Ciao a tutti, come va?
Come forse avrete notato spesso ci viene ricordato che l'Italia è un paese conservatore e tradizionalista, che è fondamentalmente maschilista e tendenzialmente sessuofobo, con una cultura profondamente cattolica e tutte le conseguenze del caso...
Pertanto è opinione abbastanza diffusa che sarebbe da pazzi non prendere in considerazione questa situazione quando si vuole lanciare un prodotto di intrattenimeno a larga diffusione, soprattutto nell'ambiente dell'editoria, e in particolare per quel che riguarda i fumetti... E sarebbe da ipocriti negare che questa è una delle ragioni per cui i principali editori di fumetti italiani scelgono di avere un approccio ben preciso - e poco progressista - su vari argomenti "delicati", tra cui la questione LGBT.
Se le cose stessero davvero così, quindi, un fumetto italiano per ragazzi (e cioè per un pubblico che arriva alla preadolescenza inoltrata) che tenesse in debito conto tutte queste variabili dovrebbe avere un successo crescente e duraturo, avendo il supporto della maggioranza delle famiglie e di un clima accondiscendente verso un certo tipo di approccio.
I fatti, però, sembrerebbero contraddire questa teoria.
Del caso di REAL LIFE della Disney Panini ho parlato abbondantemente nel 2015, fino alla sua grottesca conclusione (CLICCATE QUI), ma oggi vorrei concentrarmi su un altro caso che - a modo suo - è persino più emblematico... E cioè sul caso della chiusura del mensile Super G della Periodici San Paolo, che rivolgendosi soprattutto al pubblico dei "fedelissimi" di parrocchie e oratori, in teoria, avrebbe dovuto avere la strada spianata... E invece ha annunciato la sua chiusura col numero del gennaio 2016 (foto sotto), a poco più di due anni dal suo debutto.
Breve riassunto per i non addetti ai lavori: la Periodici San Paolo è il ramo "periodici" della Edizioni San Paolo, la casa editrice della congregazione religiosa nota some Società di San Paolo, che in vario modo si occupa di pubblicazioni "apostoliche" fin dal 1914. Infatti fin da allora viene gestita da personale consacrato. In poche parole produce editoria a prova di cattolico, e che promuove i valori cattolici: dal 1924 pubblica il settimanale a fumetti IL GIORNALINO e dal 1931 il più noto FAMIGLIA CRISTIANA. Possiede anche l'emittente Telenova e Radio Marconi.
Niente di male: al mondo c'è spazio per tutti...
Fatto sta che negli ultimi anni le vendite dei periodici San Paolo stavano calando (gli ultimi dati ADS de IL GIORNALINO risalgono al 2011 e parlano di 30.000 copie alla settimana, quando nel 2001 erano oltre 83.000), e così - dal 2013 - chi di dovere aveva pensato di rinnovare e ampliare le proposte dedicate ai fumetti, affiancando a IL GIORNALINO delle pubblicazioni per i bambini in età prescolare (come G Baby) e un mensile dedicato ai lettori più grandicelli: Super G, appunto, che doveva rivolgersi al pubblico dai 12 anni in su.
Sul numero di gennaio di Super G, però, è comparso un editoriale di commiato...
E gli abbonati hanno anche ricevuto una specie di lettera di scuse, visto che effettivamente la chiusura è avvenuta senza preavviso...
Ovviamente, come sempre accade in questi casi, la colpa è stata data alla crisi editoriale generale... Non certo alle scelte di Super G, o al fatto che non aveva idea di come agguantare il target che si era prefissato di raggiungere...
E men che meno è stato preso in considerazione il conflitto di interessi fra il suo essere "a prova di cattolico" e la sua necessità di risultare "intrigante" per chi entrava nella prima adolescenza dal 2013 in poi... Anche se è probabile che, dalle parti di Super G, dessero realmente per scontato che la situazione italiana di questi anni fosse quella di cui parlavo all'inizio di questo post... E che avrebbero avuto tutte le carte in regola per lanciare un prodotto di successo.
Evidentemente le cose non stavano così.
In realtà che l'editore avesse le idee un po' confuse si notava fin dal debutto della testata: sulla copertina del numero uno, infatti, compariva un anziano dall'aria sconsolata e in odore di santità... E come biglietto da visita non è che fosse proprio il massimo...
