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venerdì 13 dicembre 2013

ICONE GAY FUORI LUOGO

Ciao a tutti, come va?
Quando c'è stato il passaggio di consegne dei personaggi Disney dalla Disney Italia alla Panini devo ammettere che nutrivo qualche piccola, seppur remota, speranza che le loro testate avrebbero saputo rinnovarsi in maniera più concreta, lasciandosi alle spalle alcuni comportamenti che negli anni avevano contribuito ad un notevolissimo calo nelle vendite di Topolino. E, ovviamente, speravo che questa sarebbe stata l'occasione per iniziare a valutare l'ipotesi di toccare - o perlomeno sfiorare - alcuni tabù storici, ad esempio presentando qualche personaggio perlomeno "vicino" alla comunità LGBT. Qualcosa che, molto vagamente, potesse ricordare quello che sta avvenendo dalle parti della Archie Comics negli Stati Uniti, insomma.
Quello che è successo, invece, sembra proprio una involontaria presa per i fondelli delle suddette aspettative: infatti questa settimana su Topolino è comparsa la versione peperizzata di Mina...
Partiamo da un presupposto importante: Mina (classe 1940) è una cantante italiana che negli anni si è affermata come una delle principali rappresentanti della sottocategoria delle icone gay (perlomeno in Italia). Anche se negli anni per spiegare questa defiizione si sono scritti infiniti papiri, personalmente sono giunto alla conclusione che per ottenere questo titolo bisogna rispondere ad un pre-requisito essenziale e ad almeno due requisiti (a scelta) fra una rosa di altri sei requisiti determinanti.

PRE-REQUISITO ESSENZIALE:
Bisogna essere già diventate famose, o perlomeno molto conosciute (icone gay non si nasce, si diventa).

REQUISITI  DETERMINANTI:

1) Look eccentrico, provocante e/o sessualmente ammiccante.
2) Canzoni o brani che in qualche modo hanno dei richiami al mondo gay.
3) Aspre critiche da parte dei perbenisti riguardo alla loro condotta e al loro modo di porsi.
4) Una storia difficile alle spalle (possibilmente con amori infelici e/o tormentati).
5) Ameno un consanguineo o un collaboratore stretto dichiaratemente (o perlomeno visibilmente) gay.
6) Una presa di posizione a favore della comunità e/o della condizione omosessuale.

