Ciao a tutti, come va?
Di solito quando quello che scrivo viene riportato o segnalato in altre sedi, e viene messo in discussione, chi mi ha segnalato tende a giustificarmi dicendo che sono un attivista LGBT... Cosa che - in teoria - viene anche utilizzata per giustificare le mie osservazioni sul fatto che è grave che le tematiche omosessuali non trovano una giusta collocazione nel fumetto italiano... Il che, però, presuppone il fatto che se non fossi un attivista LGBT le mie osservazioni non sarebbero giustificabili.
Credo che ci sia un malinteso di fondo.
Io non ho mai detto che le tematiche LGBT da sole salverebbero il fumetto italiano dalla sua crisi, ma che la loro mancanza e/o pregiudizievole rappresentazione è una cartina di tornasole, e segnala un più generale scollamento fra gli editori e il grande pubblico potenziale... Che NON è quello che abitualmente legge fumetti, e che tende sempre a giustificare gli editori che segue fin da quando era piccolo, quanto piuttosto quello che prova a leggere un albo per caso o per curiosità, si annoia perchè non ci si ritrova e lo lascia perdere, forse per sempre.
Quindi oggi volevo spiegare meglio questo concetto anche alla luce di alcuni spunti di riflessione interessanti che arrivano dagli USA, e in particolare dalla MARVEL.
Come forse saprete a breve Capitan America passserà il testimone alla sua ex spalla di colore, e cioè il supereroe precedentemente conosciuto come Falcon...
Nel frattempo il ruolo di "mitico Thor" verrà rilevato da un misterioso personaggio femminile (che a tutt'ora non si è capito se sarà il Thor originale che cambia sesso, un personaggio nuovo si zecca, il Thor di una realtà alternativa o chissà cos'altro)...
Quel che è certo è che entrambi i personaggi militeranno nella nuova formazione degli Avengers (nella quale, guarda un po', entrano molti personaggi che hanno - o avranno presto - una controparte nell'universo cinematografico e televisivo che la MARVEL sta costruendo in questi anni)...
Chi conosce le dinamiche della MARVEL, comunque, sa bene che questi cambiamenti epocali e "definitivi" restano tali finchè durano, e che molto spesso si tratta di trovate extemporanee per sfruttare nuove idee e testare nuovi format... Il punto però, è un altro, e cioè il fatto che da sempre la MARVEL (e non solo lei) tenta di conquistare nuove fasce di pubblico, come potrebbero essere gli afroamericani o il pubblico femminile... Con la differenza che una volta puntava su personaggi creati per questo scopo, mentre ora sembra intenzionata a giocare la carta dei supereroi famosi che cedono il titolo... E dopo i buoni risultati ottenuti dallo Spider-Man dell'universo ULTIMATE presumo abbiano voluto tentare la stessa carta nell'universo MARVEL ufficiale...
E qui vale la pena ricordare che recentemente ha avuto un inaspettato successo anche la nuova titolare della testata di Miss Marvel, che è un'adolescente musulmana, per la quale è stato necessario ristampare sei volte il cartaceo del numero uno, che si è rivelato anche uno dei titoli più venduti nel mercato digitale del 2014...
E a quanto pare uno dei motivi principali del suo grande successo è nel fatto che la protagonista sedicenne - superpoteri a parte - deve fare i conti con una famiglia musulmana molto osservante, che vorrebbe che anche lei vivesse in maniera più tradizionale e più in sintonia con le proprie radici...
Niente a che fare, quindi, con la prima Ms.Marvel - biondona e vagamente femminista - che, nonostante fosse nata per conquistare il pubblico femminile, finì per essere progettata in funzione del tipico lettore MARVEL degli anni '70... E cioè adolescente, bianco e maschio (ovviamente etero e bramoso di vedere l'ombelico e le gambe di Miss Marvel in bella vista)...
Col risultato di non accontentare nessuno e di rendere Ms.Marvel un personaggio che - fino ad anni recenti - non è mai spiccato particolarmente (al di là delle sue tutine scosciate), nonostante innumerevoli tentativi di rilancio... Cosa che, peraltro, è avvenuta anche nel caso di vari supereroi MARVEL di colore... Da Pantera Nera a Luke Cage, che erano certamente eroi di colore, ma che spesso e volenteri finivano per assecondare le aspettative (e i pregiudizi) del pubblico che NON era di colore...