Tecnicamente era uno dei protagonisti del romanzo FROZEN BOY, scritto da Guido Sgardoli proprio per le Edizioni San Paolo nel 2011 (sigh), e avrebbe dovuto introdurre nel migliore dei modi il taglio editoriale del mensile: un storia a fumetti lunga e autoconclusiva ogni mese, affiancata da una selezione di storie ripescate dal grande serbatoio della casa editrice, ma anche da rubriche e racconti...
Però quanto poteva risultare accattivante una copertina del genere per il debutto di un mensile per ragazzi dai dodici anni in su?
In realtà, a parte alcuni fumetti italiani decisamente poco invitanti, la qualità delle storie presentate dal mensile era mediamente abbastanza alta, soprattutto quando ospitava autori stranieri. Infatti sulle sue pagine hanno trovato posto anche titoli raffinati come Jaybird dei fratelli finlandesi Lauri e Jaakko Ahonen, che ha vinto anche il Premio Gran Guinigi a Lucca 2014...
E la recente serie francese I quattro di Baker Street, che di fatto è uno spin-off dei romanzi di Sherlock Holmes (che in queste storie compare come personaggio secondario), avente come protagonisti i giovani informatori del detective più famoso di tutti i tempi...
Peccato, però, che questo materiale venisse inserito in un contesto inevitabilmente "oratoriale"... Che talvolta tracimava anche nelle storie italiane realizzate appositamente per SUPER G...
Riuscendo a mettere in secondo piano persino il pur pregevole recupero di alcune storie che avevano fatto onore alla Periodici San Paolo nel suo periodo d'oro... Come le iperrealistiche avventure de Il Commissario Spada, che si muoveva nell'Italia degli anni di piombo...
E le affascinanti peripezie aereonautiche di Petra Chérie durante la Prima Guerra Mondiale...
Storie e autori molto importanti, che però - è bene precisarlo - si rivolgevano ad un pubblico giovanile molto diverso da quello attuale... E infatti la sensazione è che, tanto per cambiare, questa rivista sia stata concepita da ex bambini di quaranta o cinquanta anni fa, che hanno proiettato le proprie aspettative su una proposta che si rivolgeva ai dodicenni di oggi... Dei dodicenni che evidentemente, per quanto possano essere cattolici, sono molto diversi dai dodicenni (cattolici e non) degli anni '60 e '70.
E infatti queste storie non hanno decretato il successo di Super G fra i ragazzini (e le ragazzine) di oggi. Anche perchè questo mensile, come buona parte dell'editoria a fumetti italiana degli ultimi anni, ha commesso il classico errore di confondere le esigenze narrative del pubblico a cui mirava con le ambientazioni dei fumetti che proponeva e l'età dei loro protagonisti.
Mi spiego meglio: Super G ha proposto anche saghe dedicate ai viaggi nel tempo...
E alla reintepretazione fantascientifica dei grandi classici come Moby Dick...
Puntando anche su un genere che in Italia è ampiamente sottovalutato, e cioè lo steampunk...
Ambientazioni tutto sommato intriganti per un pubblico giovane, e animate da protagonisti che in buona parte dei casi avevano l'età del target a cui Super G mirava, ma evidentemente ciò non è bastato...
Perchè le esigenze del pubblico dai dodici anni in su sono altre.
Nel suo saggio "IL MANGA - Storia e universi del fumetto giapponese" (se volete comprarlo su AMAZON potete CLICCARE QUI o sull'immagine sottostante e sosterrete questo blog), Jean-Marie Bouissou dedica un intero capitolo ad analizzare i motivi per cui i manga hanno tanta presa sul loro pubblico, e in particolare sui ragazzini dai dodici anni in su. Molto in sintesi dice che i manga, a differenza dei fumetti occidentali, hanno il merito di "elaborare" le più profonde pulsioni degli esseri umani (quello che in gergo psicologico viene definito l'Id), che sono molto diverse a seconda del sesso, dell'età e - soprattutto - del contesto socio culturale in cui queste due variabili interagiscono. Le ambientazioni particolari e l'età dei protagonisti possono aiutare, ma non sono quasi mai la chiave del successo di una storia... Anche perchè altrimenti basterebbe mettere un adolescente in un contesto fantastico per avere ottimi riscontri, ma non è così che funziona.