Se una cantante risponde a due dei requisiti determinanti dopo aver raggiunto la popolarità il suo status di icona gay è quasi automatico, e se ne ha tre o più può diventare un'icona gay di prima categoria. Madonna, ad esempio, risponde a tutti i requisiti di cui sopra. Tuttavia bisogna fare un distinguo: Madonna è un'icona per i gay relativamente emancipati, mentre Mina appartiene ad una generazione precedente ed è circoscritta alla realtà italiana dei gay che hanno sempre preferito vivere con molta discrezione la loro condizione.
Magari scegliendosi icone che non sono mai state troppo esplicite nel loro ruolo.
Tant'è che Mina tiene anche ora una rubrica della posta su VANITY FAIR, una delle più note riviste cripto gay italiane, mentre Madonna ha cantato al Gay Pride e si è limonata Britney Spears (che all'epoca era un'icona gay in boccio a sua volta), giusto per fare qualche esempio...
Ora: il fatto che fra tanti personaggi paperizzabili sia stata scelta proprio Mina probabilmente non ha alcun rapporto col fatto che lei è un'icona gay, quanto col fatto che ha appena pubblicato un album di canzoni natalizie, tuttavia suona quasi come una beffa per chi sperava in un rinnovamento di Topolino, anche e non solo per quel riguarda l'apertura verso certi temi. Nel senso che paperizzare Mina sarebbe stata una scelta sensata qualche decennio fa, ma ora è davvero incomprensibile, soprattutto se una delle priorità è di rilanciare il settimanale fra i più giovani (con una cantante di 73 anni che deve fare pubblicità al suo nuovo album in uscita in questi giorni?). E d'altra parte posso mettermi anche nei panni di chi gestisce Topolino e ormai si trova schiacciato fra l'incudine e il martello: da una parte SA quali sono i veri miti per i giovani e i giovanissimi, e dall'altra SA che hanno caratteristiche che rendono impossibile la loro paperizzazione, in considerazione della linea editoriale di Topolino...
Dopotutto per la mentalità italiana, e di conseguenza per le pagine di Topolno, sarebbero considerati troppo trasgressivi.
Ve l'immaginate su Topolino una versione paperizzata di Lady GaGa (tipo Lady QuaQua)? O uno dei tanti idoli delle teenager che - invevitabilmente - puntano tutto sul loro sex appeal nonostante la giovane età? Così meglio ripiegare sul sicuro con Mina, che per le ultime generazioni non vuole dire quasi nulla, ma fa tanto contenti gli over 50 (ai quali, evidentemente, anche la redazione di Topolino attribuisce un grande potere)... Spero solo che sia stata Mina a pagare Topolino per tutta questa operazione, e non il contrario...
Tra l'altro in questa storia compare anche una delle più infelici creazioni della Disney Italia: Paperica, ovvero la versione paperizzata del giornalista RAI Vincenzo Mollica, che compare saltuariamente su Topolino dal 1995, e che fin dall'inizio non è mai stato granchè rappresentativo per i lettori della testata. Siamo seri: quale senso e/o funzione pratica poteva mai avere presentare la versione paperizzata di Vincenzo Mollica al pubblico di Topolino, nel 1995 e ancor più oggi?
Non so in quali rapporti sono il giornalista e la testata, e sinceramente non mi interessa, ma secondo me una scelta di questo genere è esattamente il genere di scelta che ha portato un settimanale storico a perdere centinaia di migliaia di lettori nel lungo periodo. E tutto perchè si rifiuta (o ha paura) di guardare in faccia alla realtà. Cosa molto dannosa  visto che i suoi personaggi sono nati proprio per essere una metafora della realtà, vivendo avventure inverosimili o facendo satira sociale, ma sempre prendendo spunto dalla realtà vera e non da una qualche realtà "di comodo".
L'essenza dello spirito disneyano, dopotutto, era  anche questa.
E ne sa qualcosa lo Zio Paperone di Carl Barks, ad esempio, che spesso si confrontava con la miseria e la povertà in maniera MOLTO realistica (e anche per questo è entrato nella leggenda).
Oggi il settimanale Topolino oserebbe confrontarsi con la povertà e la miseria, anche in considerazione del fatto che sempre più persone, in Italia, stanno tornando ad averci a che fare?
Ovviamente no!
Però se personaggi di un certo tipo NON fanno ciò per cui sono stati concepiti non funzionano, e il pubblico se ne accorge, non si sente coinvolto e non compra più i loro fumetti. E il problema è proprio che i fumetti Disney italiani, nel tempo, sono diventati l'espressione della cultura dominante del nostro paese, quella del finto perbenismo a tutti costi e del prosciutto sugli occhi, diventando parte integrante di un sistema che NON deve stimolare alcun tipo di riflessione e per cui l'appiattimento mentale è diventato un valore da inculcare fin dall'infanzia... Possibilmente continuando ad avere un occhio di riguardo per il passato e le vecchie generazioni, e magari continuando a piazzare versioni paperizzate di personaggi famosi che alla fine non hanno niente da dire, o che comunque non hanno la possibilità di esprimere liberamente il loro potenziale.
Di questo passo il calo dei lettori di Topolino continuerà, ma nessuno oserà fare qualcosa per cambiare davvero le cose, perchè questo vorrebbe dire sfidare il potere costituito e la cultura "ufficiale" del nostro paese, di cui Topolino ormai fa parte a pieno titolo...
Meglio una lenta agonia, quindi, magari negando l'evidenza.
D'altra parte anche questa è l'Italia del 2013.
Alla prossima.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ma io non credo ci siano sotto tutte queste cose.. . o che sia una specie di involontaria presa di fondelli.
A volte secondo me si tende ad estremizzare in modo pessimista.

