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martedì 7 febbraio 2017

SPUNTI PER CAMBIARE...?

Ciao a tutti, come va?

Ogni anno, puntuale come le tasse, arriva il numero speciale di Topolino con la storia dedicata al Festival di Sanremo (e la relativa copertina promozionale in cui compare il presentatore di turno)... Anche se, per fortuna, almeno quest'anno in copertina compare anche uno Zio Paperone che ha una reazione credibile (anche se, purtroppo, nella storia interna ha un atteggiamento molto più accomodante).

Sulla curiosa politica di Topolino in fatto di copertine, e in particolare delle copertine promozionali, mi sono dilungato più volte (ad esempio QUI e QUI), quindi non ci tornerò sopra... Anche perchè c'è molto poco da aggiungere. Tuttavia devo ammettere che, a mio modestissimo parere, in questo momento la suddetta copertina assume un significato un po' particolare. Nel senso che queste scelte, che già di per sè potevano lasciare un po' perplessi dieci, venti o trenta anni fa, adesso potrebbero risultare persino controproducenti.

Intendiamoci: scelte di questo tipo garantiscono una pubblicità supplementare per il settimanale, tuttavia è evidente che non fanno pubblicità ai suoi contenuti, ma al fatto che a sua volta dedica spazio a Sanremo. E nel lungo periodo il rapporto costi/benefici non è esattamente funzionale al rilancio di una testata che - stando agli ultimi dati resi pubblici - perdeva due o tre abbonati ogni giorno.

Anche perchè il pubblico giovane di oggi, quello che Topolino fa sempre più fatica a fidealizzare, dedica a Sanremo (e a buona parte dei lanci promozionali per cui viene sfruttato Topolino) un'attenzione molto relativa, e si muove in un contesto che ultimamente sta iniziando a mostrare i primi segni di un cambiamento abbastanza profondo.

Ad esempio: il film di animazione YOUR NAME, distribuito in Italia da Nexodigital per alcuni giorni (come da tradizione per quel che riguarda i film di animazione giapponese in Italia), è andato talmente bene che è stata messa in programma una prima replica, e poi una addirittura una seconda (il 9-10 febbraio).

Una cosa del genere, in Italia, non era mai successa... Nemmeno con titoli che si appoggiavano a grandi successi (come Dragon Ball, Doraemon, One Piece, Naruto e via dicendo). E probabilmente questo precedente farà scuola. In Italia YOUR NAME è stato visto da poco meno di 54.000 spettatori nei primi due giorni: quanti di questi potrebbero essere potenziali lettori di fumetti Made in Italy (che fossero in grado di proporre qualcosa sullo stesso registro di questo film)? A quante case editrici farebbe gola un pubblico (perlopiù giovane) di 54.000 persone? Eppure sembra proprio che i gusti degli spettatori di YOUR NAME (che probabilmente NON sono solo gli appassionati di animazione giapponese) non siano presi minimamente in considerazione dai produttori italiani di fumetti, per poi piangere lacrime amare quando si rendono conto di come vanno le loro vendite...

Tra l'altro, in netta controtendenza rispetto all'andamento del mercato dei fumetti "popolari" che arrivano in edicola, il linguaggio del fumetto continua a guadagnare punti nel più ampio contesto dell'editoria (ne ho parlato nel dettaglio QUI)... Tant'è che nelle librerie generaliste va sempre meglio e - giusto per dirne una - il prossimo Salone del Libro di Torino avrà una locandina disegnata da GiPi (foto sotto)... Qualcosa vorrà pur dire...

Come il fatto che, se è vero che in libreria i fumetti vanno meglio (in proporzione) rispetto alle edicole (vendendo il 37% in più da un anno all'altro!), è pur vero che mediamente i fumetti (anche per giovani e giovanissimi) che arrivano in libreria trattano temi, autori e stili che in edicola nessuno osa proporre.

Come e perchè tutto questo non sia chiaro anche a tanti editori che si ostinano a proseguire per la loro strada, e a piazzare Carlo Conti in copertina quando arriva Sanremo, resta un po' un mistero...

Anche perchè, a ben guardare, puntare sul fumetto in un momento storico in cui le alternative per impegnare il tempo libero sono infinite è già di per sè una sfida. Sia per le case editrici che per gli autori.