Adesso le cose andranno diversamente? Sicuramente è ancora presto per dirlo, ma la tendenza generale sembra quella di puntare a nuove fasce di pubblico SENZA mettere in primo piano le aspettative di quelle tradizionali... Anche perchè per conquistare un lettore nuovo (o magari una lettrice), che magari non è un intenditore di fumetti, servono soprattutto personaggi in cui si può identificare facilmente e in cui può ritrovare il suo mondo.
E questo, d'altra parte, è uno dei motivi per cui alla MARVEL i personaggi LGBT (soprattutto quelli secondari) sono sempre più numerosi e variegati, così come sono sempre più numerose e variegate le persone LGBT dichiarate con cui un americano medio ha a che fare nella vita di tutti i giorni...
Tutto questo preambolo mi serviva per sottolineare che, tanto per cambiare, in Italia la tendenza mi sembra opposta. Nel senso che offrire storie in cui un lettore occasionale può identificarsi o possa trovare riferimenti al mondo reale, e alle sue reali problematiche, mi sembra qualcosa che si evita con molta attenzione, così come mi pare evidente che non si vogliano creare storie in cui nuove fasce di pubblico possano identificarsi. Certo, se il primo scopo di un editore italiano è quello di tirare a campare serenamente evitando polemiche (come ha confermato anche Gianfranco Manfredi QUI), è tutto più comprensibile... Tuttavia, se davvero l'obbiettivo è quello di stare a galla il più a lungo possibile, c'è qualcosa che comunque non torna...
Facciamo un esempio molto banale. Chi in questo periodo ha a che fare con dei bambini che vanno all'asilo o alle elementari, ad esempio, sa bene che le loro classi sono un incrocio di culture, religioni ed etnie molto diverse, soprattutto nelle grandi città. Questi bambini cresceranno in un contesto sempre più globalizzato e interculturale, mentre i fumetti italiani sembrano intenzionati a presentare storie che riflettono una rassicurante realtà "retrò" sempre più obsoleta e fuori dal mondo, che non tiene conto di questi cambiamenti e in cui sempre meno futuri lettori (e lettrici) potenziali potranno identificarsi...
E d'altra parte provare a conquistare nuovi lettori, magari adolescenti, presentando (solo raramente, peraltro) le altre etnie attraverso il modello del "buon selvaggio", dell'africano capo tribù o del cinese campione di arti marziali (quanti si sono accorti che LONG WEI è finito?), vuol dire rendersi sempre più ridicoli nei confronti delle nuove generazioni, che oltre ad avere esperienze di prima mano con le altre etnie APPARTENGONO (e apparterranno sempre più spesso) alle altre etnie. E questo, più o meno, è il discorso che si può fare con le tematiche LGBT, seppure in modalità diverse.
Se poi si ampliasse la discussione alla rappresentazione delle donne nel fumetto italiano la questione (salvo rarissime eccezioni) sarebbe ancora più imbarazzante.
Forse l'approccio della MARVEL a certi temi non sarà perfetto, ma se non altro è un approccio... E il pubblico sembra premiarla. Oltretutto, altro piccolo e non irrilevante dettaglio, man mano che i suoi personaggi crescono (perchè nonostante le apparenze il tempo passa anche nell'universo MARVEL), continua ad introdurre NUOVI personaggi adolescenti (come ad esempio il nuovo NOVA), perchè sanno bene che altrimenti i nuovi lettori occasionali (in buona parte adolescenti o preadolescenti) non avrebbero appigli per identificarsi ed essere presi all'amo...
E invece la Bonelli che fa? Nel numero di agosto di Dylan Dog presenta il (presunto) figlio del protagonista, un certo Johnny... Cosa che sicuramente rafforzerà il processo di identificazione da parte dei lettori che seguono il personaggio dagli anni '80 e '90, e che ora sono padri, ma che è una mossa alquanto controproducente - anche a livello di marketing - se si vogliono conquistare nuovi lettori in una fascia d'età più bassa... E cioè quei lettori che - in teoria - potrebbero tenere a galla la Bonelli nei prossimi decenni...
Intendiamoci: qui non si discute la qualità delle storie, ma la politica editoriale di chi - lentamente, ma inesorabilmente - si sta tirando la zappa sui piedi da solo... Perchè se è vero che ci possono essere tanti lettori che si "accontentano" di una storia ben fatta e che si legge bene, ce ne sono molti altri (probabilmente la maggioranza) che si possono avvicinare ed appassionare ad un fumetto (o ad una qualsiasi forma di narrativa) solo se scatta un processo di reale identificazione... Il che spiega il successo, negli USA, di un personaggio come la nuova Ms. Marvel fin dal suo debutto...