Questo mese è uscito in molti negozio un cd di Natale con le canzoni cantate da Mina.
E il cd è stato disegnato in modo DISNEY con mina in stile paperizzata !
Proprio come avvenne già anni fa con un album di Mina e Celentano.
Quindi è solo per questo motivo che, questo mese, la copertina presenta Mina in modo ovviamente disneyano paperizzato.

Mirko

Wally Rainbow ha detto...

Personalmente non ho niente contro Mina, ma se il fatto stesso che Topolino abbia scelto di partecipare a questa operazione di marketing mi conferma che ha perso la bussola.

Wally Rainbow ha detto...

E comunque non si parla solo di una copertina, ma di un'intera storia incentrata su Mina e sul suo nuovo album. Niente di male, per carità, ma poi non si dovrebbero lamentare dei lettori che se ne vanno.

Stefano ha detto...

Probabilmente, nella loro ottica, partecipare a quest'operazione di marketing doveva portare nuovi lettori o fidelizzare quelli già presenti.

Ma perché dovrebbe aver perso la bussola solo per aver partecipato ad un'operazione del genere? Lo ha sempre fatto o sbaglio?

Scusa se ti arriva il commento doppio... ho avuto problemi col pc

Wally Rainbow ha detto...

Si si, Topolino queste operazioni le ha fatte spesso, ma almeno una volta utilizzava personaggi che in qualche modo erano popolari anche presso il suo pubblico giovane... Quando ero piccolo, ad esempio, mi ricordo una storia in due parti ambientata nel mondo della formula uno piena di campioni dell'epoca, e c'era pure Enzo Ferrari, che all'epoca era un signore molto anziano, ma era un mito per i bambinetti appassionati di Formula Uno. Calciatori, presentatori, attori... Topolino in Italia ne ha piazzati tantissimi, in un modo o nell'altro. Però secondo me se arriva a concedere spazio a Mina - che con i giovani e i giovanissimi ormai non ha più niente a che spartire - vuol dire che qualcosa non funziona.

Anonimo ha detto...

Che Mina non abbia a che spartire coi giovani lo dici tu, visti i continui omaggi e le pubblicità che le arrivano dai vari talent che presentano le sue canzoni

Wally Rainbow ha detto...

Non per fare polemica, ma a parte il fatto che qui non si contesta la bravura di Mina, se c'è una cosa che NON è rappresentativa dei giovani sono i Talent Show italiani, per tutta una serie di motivi che non ha senso approfondire qui. Mina, in ogni caso, è un monumento alla STORIA della musica italiana e in quanto tale va considerata ed eventualmente omaggiata. Il fatto che lei, come altri suoi colleghi coetanei (o quasi) vengano riproposti all'infinito (e sempre uguali a sè stessi, a differenza di alcuni loro colleghi stranieri) come icone giovanili (penso a Gianni Morandi o a Adriano Celentano) è qualcosa che può succedere solo in una nazione profondamente proiettata verso il passato e in cui la cultura POP viene gestita da persone che NON sono giovani e al massimo proiettano sui giovani la loro ex-gioventù, o eventualmente la loro paura dei cambiamenti. Che poi tanti giovani finiscano per credere davvero che questo sia il loro mondo (visto che PURTROPPO non gli vengono presentate alternative), con tutto il suo seguito di Talent Show, secondo me è un ulteriore segnale di pericolo.

Anonimo ha detto...

