Ciao a tutti, come va?
Speravo che per un po' non sarei tornato a mettere in evidenza l'ambigua situazione dell'editoria a fumetti italiana, ma a quanto pare mi stavo illudendo. E a quanto pare mi illudevo anche quando ho sperato che per un po' non sarei dovuto tornare a parlare di Topolino...
Pazienza.
Il fatto è che, siccome penso che il fumetto abbia ancora un grande potenziale anche in Italia, non posso proprio fare a meno di sottolineare dei comportamenti che mi sembrano perlomeno sospetti, e che nel lungo periodo possono peggiorare una situazione già molto precaria... Anche se mi rendo conto che potrei passare per un rompiscatole.
I fatti sono questi: ultimamente su siti, blog e riviste specializzate, nonchè sui sempre più essenziali social, si sono diffusi a macchia d'olio i complimenti a Topolino, per la sua capacità di avere recuperato alcune decine di migliaia di lettori nel mese di dicembre... Dimenticando, però, di riportare alcuni dettagli: e cioè che dopo il guizzo di luglio 2014 (dovuto ai gadget e al ritorno di PK) c'era stato un tracollo totale, che comunque il settimanale sta perdendo una media di venti abbonati OGNI GIORNO e che anche nel mese di dicembre Topolino aveva dei gadget in allegato...
Roba da niente, insomma.
Ora: la questione fondamentale è che i dati di vendita di Topolino sono pubblici, perchè - ospitando pubblicità al suo interno - è tenuto a comunicarli all'ADS e cioè l'agenzia di Accertamento Diffusione Stampa. Cosa, questa, che permette a chiunque, me compreso, di monitorare le sue vendite e di farsi un'idea precisa della situazione reale, traendo le debite conclusioni nonostante tanti giri di parole e nonostante il fatto che i siti di fumetti più gettonati offrano una visione falsata della realtà.
La cosa interessante è che i dati ADS di gennaio, e cioè del mese successivo a quel dicembre "favoloso" per cui tutti si sono complimentati con Topolino per i suoi dati di vendita, NON comprendono Topolino... O meglio: per Topolino compare una bella scritta "DATI NON PERVENUTI" (se non ci credete CLICCATE QUI per dare un occhiata alla tabella in formato Excel)... Che è un po' come dire che Topolino non glieli ha mandati. Cosa, questa, che non era successa praticamente MAI.
Certo, i dati possono non essere pervenuti per mille motivi, ma CASUALMENTE non sono pervenuti per quel che riguarda il mese successivo al dicembre "favoloso" di cui sopra, e non sono pervenuti dopo che è successo quel gran pasticcio con la copertina dedicata Charlie Hebdo (e di cui si è parlato tanto anche su questo blog)... Si dice che a pensar male si fa peccato, ma si sbaglia raramente, e se proprio dovessi essere sincero mi viene il sospetto che dietro a quel "DATI NON PERVENUTI" ci potrebbe essere una specie di strategia di marketing un po' contorta, finalizzata a non diffondere più (per il momento) dati di vendita sconfortanti per non generare ulteriori danni di immagine in un momento così delicato.
Ovviamente la prova del nove arriverà nei mesi prossimi, quando Topolino dovrebbe comunicare i dati relativi ai mesi successivi al caso Charlie Hebdo, che sicuramente avrà determinato l'allontanamento di parecchi lettori (soprattutto fra gli abbonati)...
Tuttavia, a riprova del fatto che Topolino non naviga esattamente in buone acque, è stato annunciato che fra un paio di mesi ci sarà il ritorno di PK in una saga in quattro parti, con l'evidente speranza di bissare l'effetto salvagente che questo personaggio (che NON è mai stato pensato per trovare spazio sulle pagine di Topolino) ha avuto l'estate scorsa.