Invece, analizzando - ad esempio - uno dei prodotti più innovativi e "giovani" del fumetto italiano degli ultimi anni, e cioè il tanto citato ORFANI, è davvero difficile capire come l'interesse può nascere da un processo di identificazione con dei protagonisti che, pur essendo giovani, hanno delle psicologie così disastrate, distorte e monolitiche... E forse è più plausibile pensare che nei confronti di questa serie e dei suoi protagonisti si possa creare, semmai, un interesse che nasce da un coinvolgimento narrativo del tipo "voglio vedere come va a finire, ma se al posto di tizio morisse caio non mi cambierebbe granchè"...
Anche questo è un approccio legittimo, ma nel lungo periodo non è affatto detto che sia l'investimento migliore. Ognuno è libero di fare come crede, ma se poi lamenta un calo delle vendite forse non è tanto un problema di crisi, quanto di incompatibilità con il pubblico potenziale di oggi... Che a differenza di quello di ieri ha a disposizione un intrattenimento multimediale senza precendenti (anche a basso costo o a costo zero) in cui "ritrovarsi" in maniera più compiuta, e non ha alcuna necessità di scendere a compromessi.
Spesso chi sostiene che il fumetto italiano in realtà è comunque migliore di quello americano (perchè ha titoli che vendono di più) cita i dati di vendita di TEX, che - pur avendo perso lettori rispetto alle punte di 500.000 copie al mese degli anni d'oro - tocca le 200.000 copie di venduto ad ogni uscita... E in effetti è uno standard quasi inarrivabile per buona parte delle testate americane dei supereroi più famosi, nonostante la differenza di numeri fra la popolazione italiana e quella americana (60 milioni contro 350 milioni).
Tutto vero.
Però è anche vero che negli USA è da decenni che escono centinaia di testate al mese solo per quel che riguarda il genere supereroistico, prodotte da dozzine di editori (oltre a quelli maggiori) che si spartiscono un mercato che - prima di internet - era gestito soprattutto dalle fumetterie (che spesso si trovano in città che offrono molti altri modi per investire i soldi nel tempo libero). Senza contare i paperback che raccolgono i cicli di storie a pochi mesi dalla loro uscita. In Italia, invece, TEX arriva da sempre in TUTTE le edicole (raggiungendo anche quelle località dove non c'erano - e ancora non ci sono - reali possibilità di svago e di evasione per giovani e meno giovani) e praticamente non ha mai avuto concorrenza diretta negli ultimi trent'anni... Fidealizzando da sempre almeno tre generazioni di lettori per volta.
Anche Diabolik oggi non ha concorrenza e vende sulle 120.000 copie al mese, ma probabilmente se oggi dovesse spartirsi il mercato con l'equivalente di Kriminal e Satanik (che erano i suoi maggiori concorrenti negli anni '70) la situazione sarebbe diversa.
Batman #29, per fare un esempio, in america ha venduto "solo" 117.000 copie (senza calcolare quelle digitali)... Ma quanta concorrenza diretta ha Batman nell'ambito dei fumetti di supereroi? Senza contare che le sole testate dedicate a Batman e alle varie diramazioni della sua "bat-famiglia" sono una decina ogni mese...
Ognuno può trarre le sue conclusioni, ma nel 2014 ragionare senza tenere conto di questi piccoli "dettagli" ha poco senso... Sempre che si voglia puntare al ricambio generazionale e non ad una lenta estinzione.
Questo era giusto per dire che il discorso LGBT nel fumetto italiano è solo la punta dell'iceberg, ma che sicuramente non sarebbe un problema se a monte non ce ne fossero molti altri, che a modo loro sono anche più gravi... E che quasi certamente faranno sentire il loro peso nei prossimi anni.
Alla prossima.
2 commenti:
Extemporanee è fantastico...
Comunque tutto condivisibile e ragionato, ma... hai problemi con la Bonelli?
Macchè!
Il problema è che a parte la Bonelli non saprei di chi parlare per analizzare nuove proposte del fumetto popolare italiano... L'Astorina va avanti solo con Diabolik e la 1000voltemeglio va avanti solo con Alan Ford... La Star Comics ormai non propone niente di nuovo a parte qualche esperimento qua e là, l'Aurea Editoriale quest'anno ha fatto solo Long Wai (e l'ho citato), mentre la Panini Disney si occupa di fumetti umoristici... Quindi... :-)
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