un pubblico non prettamente prescolare, quattro (W.I.T.C.H., Martin Mistery, Diabolik e Corto Maltese) sono state realizzate in Francia...
Due (Cattivik e Lupo Alberto) sono state epurate da tutti gli elementi satirici "adulti" che di fatto li hanno resi celebri (comprese le parentesi e gli accenni a tematiche sessuali e omosessuali)...

Mentre la settima, dedicata a Rat-Man, nonostante il suo enorme potenziale e nonostante il fatto che fosse dedicata ad un personaggio popolarissimo, è stata sospesa ben prima della sua conclusione ed è sparita dalla TV (per fortuna c'è internet!)... Evidentemente era troppo arguta, dissacrante e intelligente (nonostante la notevole opera di adattamento, che aveva sacrificato anche un personaggio importante come la transessuale Cinzia Otherside, che nel fumetto causava indirettamente la nascita di Rat-Man)... Forse qualcuno deve essersi spaventato... Un vero peccato, perchè oltre ad essere davvero ben realizzata è stato l'unico esempio di serie italiana con un umorismo a più livelli, in grado di competere con le serie animate umoristiche di ultima generazione... E, a proposito di ultime generazioni, forse è il caso di segnalare che la RAI ha appena prodotto due serie dedicate a due nomi storici del Corriere dei Piccoli (lo storico settimanale pubblicato dal 1908 al 1995): Stefi e la Pimpa (molto popolari soprattutto negli anni '70 e '80)...
Niente da dire su questi personaggi (che da piccolo leggevo con piacere)... Le serie peraltro sono molto ben realizzate (e nel cartone della Stefi ho pure pizzicato un noto doppiatore che segue questo blog ^__^)... Tuttavia ha senso puntare su due personaggi per bambini che non sono presenti in edicola da decenni (a parte gli album da colorare della Pimpa e le vignette satiriche della Stefi sul Corriere della Sera ogni martedì)? Quanti bambini ne saranno stati attirati? E quanti bambini, a cui sono piaciuti, si saranno poi dispiaciuti di non aver trovato fumetti su questi personaggi? A me sembrano domande elementari, ma forse non lo sono per chi gestisce certe cose. Certo è che, fra leggerezza, incompetenza, pregiudizio ed eterosessismo, l'animazione italiana è ben lungi dal dare spazio anche solo a qualche accenno gay friendly. Peccato. Sperando che entro quei venti o trent'anni le cose cambino, vi lascio con un delizioso cortometraggio animato realizzato in Nuova Zelanda da cinque giovani animatori che si sono appena diplomati alla Media Design School di Auckland...

Mhhh... In effetti se si considera che la Nuova Zelanda è esattamente agli antipodi dell'Italia assume un significato del tutto particolare, non trovate?
Alla prossima.

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5 commenti:

Fabrizio MAZZOTTA ha detto...

Il "noto doppiatore che segue questo blog" commenta il post e non può che darti ragione in toto.
La mancanza di altri target di riferimento ( oltre a quello consueto del pubblico pre-scolare o quasi)nel mercato dell'animazione Italiana fu proprio il punto che vercai di toccare in un dibattito al quale fui invitato durante un festival di cinema di animazione in provincia di Roma.
E' chiaro che non c'è nulla di sbagliato nel rivolgersi ai bambini attraverso i disegni animati ma il punto è che spesso ( troppo spesso) il linguaggio è obsoleto.
Però...però c'è una cosa da considerare. Tutti i prodotti che vediamo passare in tv spesso, singolarmente, in patria non hanno successo o riscontro economico ( a me risulta che il film delle Winx al cinema sia stato un flop) ma poi vengono venduti in diversi paesi esteri, anche in virtù di co-produzioni e alla fine il guadagno c'è. E come. Sebbene molte serie Italiane sembrano scritte nel dopoguerra, vista la semplicità di idee e la morale bigotta e semplicistica, attecchiscono in altri paesi. L'America, in quanto a ipocrisie verso i bambini, la fa da esempio. E anche oltr'alpe è lo stesso. Però... c'è un ulteriore "però"! C'è che in tutti i paesi del mondo esiste vasta scelta. In America , tanto per fare esempi, ci sono "I Simpson", "I Griffin" o "Happy Three friends". Da noi non c'è alternativa. Un cortometraggio davvero ben realizzato e divertente dal titolo "Opus Dei" e realizzato da allievi del centro sperimentale di cinematografi ha avuto diversi problemi di distribuzione e visibilità solo perché i protagonisti sono Dio e Gesù. Non ci sono bestemmie o blasfemie ma solo per il fatto di ironizzare su di loro l'Italietta fatta di burocrati benpensanti ha avuto la tremarella. Com'è che si dice? " Scherza coi fanti ma lascia stare i Santi".
Figuriamoci se avremo mai una serie a disegni animati come "Rick & Steve" o "Queer duck"!!! E intanto ci si stupisce sempre del successo degli Anime Giapponesi che raccontano storie fatte di emozioni e sentimenti e prive di retorica, decisamente più al passo coi tempi. Anche se di questi tempi in Italia non mi stupirebbe venisse prodotta una serie sulle avventure del giovane Padano, o le ardimentose imprese del Cavaliere Invincibile o dell'eroico Mussolini.

Wally Rainbow ha detto...

Sapevo che questo post ti avrebbe fatto dare dei segni di vita :-)Comunque cerchiamo di guardare al lato positivo: il film su Alberto da Giussano è andato così male che ci siamo risparmiati una serie animata dedicata alla sua infanzia (il rischio c'era tutto!), magari con una bella sigla di Cristina D'Avena :-) "Alberto... Come sei belloccio... Col magico carroccio... UOH... UOH... UOH..." :-)

Ulisse ha detto...

Leggendo l'articolo mi è sorto un dubbio. La situazione da noi è così penosa per colpa dei disegnatori o di chi ci mette i soldi?

Phayart ha detto...

Giusto per completezza vorrei ricordare nell'elenco delle recenti produzioni anche Teen Days, serie parita con un'idea interessante (anche se zeppa di cliché da far spavento) e i primi episodi non erano male, però poi si attesta su trame banali nella media che affossanto il tutto.
Angel's Friend ho fatto fatica a riconoscerla avendo letto il primo numero del fumetto originale, la serie oltre ad essere stata "fighettizzata" rispetto alla prima versione (invecchiando di almeno otto anni praticamente tutti i personaggi) pur di sfruttare il traino di Winx francamente riesco a giustificarla solo col bisogno di piazzare a tutti i costi la serie su canali "concorrenti" a quelli che mettono in onda la serie di Straffi (che se ci risparmiava Huntik magari era meglio) e spero che la terza stagione di Winx non arrivi mai nel Regno Unito o la Rowling lo denuncia per plagio.
La cosa che mi da veramente fastidio di molte produzioni seriali nostrane, a parte la stilosità a tutti i costi, è che guardando alcuni episodi si ha quasi la sensazione di vedere versioni light delle vere trame, come se quello che poi è andato in produzione sia solo un riflesso del vero copione, certe volte si nota proprio che la narrazione sia "frenata" per non toccare certi temi anche se ce ne sarebbero tutti i presupposti come impianto narrativo, come se non bastassero gli atroci stravolgimenti della serie originale fatti nelle "conversioni" d'oltralpe di Witch o Martin Mistére (quest'ultimo talmente massacrato da essere irriconoscibile).

Rhealyng Inguito ha detto...

i also watched the that movie, and i can't stop but laugh on how they portray Ken in the movie. so funny! lol. thought the overall animation design of Toy Story is really good!