Ciao a tutti, come va?
A Torino c'è un'organizzazione che si chiama Centro Risorse LGBTI (CLICCATE QUI), che ovviamente si occupa di promuovere la causa LGBTI e al riguardo ha un approccio abbastanza moderno. Nel senso che lo fa organizzando iniziative di formazione e sensibilizzazione, e mettendo a disposizione le sue competenze per le associazioni con meno esperienza.
L'ultima iniziativa che ha promosso è un sondaggio per inquadrare meglio le famiglie LGBTI in Italia, con o senza figli, che trovate CLICCANDO QUI. Il proposito è quello di raccogliere un numero statisticamente rilevante di testimonianze, per inquadrare al meglio una situazione che nel nostro paese continua a passare perlopiù inosservata.
Cosa c'entra tutto ciò con questo blog?
C'entra nella misura in cui, nel video che promuove l'iniziativa,
compare come testimonial anche la famiglia composta da Marco Marcello
Lupoi, direttore editoriale della Panini, e dal suo compagno Andrea
Pizzamiglio...
Ora: da una parte direi che è molto bello che il direttore editoriale di una grande casa editrice di fumetti italiana faccia da testimonial per un'iniziativa del genere... Però, dall'altra, è davvero curioso che questa sua partecipazione non sia ancora stata segnalata da nessun sito italiano che si occupa di fumetti. Infatti il video è stato pubblicato il 12 luglio, ma ad oggi nessuno spazio che parla di fumetti lo ha ancora segnalato ...
Certo, non si tratta di una notizia di carattere fumettistico, ma è pur vero che gli spazi web che parlano di fumetto indugiano regolarmente anche sugli argomenti extra fumettistici che coinvolgono i nomi di riferimento del settore... Comprese le loro dichiarazioni, le loro prese di posizione e le loro "comparse" in iniziative che non hanno niente a che fare col comndo del fumetto. Forse sbaglio, ma qualcosa mi dice che se Marco M. Lupoi avesse fatto da testimonial per una ditta produttrice di formaggini, o magari avesse partecipato ad una campagna per la salvaguardia di qualche specie protetta, presso certi canali la sua testimonianza avrebbe circolato molto più facilmente....
Che il direttore editoriale della Panini abbia un compagno, in effetti, non è un gran mistero (e in effetti non c'è nessun motivo valido per cui dovrebbe esserlo)... Anche perchè, per fortuna, si tratta di una coppia felice che vive alla luce del sole, apertamente schierata per i diritti civili e tutto il resto...
Quindi, a ben guardare, chi non segnala la loro presenza come testimonial in una campagna di sensibilizzazione non può nemmeno utilizzare la scusa di voler rispettare la loro privacy, o cose del genere... Tantopiù che, come dicevo prima, gli spazi web che in Italia si occupano di fumetto spesso e volentieri danno spazio a dichiarazioni, affermazioni o prese di posizione su argomenti generali di noti esponenti del mondo fumettistico nazionale (e internazionale)... Quindi il fatto che questa partecipazione di Marco M. Lupoi all'iniziativa #CONTIAMOCI sia passata del tutto sotto silenzio qualche piccolo dubbio lo fa anche venire...
Anche perchè un'iniziativa del genere sarebbe stata una buona occasione per fare un'intervista a Marco M. Lupoi, magari incentrata sul suo punto di vista riguardo alla rappresentazione dell'omosessualità nei fumetti, e in particolare nei fumetti MARVEL... Non foss'altro perchè è un tema di crescente attualità.
Certo può anche essere che in qualche caso la notizia non sia mai arrivata a chi di dovere, ma che non sia circolata per nulla in un ambiente dove - molto spesso - tutti sanno tutto di tutti mi sembra un po' inverosimile.
Generalizzare non è mai una cosa buona, ma la sensazione è che - almeno in qualche caso - ci sia stata proprio la volontà di non parlarne, e a questo punto sarebbe interessante cercare di capire il perchè, anche se forse non c'è poi molto da capire.
Generalmente (e con rare eccezioni) quando il web italiano che parla di fumetti riporta notizie legate a tematiche omosessuali preferisce sempre NON puntare l'attenzione su quelle che riguardano la situazione italiana, quasi come se certi argomenti - trattati peraltro con molta moderazione - fossero qualcosa di intrinsecamente esotico. Come se in Italia non esistessero editori gay, fumettisti gay o fumetti a tematica gay...
Addirittura, se viene annunciata la pubblicazione in italiano di un titolo con dei risvolti LGBT, si cerca sempre di glissare su questo aspetto, usando eufemismi e cercando di utilizzare il meno possibile termini come gay o lesbica... A titolo di esempio vi rimando all'intervista con cui il sito MANGAFOREVER ha presentato l'edizione italiana del fumetto di Jem e le Holograms (CLICCATE QUI)... In questo caso non c'è stato nessun riferimento il fatto che una storia d'amore lesbica sia uno degli elementi più innovativi, e caratteristici, di questa rivisitazione della serie animata degli anni Ottanta...
