Ciao a tutti, come va?
Mentre in Italia è ancora un evento se qualche fumetto tratta in maniera esplicita il tema delle relazioni omosessuali, in Giappone non solo ci sono interi generi fumettistici che ne fanno il loro argomento principale, ma l'argomento in questione inizia ad essere trattato con sempre maggior scioltezza anche dal mondo dell'animazione. Così il BOYS LOVE (fumetto a tematica gay concepito per il pubblico femminile) Sekai Ichi Hatsukoi (traducibile come "Il primo amore migliore del mondo") di Nakamura Shungiku si è guadagnato una serie animata di due stagioni trasmesse in TV a partire dal 2011 (più due special per il mercato home video).
La serie, come peraltro il fumetto, non ha un unico protagonista dall'inizio alla fine, ma racconta in successione le vicissitudini sentimentali di tre ragazzi diversi che condividono lo stesso ambiente (in questo caso il mondo dell'editoria a fumetti).
Ambientazione abbastanza originale per un manga, e un anime, che evidentemente ha soddisfatto ampiamente le aspettative del pubblico e dei produttori, visto che è stato appena annunciato che da questa serie - e più precisamente della parte che ha come protagonista Ritsu Onodera, che finisce per innamorarsi del suo (apparentemente) tirannico direttore editoriale - verrà presto tratto un film di animazione per il grande schermo.
Non vorrei sbagliarmi, ma credo che sia la prima volta che un BOYS LOVE arriva nei cinema nipponici, con tutto il suo carico di languori, trine e merletti, e sicuramente questo è un segno dei tempi che stanno cambiando. Certo si tratta di omosessualità rappresentata ad uso e consumo del pubblico femminile, ma pur sempre di omosessualità si tratta e non bisogna dimenticare che il Giappone moderno - pur essendo una nazione molto tollerante sotto certi punti di vista - fa ancora un po' di fatica a dare una collocazione "visibile" all'omosessualità. Se però il mondo dell'animazione concede questi spazi di apertura è evidente che qualcosa sta cambiando. Anche perchè sembra che nessuno si sia lamentato granchè della cosa.
Nell'improbabilissimo caso che questa serie (e questo film) possano avere un'adattamento italiano, invece, sono abbastanza sicuro che si potrebbe scatenare una nuova crociata contro i cartoni animati (e forse non è un caso se ultimamente il livello dei cartoni giapponesi trasmessi in TV è quello che è). D'altra parte è anche vero che la speranza non muore mai, e che magari - fra quei venti o trent'anni - anche da noi certe produzioni possano risultare interessanti per le emittenti televisive o i distributori cinematografici.
Staremo a vedere.
Nel frattempo vi lascio con le due sigle di apertura della serie animata...
Come vedete ci tengo sempre a mostrarvi quello che gli altri non vi mostrano.
Alla prossima!
6 commenti:
Probabilmente non hai visto né questa serie animata né il suo spin off (junjou romantica), altrimenti ti saresti accorto di un altro evidente segno dei tempi che cambiano. Entrambi questi anime, anche se mantengono i canoni del boy's love, sono disegnati e concepiti già in maniera da strizzare sempre più l'occhio al pubblico di maschi omosessuali (magari non a tutto il pubblico, ma sicuramente a quello forse più interessato a storie divertenti con protagonisti dalla fisionomia adoloscenziale alternata a quella adulta e situazioni di vita forse più simili a quelle presenti nelle coppie omosessuali). Non si può dire lo stesso dei manga da cui sono tratti, che invece sono molto più tradizionali del genere. Sicuramente è stata una tecnica per blandire fan donne e gay nello stesso tempo, ma alla fine anche questo farà brodo nello sdoganamento di cose più importanti
Ammetto che non riesco sa stare dietro a tutto, e che questa serie non l'ho ancora vista. Però è anche vero che la tendenza a rendere gli stili grafici dei cartoni animati giapponesi più "trasversali" rispetto ai manga da cui sono tratti è una pratica ormai abbastanza diffusa, e a ripensarci bene non è neanche nuovissima. Mi viene da pensare alle versioni animate Lady Oscar e a Candy Candy, ad esempio, caratterizzate da uno stile abbastanza diverso dagli shojo da cui erano tratti.
Rispondo io: ho conosciuto per caso Sekai Ichi Hatsukoi nel mio lavoro.
Purtroppo ho dovuto seguire i dettami della moda (alias: servizio dato ai fan. Ovvero: zitta e muta, se vuoi essere qualcuno lavora a getto continuo e butta ai porci paganti).
Per questo so, quanto si possa arrivare a giudicare una serie solo basandosi sulle apparenze.
Purtroppo né Naka-sensei né Fuji-sama possono tornare indietro. Ma hanno lasciato a noi appassionate/i, la possibilità di rimediare al loro errore, riscrivendo "Ingenuamente Romantico" e "1st (best) love" come lo vediamo con gli occhi del cuore, entrando come cittadine in quei mondi.Tutto qui.
Sta a voi editori italiani, abbastanza lungimeranti non soccombere alle trappole dell'Ombra (Rat-Man docet).
P.S.:Scusate se ho divagato.
Più che aver divagato, devo dire che non ho capito niente del commento di Mirako Kodomo
Ricapitolando: sono un'aspirante autrice di doujinshi.
Mi sono imbattuta in Sekai Ichi Hatsukoi qualche anno fa e ammetto che rispetto a Junjou Romantica, la trama è stata strutturata meglio, anche se purtroppo Shungiku Nakamura e Fujisaki Miyako (la scrittrice che ha ideato la serie dedicata a Yokozawa Takafumi e Zen Kirishima da cui trarranno molto probabilmente un'OAV di un'ora da allegare al volume 8 della serie manga di SIH... credo) hanno peccato di ingenuità.
Quindi, non so che dire: il prodotto è buono nell'insieme ma purtroppo sembra che il mercato doujinshi stia rattoppando le loro crepe.
Speriamo in bene per il film e scusate se sono stata enigmatica.
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