Non mi sono spiegato. Intendevo dire che per i giovani lontani da Mina, i talent possono essere un'occasione per scoprire qualcosa che non sanno e spingersi a studiare e informarsi con la rete. Mai detto che siano rappresentativi... non lo è la tv in generale. Dicevo solo che secondo me molti miti italiani possono essere ammirati e amati dai giovani, anche se non si danno una rinfrescata pop che piace a te. Probabilmente pensavano di attirare lettori o fidelizzarne alcuni con questa iniziativa. Niente di più

Wally Rainbow ha detto...

Quando ero giovinetto c'era NON É LA RAI, e volendo anche li c'erano tante cover di brani e cantanti importanti che - in teoria - potevano stimolare i giovani a farsi una cultura musicale. Il problema è che, allora come oggi, non è quello lo scopo dei cosiddetti programmi per giovani. Detto questo sono d'accordo con te e proprio per questo penso che Topolino abbia toppato, perchè con Mina non si attira ne fidelizza nessuno che abbia meno di trent'anni, o che comunque non sappia già di chi si tratta (ma anche in questo caso dubito che continueranno a comprare Topolino).

Alessandro Paesano ha detto...

Mina è seguita da tutta la nazione, uomini e donne, etero e gay giovani e vecchi.

Mina non è e non è mai stata una icona gay per il semplice fatto che Mina è una cantante nazional popolare che piace a tutti e tutte.

Mina ha avuto rapporti con la testata topolino sin dagli anni sessanta, quanto in una intervista di Soldati (reazionario e fascista) difende i fumetti contro la demonizzazione che Soldati ne faceva in tv.

Già nel 1998 Mina ha dedicato una copertina a disney comparendo in versione paperina assieme a Celentano in un album che porta il loro nome che nel 1998 ha venduto 1.800.000 copie.

Ora se è vero che solo i giovani comprano i dischi...

Le cose che scrivi mancano di una prospettiva storica (quella che ti fa chiamare la paperizzazione di Lady Gaga Lady Qua Qua e non Lady Ye-ye da Paperetta Ye-Ye che rappresentò un certo tipo di gioventù sul settimanale allora di Mondandori.

Tu parti da un tuo punto di vista (personaggi gay su topolino) e forzi il ritorno di Mina nel mondo papero leggendo una cantante nazionale come icona gay. Non c'entra niente. Mina è molto di più che una icona gay. Mina è conosciuta da tutti anche dalla vecchietta che ignora chi sia Lady Gaga e Madonna.

Mai letto niente di più pretestuoso

Wally Rainbow ha detto...

Caro A.P.,

A) Mna è stata un'icona gay per almeno tre generazioni di omosessuali italiani. Basta cercare "Mina icona gay" su Google per farsi un'idea della cosa. Inoltre il titolo di "icona gay" non implica che non si possa essere anche un'icona nazionalpopolare. Anche Raffaella Carrà è un'icona gay, ed è ancora più nazionalpopolare di Mina.

B) Il fatto che Mina abbia utilizzato lo stile Disney per la copertina del disco con Adriano Celentano non c'entrava assolutamente nulla col discorso che stavo facendo (e infatti non ne ho parlato per quello), perchè io parlavo della Disney che "usava" male Mina e non del contrario.

C) Il ragionamento su Paperetta Ye Ye Lady Ga Ga è talmente fuori dal mondo che sarei tentato di non ribattere. Mi limito a dire che giusto il mese scorso ho comprato un saggio su Romano Scarpa (l'ideatore di Paperetta Ye Ye), che la creò nel 1966 ispirandosi più che altro a Rita Pavone, e collocandola RIGIDAMENTE nel mondo Disney (è la nipote di Doretta Doremi, antica fiamma di Zio Paperone creata negli USA nel 1952). Dire che un'eventuale versione Disney di Lady Gaga andrebbe chiamata Lady Ye Ye mi sembra a dir poco sconclusionato.

D) Il nocciolo del mio discorso non era il fatto che Mina era un'icona gay, ma che la Disney ha delle strategie di marketing fallimentari.

Saluti.