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lunedì 11 luglio 2016

PARALLELISMI MEDIATICI...

Ciao a tutti, come va?

Ogni tanto nella vita è bello avere delle certezze, come ad esempio il fatto che - anche in pieno luglio  - arrivano degli spunti interessanti per i miei post del lunedì... Quelli dedicati, nella maggior parte dei casi, alle anomalie della situazione italiana...

Oggi, per esempio, posso partire analizzando un episodio di censura di cui si è molto discusso nei giorni scorsi, e che è diventato un vero e proprio "caso" internazionale su vari social.

I fatti sono questi: Le regole del delitto perfetto (How to Get Away with Murder) è un serial americano proposto negli USA dal canale ABC. Si tratta di un legal thriller, che a quanto pare ha buoni riscontri di pubblico e critica. Ha debuttato nel 2014 e in Italia è arrivato per la prima volta (a pagamento) sul Canale FOX della piattaforma SKY, senza subire particolari opere di adattamento.

Fatto sta che, proprio la scorsa settimana, RAI 2 aveva deciso di iniziare proporre questa serie sul digitale terrestre, trasmettendo i primi tre episodi venerdì 8 febbraio a partire dalla prima serata...

E ha deciso di trasmetterla tagliando tutte le scene di sesso gay (baci compresi), ma mantenendo quelle di sesso etero... E considerando che in questo serial le scene di sesso (etero o gay che siano) hanno un'importante funzione narrativa (inquadrando i rapporti fra i vari personaggi e lo sviluppo della trama) si è trattato di uno scivolone notevole... Anche perchè la tipologia delle suddette scene di sesso gay non era diversa da quella di molte scene di sesso etero trasmesse da sempre in prima serata...
Fatto sta che, nell'era dei social, la protesta si è scatenata istantaneamente, e in maniera persino più virulenta rispetto al ben noto caso della censura della prima messa in onda del film Brokeback Mountain sulla RAI (nell'ormai lontano 2008)...

In quel caso - per avere un ripensamento da parte della TV di Stato - fu necessario l'interessamento dei TG di mezza Europa (e non solo), mentre con Le regole del delitto perfetto la valanga di lamentele via social è stato un fenomeno senza precedenti... Tant'è che nel giro di un giorno la notizia è giunta persino all'orecchio degli attori e dei produttori del serial, che - esprimendo pubblicamente il loro sgomento per quanto avvenuto e rilanciando la notizia presso la loro rete di contatti - hanno fatto aumentare esponenzialmente la viralità della protesta... A livello globale...
La direttrice di RAI 2, Ilaria Dallatana (foto sotto) si era inizialmente schierata dalla parte degli adattatori (e del loro senso del pudore), uscendosene con il seguente comunicato stampa:
«Non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time. Capisco l’irritazione, ma mi preme far notare che dopo anni e anni di serie esclusivamente poliziesche Rai2 ha cominciato a proporre titoli di diverso contenuto, quali Le regole del delitto perfetto e Jane the Virgin, che tratta di maternità surrogata. Anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure per il futuro. Come dimostrano anche le scelte fatte per i nuovi palinsesti, Rai2 sarà sempre più sensibile alla complessità del mondo contemporaneo».

Che però non ha fatto altro che inasprire i toni della polemica, facendo balzare l'hastag #RaiOmofoba ai primi posti... Al punto da spingere RAI 2 a riproporre i tre episodi non censurati nella prima serata di domenica, proprio in concomitanza con la finale dei campionati europei di calcio.

E anche questo, a modo suo, rappresenta un precedente importante. Sia per inquadrare il peso assunto dai social, sia per inquadrare la sensibilità del pubblico italiano di oggi nei confronti della rappresentazione dell'omosessualità nei media. Anche perchè, a quanto pare, nonostante la TV italiana sia sempre più orientata a soddisfare il  pubblico anziano e bigotto (che non ha ancora dimestichezza con le nuove tecnologie, e che quindi è molto più facile da accontentare senza porsi in conflitto con AgCom e associazioni cattoliche varie), c'è ancora della gente che vuole concedere una possibilità alla televisione tradizionale... E che giustamente pretende di avere un servizio che giustifichi la spesa per il canone RAI (che, ironia della sorte, quest'anno arriverà proprio a luglio, inserito nella bolleta della luce).