Eppure non ci vuole un genio per capire che le cose stavolta andranno diversamente: in primo luogo perchè non sarà più IL ritorno, ma UN ritorno, e l'effetto nostaglia non sarà più quello della prima volta, e in secondo luogo perchè i fans storici di PK, anche ammesso che vogliano contiuare a seguire il personaggio anche "da grandi", probabilmente non hanno il tempo e la voglia di tenere d'occhio Topolino nella speranza che OCCASIONALMENTE compaia qualche nuova storia a puntate di PK, tantopiù che quando seguivano PK ne compravano un albo al mese, tutto dedicato a lui, mentre adesso si ritroverebbero a spendere i loro soldi per una copia di Topolino in cui troverebbero poche pagine di PK ogni settimana. E questo potrebbe spiegare perchè la Disney Panini ha annunciato la pubblicazione delle nuove saghe di PK in volume, a partire da quella dell'estate scorsa, alla "modica" cifra di 17 euro l'uno! Che, a ben guardare, sembra una soluzione studiata proprio per essere un incentivo a seguire PK su Topolino... Perchè pur comprandone quattro numeri i fans del personaggio spenderebbero circa la metà dei soldi necessari per la raccolta, e farebbero tirare un po' il fiato ad un settimanale ormai in caduta libera.
Forse sbaglio, ma se la mia teoria fosse esatta e Topolino per riguadagnare lettori si fosse orientato totalmente alle operazioni di marketing, piuttosto che su una reimpostazione dei suoi contenuti, temo che non farà altro che peggiorare la situazione.
Soprattutto in un periodo storico come questo, in cui molte persone stanno riscoprendo la necessità di confrontarsi con forme di narrazione e di intrattenimento che in qualche modo rispecchiano metaforicamente la realtà che li circonda... La tendenza di Topolino negli ultimi decenni, che ormai è diventata una tradizione, è quella di ridicolizzare e banalizzare gli spunti che arrivano dal mondo reale, invece di reinterpretarli e - magari - trarne spunto per storie caratterizzate da un umorismo agrodolce, come avveniva in passato. Un umorismo che comunque lasciava spazio anche ad un margine di riflessione.
E la scusa del fumetto "per bambini" non tiene più, se mai ha tenuto davvero...
Proprio in questi giorni, ad esempio, mi è ricapitato per le mani il numero 44 di Fumo di China, datato settembre 1996, che dedicava un articolo al successo di vendita (all'epoca) di Topolino e delle altre testate pubblicate dalla Disney Italia. Ebbene: citando i dati Audipress del gennaio 1995, quell'articolo riferiva che in quel periodo i 3/4 dei lettori di Topolino erano maggiorenni!
Ognuno può trarre le sue conclusioni.
Quel che è certo è che più si è puntato sull'infantilizzazione dei contenuti e delle storie, forse nella speranza di trasformare i bambini nel target di riferimento principale, e più le vendite sono diminuite.
Probabilmente il calo non è dipeso tutto da quello, ma sicuramente ha fatto la sua parte.
D'altra parte se fino ai primi anni '90 la psicologia di Topolino, per fare un esempio, era quella di un giovane adulto, intelligente e dai modi risoluti, e nelle storie di oggi si tende a presentarlo come un adolescente ingenuo (per non dire rimbambito) e un po' rintronato (anche se di tanto in tanto ci sono autori come Andrea Castellan, in arte Casty, che per fortuna si richiamano ancora al modello di autori come Romano Scarpa e Floyd Gottfredson), va da sè che gli adulti non ci si identificano e i bambini non lo trovano realmente accattivante... Anche se, paradossalmente, questo modello è stato elaborato proprio pensando ai bambini....
O meglio: pensando all'idea "canonica" di bambino tanto cara alle lobby di potere del nostro paese... Che però non coincide con i bambini reali, e soprattutto NON con i bambini di oggi... Che sanno maneggiare gli iPad prima ancora di sapere scrivere e molto difficilmente si identificheranno in un Topolino che dimostra di avere problemi con internet (come è avvenuto in una storia pubblicata su Topolino 3086) e rivendica il diritto di non avere un profilo sui social... In una storia che peraltro presenta internet (e, per estensione, le nuove tecnologie) come una potenziale fonte di problemi e di pericoli...
