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venerdì 8 gennaio 2016

PARI DIGNITÀ

Ciao a tutti, come va?

A fine gennaio, come ogni anno, si terrà il festival del fumetto di Angoulême, e cioè la più importante manifestazione fumettistica francese. Quest'anno, però, se ne ne è iniziato a parlare con un certo anticipo anche per via di una polemica molto particolare che ha tenuto banco negli ultimi giorni. Infatti per l'annuale Gran Premio alla carriera non era stato selezionato alcun candidato di sesso femminile (sui trenta in lizza)... E questa scelta, pressochè discriminatoria, aveva mandato su tutte le furie prima di tutto il Collectif des créatrices de bande dessisée contre le sexism (che si è costituito giusto nel 2015 per promuovere l'operato delle fumettiste in Francia, e che trovate CLICCANDO QUI), e a seguire tutto il mondo del fumetto... Tant'è che diversi candidati al Gran Premio avevano annunciato di voler ritirare la propria candidatura, per solidarietà verso le colleghe.

E così questo piccolo putiferio ha spinto gli organizzatori del Gran Premio a rivedere le loro posizioni e ad inserire nella lista dei candidati anche sei autrici: Linda Barry, Julie Doucet, Moto Hagio, Chantal Montellier, Marjane Satrapi e Posy Simmonds.

Tuttavia pare che questa mossa non sia stata troppo apprezzata, e così gli organizzatori hanno deciso di cambiare di nuovo le carte in tavola: infatti hanno appena eliminato TUTTI i candidati (maschi e femmine) e hanno deciso che il premio verrà assegnato tramite una libera votazione online effettuata dagli autori di fumetti, che proporranno liberamente i loro nominativi... E c'è da scommettere che anche questa scelta finirà per suscitare un po' di polemiche (chi stabilirà quali sono gli autori degni di votare e quali no? Potranno votare solo gli autori francesi? Se un autore, o un'autrice, in Francia non è molto conosciuto/a quante sono le possibilità che abbia un premio alla carriera?)

Ad ogni modo se parlo di tutto questo qui è perchè l'unica autrice giapponese messa in lista per il Gran Premio alla carriera di Angoulême era stata Moto Hagio, e cioè la mangaka che nel 1974 aveva inaugurato il genere boys love, con con lo struggente Thomas no Shinzō (in italiano sarebbe "Il Cuore di Thomas"), ambientato in un esclusivo collegio tedesco in cui si consumano drammatiche passioni omoerotiche adolescenziali.

Il fumetto è ormai ritenuto un classico, e giusto un paio d'anni fa è stato pubblicato negli USA dalla Fantagraphics (CLICCATE QUI), entrando in lizza anche per il titolo di "Miglior edizione americana di un'opera asiatica" agli Eisner Award del 2014.

Il titolo è ancora inedito in Italia, e per come siamo messi oggi ho qualche dubbio sul fatto che qualcuno sia disposto a pubblicare una storia del 1974 a base di giovani efebi che amoreggiano languidamente, fra tragedie, turbamenti e drammi vari...

Ad ogni modo penso che sia interessante il fatto che, fra tante mangaka che si potevano selezionare per ricevere il Gran Premio alla carriera di Angoulême, la prescelta sia stata proprio Moto Hagio (foto sotto), che viene ricordata in particolare per avere aperto le porte ad un genere che - prima di Thomas no Shinzō - di fatto non esisteva... E che adesso anima un mercato a parte, che col tempo ha permesso ulteriori sviluppi del fumetto giapponese nell'ambito delle tematiche omosessuali...

Anche se, è bene ricordarlo, i boys love tecnicamente non sono fumetti gay, e nemmeno nascono per dare voce al mondo omosessuale. La stessa Moto Hagio ha ammesso in un documentario del 2010 (il suo intervento lo potete vedere qui sotto), che ha "inventato" i boys love perchè la lasciavano libera di raccontare storie d'amore più libere di quelle che poteva realizzare utilizzando le classiche protagoniste femminili.

Nel caso vi interessasse visionarlo integralmente lo potete trovare CLICCANDO QUI (purtroppo in versione integrale l'ho trovato solo in giapponese coi sottotitoli in cinese, ma secondo me è interessante a prescindere, perchè entra in contatto diretto con l'universo dei manga amatoriali, che in Giappone rappresenta un vero e proprio mercato parallelo).

Se questo blog fosse visto da qualcuno intenzionato a sottotitolarlo nella nostra lingua trova tutte le informazioni CLICCANDO QUI.

Ad ogni modo, nonostante i problemi del festival di Angoulême, bisogna sicuramente prendere atto di questo segnale di apertura da parte del mondo del fumetto ufficiale nei confronti delle tematiche omosessuali in senso lato e del riconoscimento del loro apporto alla cosiddetta "nona arte" (e cioè il fumetto)...

Certo spiace un po' che la candidatura di Moto Hagio sia durata solo pochi giorni, ma pazienza...

L'importante è che, arrivati a questo punto, possiamo dire che Moto Hagio, alla fine, ha inventato un genere fumettistico che ha contribuito a legittimare le tematiche omosessuali in un mondo tradizionalmente maschilista ed eterocentrico come quello del fumetto... E non solo in Giappone.

E che per questo è stata ritenuta meritevole di entrare in una lista di candidati che comprendeva nomi come Stan Lee, Quino e Alan Moore (la lista originale la trovate QUI).

Alla prossima.

2 commenti:

Francesco Osmetti ha detto...

In effetti lasciare libertà a qualsiasi autore di inserire il degno premio alla carriera fumettistica francese è una mossa un po' azzardata. Interessante la figura di Moto Hagio. Mi salvo il video, sia mai che mi venga voglia di metterci i sottotitoli! ;)

Wally Rainbow ha detto...

Se mai dovessi compiere questa opera pia fammelo sapere, perchè il documentario mi sembra obbiettivamente interessante :-)