I ragazzini dai dodici anni in su hanno una serie di paure, incertezze e curiosità (anche sessuali), nonchè una buona dose di conflitti interiori e pulsioni contraddittorie nei riguardi del mondo adulto. E da una generazione all'altra questo insieme di caratteristiche può variare molto. Basti pensare al rapporto che può avere un dodicenne di oggi con la sessualità (e l'omosessualità), ad esempio, rispetto a quello che potevano avere i suoi fratelli maggiori, i suoi genitori o i suoi nonni.
I fumetti di Super G riuscivano a solleticare l'Id del pubblico a cui miravano? A quanto pare no... E la sensazione è che fossero pensati più che altro per solleticare l'Id della sua redazione, che evidentemente era composta da appassionati di fumetti che sono stati dodicenni molto tempo fa, e che infatti non hanno esitato a riproporre anche storie dal taglio molto vetusto... E totalmente avulse dalle esigenze narrative del giovane pubblico di oggi...
Anche perchè fino a qualche decennio fa poteva anche essere sufficiente un semplice fumetto di evasione per gratificare l'ego di un dodicenne, mentre adesso - che le occasioni di evasione sono molteplici, e i giovani sono circondati da stimoli e sollecitazioni di tutti i tipi - un fumetto che punta al successo dovrebbe lavorare su un registro completamente diverso rispetto al passato... E questo - per una casa editrice "apostolica" come la Periodici San Paolo - è sicuramente un problema...
Anche solo perchè un elemento molto ricorrente nelle storie pubblicate da Super G, ma anche da IL GIORNALINO, è rappresentato dal fatto che anche quando i protagonisti sono molto giovani ed intraprendenti non riescono ad andare da nessuna parte senza un adulto di riferimento a cui appoggiarsi. Ovviamente tutti questi "maestri di vita" sono perfettamente funzionali all'affermazione del principio cattolico secondo il quale, per quanto una persona sia onesta e virtuosa, non può e non deve mai fare a meno di padre spirituale di riferimento, alla cui autorità deve sempre rimettersi... Anche e soprattutto quando pensa di non averne bisogno.
E sicuramente questo risulta indisponente per buona parte del pubblico giovanile...
Anche perchè è più o meno l'opposto del messaggio che viene veicolato dai manga (che nel bene o nel male hanno rivoluzionato la percezione del fumetto per ragazzi), dove la presenza di maestri e figure di riferimento adulte serve giusto a dare il calcio d'inizio, ma in cui i giovani protagonisti devono comunque "farsi da soli", ponendosi spesso in conflitto con i limiti del mondo adulto per trovare la loro strada... Reinventando le regole per creare un mondo migliore e creando un processo di identificazione molto più intimo col lettore.
Tutte cose che gli adolescenti protagonisti di Super G non potevano certo permettersi di fare, perchè avrebbero veicolato un messaggio di indipendenza ed emancipazione molto poco in linea con i valori cattolici e conservatori che dovevano caratterizzarli.
Tantopiù che buona parte del materiale pubblicato da questo mensile era "riciclato" dalle pagine de IL GIORNALINO, che si rivolge a un pubblico dai 6 agli 11 anni... E nonostante quel "+12" che spiccava sulla copertina si può dire che Super G fosse un mensile a prova di bambino (cattolico), e che tutto sommato risultasse intrigante per un certo pubblico adulto molto nostalgico, mentre aveva un taglio abbastanza noioso e insipido proprio per chi affrontava la prima adolescenza... E cioè per il suo pubblico di riferimento.
E questo al di là dell'età media dei protagonisti, delle ambientazioni e della qualità delle storie in quanto tali.
E se a questo aggiungiamo le inevitabili iniziative propriamente "apostoliche"...
La non troppo occasionale promozione della cultura cattolica e dei suoi riferimenti pop come Don Camillo (anche se dubito che sia così noto alle nuove generazioni)...
E un lieve (ma neanche tanto) terrorismo psicologico nei confronti delle nuove tecnologie e delle ultime tendenze giovanili...
Direi che la frittata era annunciata fin dal debutto del mensile... Che non a caso si conclude con una storia adolescenziale abbastanza inverosimile a base di calcio e squadre miste... Dove trovano posto ragazzi e ragazze (???) di tutte le etnie, ma dove OVVIAMENTE non viene considerata nemmeno di striscio la possibilità di affrontare il tema dei giovani giocatori (e soprattutto delle giovani giocatrici) che iniziano a scoprirsi omosessuali...