In Francia (dove il mercato del fumetto non è certo monotono e limitato come da noi) c'è un'associazione, che si chiama Etats généraux de la bande dessinée, che dal 2014 monitorizza la situazione del mercato e degli autori fornendo una serie di statistiche molto interessanti. Il report 2016 lo trovate CLICCANDO QUI, e considerando che è stato fatto intervistando quasi 1500 autori direi che è qualcosa di favoloso.

Intanto si scopre che il 27% degli autori di fumetti in Francia sono donne, e che il 56% di chi fa questo mestiere ha meno di quarant'anni... Però l'età media è di soli 41 anni! Per la cronaca: solo il 9% ha un'età compresa fra i 50 e i 60 anni (esattamente come in Italia, giusto???). A questo punto non stupisce che fra chi lavora in Francia, dopo gli autori francesi e quelli belgi, gli autori più presenti siano quelli italiani (31), anche se solo 4 risiedono stabilmente Oltralpe.

Comunque, in questa indagine (che, ripeto, dal mio punto vista è favolosa), si indaga sullo stato famigliare degli autori, sul loro guadagno medio, sul tempo che dedicano al lavoro e al tempo libero, sul loro secondo lavoro e su un mucchio di altre cose... E alla fine si sa persino a quali sindacati sono iscritti, che programma previdenziale hanno sottoscritto e cosa pensano del loro lavoro e di come viene gestito. Praticamente una Bibbia per tutti quelli che vorrebbero intraprendere questo mestiere (in Francia) avendo le idee chiare.

Anche perchè, e qui mi ricollego al punto iniziale, puntare sul fumetto è già di per sè una sfida, e da questo report si evince che il 36% degli autori - in Francia - dai fumetti ha un guadagno che non supera la soglia di povertà (12.000 euro all'anno) e ben il 53% raggiunge a stento quello che è considerato il salario minimo medio (17.400 euro)... E quindi, nel pur floridissimo mercato francese del fumetto, gli autori che nel 2017 riescono a passarsela bene sono giusto l'11% del totale...

Certo parliamo di un mercato molto competitivo, però è evidente che se pure in Francia - dove il fumetto è considerato una cosa seria, una professione onorevole e un linguaggio in cui si può lasciare spazio a qualsiasi cosa (o quasi) - la situazione è questa, gli autori che si vogliono fare largo nell'asfittico e vincolatissimo panorama italiano dovrebbero iniziare a porsi qualche domanda sul perchè e sul percome vale la pena adeguarsi agli standard che gli vengono imposti dagli editori nostrani... Se poi la loro situazione resta persino peggiore di quella dei loro colleghi francesi (che, se non altro, hanno l'occasione di dare libero sfogo alla loro creatività e di avere delle prospettive diverse nel lungo periodo)...

Ad esempio: da poco è stata ufficialmente annunciata l'uscita del terzo tomo di Bichon, ovvero le avventure di un bambino che sta iniziando a capire che gli piacciono i maschietti, che ama i giochi da bambine e che risponde a tono a chi lo prende in giro (ne ho parlato QUI)...
E a pubblicare questo tomo sarà la Glénat, la stessa casa editrice che pubblica le nuove storie di Topolino realizzate dai grandi maestri del fumetto francese... Giusto per rendere l'idea.

Allo stesso modo penso sia abbastanza interessante  notare che in Francia il mercato dei fumetti stranieri è altrettanto vivace. La casa editrice Akata, che non è specializzata in fumetti LGBT, sta pubblicando "Il marito di mio fratello" di Gengoroh Tagame praticamente in contemporanea col Giappone... Tant'è che ha fatto uscire il terzo volumetto in occasione del Festival di Angoulême
(che tra l'altro, aveva annoverato la serie nella sua "selezione speciale" in lizza per il premio finale), invitando l'autore... E, vi ricordo, che Gengoroh Tagame è strafamoso per i suoi manga omoerotici e che  "Il marito di mio fratello" fondamentalmente parla di omogenitorialità...

Ed è quantomai curioso che, mentre in Francia i quotidiani dedicano spazio al fumetto puntando a questi argomenti (i dati del report di cui sopra sono stati diffusi anche da Libèration), da noi - nello stesso periodo - si ricordano di Topolino (e dei fumetti in generale) giusto perchè dedica una copertina al festival di Sanremo...

Non so perchè, ma ho la netta sensazione che ci sia qualcosa che non quadra.

Alla prossima.

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