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mercoledì 15 aprile 2015

AZIONI E REAZIONI...

Ciao a tutti, come va?

Nell'ultimo annetto mi sono concentrato molto sulla situazione italiana, ma effettivamente mi è capitato spesso di segnalare una certa dose di rigurgiti puritani sul territorio americano... Anche se sono stati abilmente camuffati e fatti passare per altro.

In realtà sembra proprio che, da quando i supereroi sono diventati popolari anche al di fuori del solito giro di appassionati, grazie ad esempio ai successi cinematografici, e da quando questa situazione li ha portati al centro dell'attenzione come non capitava da tempo, le case editrici abbiano scelto di sposare una forma di politically correct molto attenta a non offrire sponde agli attacchi mediatici.

E questa tendenza, tanto per cominciare, ha portato ad un ripensamento generalizzato dei costumi e delle "pose" delle supereroine... Scelta che comunque è stata premiata da dei buoni dati di vendita, che sicuramente sono dovuti anche ad un maggior coinvolgimento del pubblico femminile. Un pubblico che, forse per la prima volta, si è davvero potuto identificare in supereroine femminili che non venivano presentate in funzione della libido maschile...

Insomma: negli USA hanno scoperto l'acqua calda.

Nel senso che è risaputo che per i fumetti non esiste UN solo tipo di pubblico con UN SOLO tipo di esigenze e UN SOLO punto di vista... E che se un editore (o una testata) si concentra su certo tipo di pubblico, magari con successo, questo non implica che non ne esistano altri. Molto banalmente: se il pubblico femminile ha dei gusti estetici e formali che quello maschile non ha, è ovvio che i fumetti in cui i lettori maschi si identificano di più non saranno necessariamente quelli in cui si identificano di più le lettrici femmine... E viceversa...

In effetti questa è da sempre la filosofia dei manga giapponesi: il problema è che, al contrario, negli USA si fa molta fatica a concepire l'idea che non esiste UN solo modello di pubblico che faccia da riferimento principale, una specie di "lettore medio" da considerare anche quando ufficialmente si cerca di coinvolge fasce di pubblico più diversificate...

Così, se una volta il pubblico di riferimento era considerato quello composto da maschi adolescenti eterosessuali che non erano un sottogruppo del pubblico generalista del cinema o delle serie TV, adesso la situazione sembra essere cambiata... E non necessariamente in meglio, visto che invece di differenziare le testate e i personaggi a seconda delle varie fasce di lettori, la tendenza degli editori statunitensi più importanti continua ad essere quella di uniformare tutti i loro titoli al "pubblico medio" che va per la maggiore di volta in volta... E che oggi è composto anche da un'ampia fetta di conservatori e puritani che una volta si tenevano a debita distanza da fumetti e fumetterie, e che ora hanno iniziato ad avvicinarsi ai fumetti di supereroi (e non solo) dopo il boom dei prodotti mediatici che li hanno coinvolti da una dozzina d'anni a questa parte (e che probabilmente hanno motivato anche l'acquisto della MARVEL da parte della DISNEY)...

Col risultato che oggi, con la sensualità, non si può più nemmeno giocare...

L'ultima "vittima" illustre è stato il fumettista Frank Cho, che - nel pieno della polemica sulla copertina di Spider-Woman disegnata da Milo Manara volle darne la sua personale interpretazione... E al tempo stesso prendere per i fondelli (è il caso di dirlo) tutte le persone che ne avevano fatto una questione di vita o di morte...

In quell'occasione non gli venne dato molto peso, anche perchè altri autori avevano fatto altrettanto, ma più di recente ha condiviso un schizzo di Spider-Gwen (una delle ultime donne ragno della MARVEL) nella stessa posizione... E a quanto pare, anche in considerazione del fatto che Spider-Gwen nasceva fin dall'inizio per rappresentare l'alternativa casta e pura di Spider-Woman, è finito nell'occhio del ciclone...

Quindi anche se non si trattava di una copertina ufficiale, ma solo di un gioco, anche in questo caso si è sollevato un polverone, con tanto di insulti e minacce... Ai quali Frank Cho ha risposto facendo il tris, questa volta con una copertina ancora più satirica  e incentrata (per par condicio) su di un personaggio della DC COMICS, ovvero Harley Quinn...

Nella polemica che ne è scaturita è stato particolarmente interessante l'intervento dell'ideatore e attuale disegnatore di Spider-Gwen, Robbi Rodriguez, che vedete nella foto sotto e che non appena ha visto il disegno di Frank Cho ha commentato: "Hai disegnato una versione perversa di una delle mie creature. Cerca di starmi alla larga"

Successivamente, dopo essere stato a sua volta criticato da lettori e colleghi per il suo commento, ha precisato il suo pensiero su facebook, e ha detto che:

"Primo: lasciatemi dire che non era una minaccia fisica, ma più o meno il mio modo per riassumere quello che sto scrivendo adesso. E comunque questo sfogo lo avrebbero avuto tanti altri professionisti come me, credetemi.