Tutto questo per dire che, a ben guardare, il caso di Super G ha dimostrato che un certo approccio non paga più... Nemmeno quando si può contare sull'appoggio di un circuito distributivo pressochè esclusivo (la rete degli spazi cattolici) e su un pubblico già bello e pronto, e tendenzialmente bendisposto verso tutto quello che viene proposto in certi ambienti "sicuri".
Quindi ha ancora senso pensare che in Italia i fumetti debbano essere elaborati soprattutto in funzione di un ambiente conservatore, cattolico, sessuofobo e tutto il resto? Evitando di trattare certi argomenti nella speranza di conquistare un pubblico che sia il più ampio possibile? Evidentemente no, soprattutto se si vogliono intercettare nuovi lettori fra le nuove generazioni.
Anche perchè, giusto per fare un esempio pratico dell'anacronismo di certe scelte, se un giovane lettore andava a cercare "Super G" su Google si imbatteva, certo, nel sito ufficiale della rivista, ma subito dopo scopriva che da alcuni anni circolava in rete una web serie comico-demenziale con lo stesso nome - peraltro realizzata in Italia - incentrata su una coppia di superereoi gay (la trovate CLICCANDO QUI)!
Quindi direi che è evidente che i tempi sono cambiati, e che chi non riesce ad aggiornarsi deve pagare pegno. E questo varrà sempre di più anche per chi in Italia produce fumetti più "adulti"... Dato che, molto facilmente, i dodicenni che ora hanno snobbato Super G potrebbero diventare i ventenni che snobberanno i fumetti Bonelli fra otto anni, e per lo stesso genere di motivo: l'incapacità di proporre storie in grado di toccare le giuste corde emotive, puntando tutto su aspetti secondari (come il contesto in cui si muovono i protagonisti) e su un processo di identificazione molto superficiale...
Ma tant'è.
Quello che spiace davvero è che sembra proprio che la crisi del fumetto in Italia sia anche e soprattutto una crisi di contenuti, e che nei fatti non ci sia nessuno disposto a rischiare quel tanto che basta per invertire la tendenza, soprattutto fra le nuove generazioni.
Alla prossima.
4 commenti:
Io vedendo alcune delle copertine mi sono un po'... inquietato sinceramente: non mi attraggono molte delle copertine che propongono uno stile che vedo quasi impolverato. Io sono molto dalla parte dei manga e poco dal fumetto in stile "Tex", non mi è mai piaciuto quello stile perciò sono abbastanza di parte. Ricordo che leggevo (sempre di stampo cattolico), quando ero più giovane, il "Messaggero dei Ragazzi" e spesso c'erano storie che decidevo di leggere solo perché ormai avevo spulciato ogni pixel della rivista: racconti ambientati in conventi o che parlavano di figure sacre con uno stile per nulla accattivante. Li ho ripresi in mano recentemente e ho notato che, però, alcune storie le salvavo: un certo "College invisibile" che aveva disegni avvincenti e una trama molto carina, oppure "Capitan Bicipiti" che combatteva contro nemici dei fumetti americani rivisitati. In ogni caso, penso fossi sempre attirato dal punto di vista grafico prima di tutto, cosa che non ha prodotto la visione di queste copertine!
Penso che la differenza sostanziale sia nel fatto che Il Messaggero dei Ragazzi viene prodotto dai frati francescani di Padova, che sono notoriamente un prdine religioso "ribelle" e rivolto alla gente comune, mentre Il Giornalino e Super G arrivano dalla Società di San Paolo, che è alle dirette dipendenze del Vaticano e deve mantenere una certa forma "istituzionale". Personalmente la grafica di una delle storie de Il Messaggero dei Ragazzi, ColleVerde, mi era piaciuta così tanto che ne comprai una raccolta a una Lucca Comics di alcuni anni fa :-) Inoltre l'età media dei frati francescani è sicuramente più bassa di quella dei paolini, e anche questo aiuta a intercettare meglio il gusto dei giovani (il Messaggero dei Ragazzi ha un sito molto carino e una pagina facebook, cosa che Super G non aveva) :-)
Non sapevo di questa differenza tra i due, grazie per l'informazione! In effetti, anche tanti anni fa, il Messaggero dei ragazzi puntava molto sul sito ed è una cosa indubbiamente interessante per un pre-adolescente. Ora mi è ritornata la curiosità, vado a spulciarmi il sito!
C'è comunque di molto meglio in giro :-)
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