Al punto di spingere Topolino ad utilizzare un vecchio modello di cellulare pre-smartphone con tanto di antenna, che probabilmente per molti bambini di 6 o 7 anni del 2015 è un oggetto che non si è mai visto nemmeno in cartolina...
Una storia del genere, a guardarla bene, sembra proprio studiata per assecondare i pregiudizi delle lobby di cui sopra (che probabilmente vogliono scoraggiare un utilizzo di internet troppo disinvolto), ma è evidente che le suddette lobby non sono poi così rilevanti fra i lettori reali di Topolino... Altrimenti con tutte queste storie studiate su misura per loro non si sarebbe verificato questo calo progressivo di lettori.
Come ho avuto modo di sottolineare più volte, ad esempio, anche solo accennare a situazioni LGBT in maniera garbata e delicata, con personaggi adeguati e contesti adeguati, non farebbe altro che riflettere una situazione con cui sia gli adulti che i bambini italiani di oggi hanno già una certa famigliarità, ma siccome è un argomento perlomeno osteggiato dalle lobby di potere che dettano legge nel nostro paese, e nei nostri media, si bada bene di non sfiorare la questione nemmeno di striscio.
Tuttavia, a riprova del fatto che ci sono due pesi e due misure, mi sento in dovere di segnalare il fatto che, anche se gli omosessuali e l'omosessualità su Topolino sono un tabù, a quanto pare gli ex gay - o sedicenti tali - non lo sono altrettanto. Infatti su Topolino 3091 è ricomparso il mago trasformista Arthur Brachetto, e cioè la versione paperinizzata di Arturo Brachetti...
Ora: per chi non lo sapesse Arturo Brachetti è un grandissimo trasformista di origine torinese che fa spettacoli in tutto il mondo fin dal 1978, giocando molto sulla sua ambiguità e costruendo attorno a sè un'immagine molto surreale. Da giovane pare che non si facesse grandi problemi a giocare molto anche sulla sua sessualità, e infatti anche se era un artista famosissimo Topolino per una trentina d'anni non ha mai osato paperinizzarlo, pur dedicando qualche inevitabile servizio ai suoi spettacoli...
Poi, nel 2007, Arturo Brachetti rilasciò un'intervista sul canale La7 nella quale, quando gli venne chiesto se era omosessuale, si espresse così:
"Omosessuale? É stato un periodo, peraltro felice, della mia vita. Ho
fruito della vita in tutti i modi. Adesso ho qualcuno che mi vuole bene
ma non voglio sposarmi nè avere un figlio. Ho vissuto flirt a destra e a
sinistra perchè sono geneticamente infedele e forse è stato proprio
questo che mi ha tenuto insieme alla mia amica. Adesso vivo di cose
romantiche e di relazioni platoniche"
E così, molto casualmente, Arturo Brachetti è iniziato a comparire *PUFF* su Topolino nei panni di Arthur Brachetto a partire dal numero 2759, del 2008... A meno di un anno di distanza dalla sua intervista. Tutta una coincidenza?
Ovviamente non sta a me dirlo, però qualche sospetto mi pare legittimo.
Ora la questione è: tutti i vari trucchetti di marketing che sta adottando la Disney Panini per rilanciare Topolino (con più copertine alternative per ciascun numero e tutto il resto) hanno senso? Possono davvero compensare il fatto che con gli anni i fumetti del settimanale hanno iniziato a muoversi in gabbie sempre più strette, che non gli permettono più di reinterpretare la realtà e le dinamiche della vita dei loro lettori?
Io al riguardo ho qualche dubbio.
Alla prossima.
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voce!
1 commento:
""Omosessuale? É stato un periodo, peraltro felice, della mia vita. "
...AH AH AH AH AH AH AH AH AH ...AH AH AH AH AH AH AH AH AH ...AH AH AH AH AH AH AH AH AH ... oh mamma, basta che muoio... :-D
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