Secondo: non ritiro quello che ho detto. Questo è ciò che penso, prendere o lasciare, e comunque non ho iniziato io. So che queste reazioni non sono eleganti, ma mi urta davvero che con tutta la fatica che si fa per coinvolgere nuovi lettori arrivi qualcuno che rischia di mandare a monte tutto con dei disegni di quel tipo.

Quei disegni hanno il loro posto e il loro pubblico, e devono restare là. Milo Manara mi piace nel suo contesto, ma al di fuori del suo contesto è inappropriato, dal momento che questo paese non ha ancora raggiunto il giusto livello di maturità quando si confronta con la sessualità e l'espressione sessuale. Anzi: può diventare addirittura spazzatura se si considera il boom di lettori degli ultimi anni. All'Emerald City ComiCon non ho mai sentito così tante persone dirmi "questo è il primo fumetto di mia figlia / figlio" o "mia moglie non ha mai preso in mano un fumetto prima di questo" e via dicendo... É fottutamente fantastico che l'industria stia rompendo questo muro, ma ogni volta che vicino a me vedo copertine come "quelle" mentre faccio autografi per dei nuovi lettori rabbrividisco. 

Merda, ragazzi, non si tratta di censura, perché la maggior parte delle persone che sollevano questo argomento non sanno neanche che cosa significa esattamente. Se come professionisti vogliamo che i fumetti siano presi sul serio ora abbiamo una possibilità, quindi bisogna agire al passo coi tempi. La definizione dell'immagine del corpo è cambiata in tutti i settori dell'entertainment negli ultimi dieci anni... E non è una questione di cambiare lo stile del tuo lavoro - è una questione di pensare al tuo lavoro al di fuori della bolla in cui hai sempre vissuto.


Una volta quando dicevo a qualcuno esterno al mondo del fumetto che facevo il fumettista mi sentivo in imbarazzo, perchè mi associavano a "tettone e pistoloni", ma adesso stiamo facendo dei progessi. Non avete idee di quante volte vedo in giro fumetti come SAGA, ed è fottutamente sorprendente. E lo è perché questi non sono i vecchi lettori, queste sono giovani menti fresche che hanno appena iniziato a leggere fumetti... Però una volta che vedono copertine come quella schizzata da Cho o disegnate da J.Scott Campbell, il fumetto ritorna all'età della pietra e degli stereotipi. Fidatevi: voi potete non capirlo, ma è così

Quindi ragazzi abbiamo la possibilità di legittimare il mondo del fumetto più di quanto non lo sia mai stato negli ultimi decenni. Non mandiamo tutto a farsi fottere per il nostro attaccamento al vecchio modo di fare. Con questo nuovo afflusso di fantastiche professioniste, dovete fare la vostra parte per ampliare il mercato. Questa potrebbe essere la nostra ultima grande occasione per farlo. Se diventiamo adulti avremo dei benefici nel lungo periodo"




Questa lunga dichiarazione, che sembra solo uno sfogo su facebook, in realtà solleva molte questioni interessanti, e probabilmente mette in luce la vera filosofia sposata dal fumetto americano degli ultimi anni, con tutti i suoi pro e i suoi contro.

Il punto è: fino a che punto reprimere la sensualità femminile è un atto di rispetto verso le donne e non, ad esempio, un'operazione finalizzata ad accattivarsi una nazione che "non ha ancora raggiunto il giusto livello di maturità sui temi legati alla sessualità e all'espressione sessuale"? Perchè, attenzione, ragionando in questo modo passa il messaggio che la sensualità femminile è di per sè qualcosa di volgare e inopportuno a prescindere, e che va repressa sul nascere anche solo quando viene utilizzata, in modo più o meno giocoso, per lanciare messaggi di un certo tipo, quando è funzionale a un certo tipo di storia o anche solo quando è una legittima scelta espressiva...

E dire che la ragione principale è che il nuovo "grande pubblico" dei fumetti è in buona parte femminile, "innocente" e/o sessualmente inibito, e che quindi va trattato coi guanti, suona tanto come una scusa per giustificare il fatto che non si vuole sfidare la mentalità fondamentalmente sessuofoba dell'americano medio... Quell'americano medio che - evidentemente - i grandi editori americani vorrebbero che prendesse il posto del classico lettore nerd di fumetti, che rappresenta un bacino di utenza decisamente più limitato rispetto a quello dei milioni di spettatori mediamente un po' più bigotti che seguono i film MARVEL al cinema o i serial TV della DC COMICS.

Questo è un bene o un male?

Ovviamente è una questione di punti di vista, ma è indubbio che se la legge del mercato (per quanto mascherata da scelta etica), porta a limitare la creatività degli autori e ad adottare una politica restrittiva in fatto di sensualità femminile (quando comunque si parla solò di sensualità e non di pornografia) forse c'è qualcosa che non funziona... Perchè passare da un estremo all'altro, piuttosto che differenziare le testate in base al loro pubblico di riferimento, è una scelta che nel lungo periodo porta tutto fuorchè dei benefici, e comunque ha dei risvolti poco democratici...