E anche in questo caso viene da chiedersi perchè... Ovviamente non pretendo di avere delle risposte, ma se dovessi basarmi sul mio intuito direi che dietro a questo atteggiamento ci sono almeno tre problemi di fondo.
Il primo è la paura di risultare troppo "schierati" nei confronti di un argomento che - dalle nostre parti - divide ancora molto, soprattutto considerando che in Italia l'età media degli appassionati di fumetti è abbastanza alta (per non parlare della gran quantità di persone "vecchie dentro" che bazzica in questo ambiente). Se un sito italiano iniziasse a trattare con eccessiva disinvoltura certi argomenti, e magari "sostenesse" la legittimità di certe posizioni, sa bene che susciterebbe delle polemiche e di conseguenza rischierebbe di comproettere i rapporti con parte del suo pubblico e con le case editrici con cui collabora in maniera più stretta (che sicuramente NON vogliono risultare troppo schierate e NON vogliono essere associate a collaboratori e/o a siti troppo schierati). Oltretutto molti collaboratori di questi siti e blog lavorano già per varie case editrici, o aspirano a lavorarci, e questo rende tutto più complicato e "delicato" da gestire.
Secondo problema: la paura di compromettere editori e autori. Prendiamo il caso di Marco M. Lupoi: non fa un mistero del fatto che ha un compagno, ma d'altra parte è anche vero che non tutti - fra chi legge i fumetti della sua casa editrice - sanno che lo ha. Se un sito di fumetti ne parlasse apertamente sa che poi dovrebbe assumersene anche la responsabilità in caso di eventuali ripercussioni - personali e professionali - sulla sua persona. Con tutta una serie di ipotetiche conseguenze difficilmente prevedibili. E forse anche questo è un elemento che spinge certi ambienti a mantenere un prudenziale silenzio. Se un domani, per ipotesi, Marco M. Lupoi si sposasse e potesse adottare un bambino (o magari decidesse di averne uno tramite maternità surrogata), l'argomento salterebbe mai fuori in qualche intervista? Ho dei seri dubbi... Perchè, allo stato attuale, nessun sito di fumetti oserebbe tanto in un paese come il nostro...
Infine: non ho idea di quante siano le persone omofobe nell'ambito di certi spazi web, ma presumo che ce ne siano, anche perchè altrimenti non si spiegherebbero certe recensioni e certe omissioni (come quelle che ho segnalato nel post che trovate CLICCANDO QUI. e che riguardano anche pubblicazioni Panini). Forse, molto banalmente, di certi argomenti non si parla anche perchè non gli si vuole dare visibilità. Perchè, a monte, si reputano sbagliati a prescindere. E questo spiegherebbe perchè, ad esempio, si parla regolarmente degli ultimi fumetti di Manara o dell'ennesima ristampa di Guido Crepax, ma il nome di Gengoroh Tagame non si legge davvero da nessuna parte (e d'altra parte, più in generale, da nessuna parte si legge delle proposte della casa editrice Renbooks). Generalmente, in questi casi, si utilizza la scusa del "sito per tutti", che per tutelare i più piccoli non può permettersi di toccare certi argomenti. Però è evidente che ci sono due pesi e due misure, e anche questa è una sottile forma di omofobia...
Ovviamente le mie sono solo ipotesi, ma finchè non verranno smentite dai fatti mi sembrano abbastanza verosimili.
Resta il fatto che, a differenza di quanto avviene negli USA o in altre nazioni, in Italia non abbiamo siti di informazione fumettistica propriamente gay friendly, e non so quanto questo sia positivo. Nel senso che avere un approccio più inclusivo sicuramente avvicinerebbe molto più pubblico occasionale, e in particolare quello giovane, con maggiori benefici per tutti. Essere guidati dai timori e dai pregiudizi, forse, può sembrare la strada più sicura, ma davvero non so quanto possa essere sensato nel lungo periodo... Anche perchè prima o poi i nodi vengono al pettine. Ora abbiamo avuto Marco M. Lupoi che ha fatto da testimonial per un'iniziativa LGBTI col su compagno, ma cosa potrebbe riservarci il futuro? Per quanto tempo si può continuare a fare finta di niente senza
rischiare di fare dei danni peggiori di quelli che si vogliono evitare?
Onestamente non saprei proprio dire che piega potranno prendere gli eventi nell'immediato futuro: da una parte vedo tanta voglia di rinnovamento, ma dall'altra mi pare di cogliere un attaccamento morboso ad una quantità incredibile di paure e preconcetti... E non si capisce nemmeno fino a che punto questo attaccamento sia spontaneo o mosso da secondi fini.
Sia come sia staremo un po' a vedere cosa succederà... Anche perchè, arrivati a questo punto, indietro non si può tornare.
Alla prossima.
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