Qualche mese fa vi ho parlato del progetto di Kevin Wada e Kristafer "Kris"Anka (a base di supereroi in costume da bagno), che non è andato in porto per incompatibilità di vedute con la MARVEL (CLICCATE QUI)... E alla luce di tutta questa storia non escluderei che la vera ragione del contrasto fosse proprio da ricercare nel fatto che il "grande pubblico" a cui punta la MARVEL oggi è sicuramente più gay friendly che in passato, ma non così gay friendly da digerire una rapprentazione troppo sexy - e velatamente omoerotica - di personaggi come la Torcia Umana e Falcon (di cui sono riuscito a recuperare gli schizzi preparatori che vi mostro qui sotto)...


Quindi, se è vero che adesso gli editori sono diventati molto più prudenti (soprattutto per quel che riguarda i temi legati alla sessualità e agli ammiccamenti sessuali) per non rischiare di giocarsi il pubblico occasionale che ultimamente è stato attirato da film e serial televisivi, cosa resta da fare a quegli autori che non vogliono adeguarsi a questo standard? Certo internet rappresenta una buona vetrina, ma se sentissero l'esigenza di riappropriarsi di uno spazio cartaceo svincolato dalla direttive dei grandi editori?

Forse tentare di ritagliarsi uno spazio altrove, magari riscoprendo il mondo delle autoproduzioni alternative, potrebbe essere un'idea... E forse è anche per via di questo clima molto particolare che - ad esempio - è partito il progetto della realizzazione di una raccolta di illustrazioni inedite ispirate all'estetica dei BARA MANGA e realizzate da disegnatori professionisti (e anche da disegnatrici, a riprova del fatto che - nonostante la teoria un po' sessista di Robbi Rodriguez - non tutte le disegnatrici esigono un ambiente professionale improntato alla più virginale pudicizia)... E tra gli altri, guardacaso, ci stanno lavorando Kevin Wada e Kristafer "Kris"Anka, ma anche Jacopo Camagni all'Italia...

Il titolo del progetto dovrebbe essere BURL&FUR e ci stanno lavorando Natalie Andrewson, Kris Anka, Jen Bartel, Andy Bennett, Amanda BurkeF ChooNico Delort, Woo DunRebekka Dunlap, Jacopo Camagni (Dronio)Coleman Engle, Shanen Pae (Epsee), Efrain Farias, W. Scott Forbes, Sophia Foster-Dimino, Michael GuiangNatalie Hall, Matt Howorth, Andrew Kolb, Tobias Kwan, Marccus, Mario ManzanaresJosh McKenzie, Nicole MilesAnna Pan, Leonard Peng, Guilherme Prieto, Gregory (Rum-Locker), Julia ScottKelly Smith, Jeremy Sorese, Nick Sumida, Babs Tarr, Daryl Toh, Dave Valeza, Cathryn VirginiaRoxie Vizcarra, Kevin Wada, Max Wittert, Greg Wright, e Jake Wyatt.

Il tutto dovrebbe vedere la luce intorno all'estate, e nel caso vi terrò aggiornati.

Non so perchè, ma ho il sospetto che BURL&FUR sarà solo la prima di una serie di inziative con cui gli autori americani di fumetti e illustrazioni proveranno a riappropriarsi della loro libertà creativa...

Speriamo in bene...

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4 commenti:

Dr. Deggus ha detto...

Il caso degli Spider-Butts e l'imminente arrivo di Burl&Fur sono proprio gli argomenti di speravo ti occupassi presto!
Mi sembra giusto anche fare i nomi di Ricardo Bessa, Irene Koh, Paul Reinwand, and Kevin Jay Stanton, i curatori veri e propri del progetto.
(Avrei messo i link ma sono una sòla con l'html)

Wally Rainbow ha detto...

Per non mettere troppa carne al fuoco volevo entrare nel dettaglio in futuro :-P Felice di esserti venuto incontro, comunque :-P

Orlando Furioso ha detto...

Giusto per parlare un po' francese, trovo che l'intervento di Robbi Rodriguez sia un cumulo di cazzate. Però, per carità, ognuno pensa e vive il fumetto come vuole. E costui mi sembra un bel bigottone travestito.
Per quanto mi riguarda, tutto - proprio tutto - ciò che ha detto Rodriguez è esattamente quello contro cui, nel mio minuscolo, mi batto.
Infine, le cover-burla di Cho sono uno spasso! :-D
Saluti, anche se non sono palestrato.
Orlando

H P L ha detto...

@ Orlando Furioso. Condivido in pieno. r. rodriguez ha una gran paura di essere licenziato notare tutte le volte che ribadisce il suo essere un "professionista" e del fatto che creda di poter "innalzare" il fumetto a nuove vette, come "mai come in questi ultimi decenni", e ci crede davvero... che poi con la frase "non mandiamo tutto a farsi fottere per il nostro attaccamento al vecchio modo di fare" mi sembra che stia cercando, senza riuscirci, di farsi passare lui per quello "progressista", e chi la pensa diversamente (tipo Cho, o noi...) imbecilli maniaci da "tette e pistoloni"...

Bel blog, complimenti.