Come si evolverà la situazione ce lo dirà il tempo, anche se qualcosa mi dice che - per salvare capre e cavoli - presto RAI 2 sposterà Le regole del delitto perfetto in seconda o in terza serata... Anche perchè le lobby cattoliche e bigotte sono ancora estremamente influenti in ambito televisivo... E il fatto che la televisione italiana abbia un occhio di riguardo per il pubblico over cinquanta sicuramente complica le cose (per la prossima stagione RAI si parla già del ritorno di un Pippo Baudo ottantenne alla conduzione di Domenica In, e di uno show condotto da Lorella Cuccarini ed Heather Parisi... Due "showgirl" di 51 e 56 anni)...

Ad ogni modo, arrivati a questo punto, vi chiederete perchè ho fatto un report dettagliato dell'accaduto, visto che Le regole del delitto perfetto con l'immaginario pop c'entra molto poco...

In realtà penso che, al di là del caso specifico, questo episodio sia estremamente emblematico del più ampio cortocircuito mediatico che coinvolge il nostro paese, e di cui parlo spesso su questo blog. Lo stesso cortocircuito che, recentemente, ha spinto RAI 4 ad abbandonare (di nuovo) la programmazione di anime giapponesi per via dei bassi ascolti nel periodo estivo (e dell'alto numero di streaming illegali), dopo che la serie FAIRY TAIL era stata spostata dal primo pomeriggio alle ore 1.30 di notte... E viene davvero da chiedersi se tale spostamento non sia stato studiato proprio per fare abbassare definitivamente gli ascolti, onde avere un pretesto in più per sospendere la programmazione italiana con l'episodio 149...

Forse c'erano già stati degli ammonimenti da parte dell'AgCom? L'Aiart (l'associazione dei telespettatori cattolici, di cui potete sfogliare l'ultimo bollettino CLICCANDO QUI, con tanto di lamentele per la propaganda gay a Sanremo e del poco risalto dato al Family Day) era già andata sul piede di guerra? Il Moige (MOvimento Italiano GEnitori) aveva già iniziato a storcere il naso e a fare pressione sui dirigenti giusti?

Quel che si sa è che questa serie, prima di essere stata trasmessa da RAI 4, era stata acquistata da Mediaset già nel 2009 (CLICCATE QUI)... Anche se non era mai entrata in fase di doppiaggio... Forse Mediaset si era resa conto - in ritardo - che (con tutti quei seni prosperosi e tutta quella "violenza") era un prodotto a rischio multa AgCom e, onde evitare problemi, ha preferito lasciar perdere fino alla naturale scadenza della sua opzione sulla serie?

E RAI 4 ha  forse peccato di ingenuità, rilevandone i diritti senza avere l'esperienza di Mediaset in fatto di multe AgCom? Ha forse dato per scontato che, chiamandosi la serie Fairy Tail, non avrebbe avuto tutte quelle ragazze in bikini e quei combattimenti all'ultimo sangue?

Chissà...

Dopotutto lo streaming illegale è diventato un'abitudine non solo per quel che riguarda gli anime (anche se gli estimatori del genere, alla luce del trattamento riservatogli negli ultimi vent'anni, sono diventati molto esperti in fatto di canali "alternativi"), quindi viene il sospetto che si tratti davvero di una scusa...

Certo è che Le regole del delitto perfetto e FAIRY TAIL sembrano davvero i due lati della stessa medaglia, e l'anomalo trattamento che è stato loro riservato dalla stessa azienda a distanza di pochi giorni potrebbe indicare che a monte c'è un qualche tipo di collegamento che a noi comuni mortali non è dato conoscere. Forse le lobby cattoliche e reazionarie, che stanno perdendo sempre più terreno nel mondo reale, hanno iniziato a fare la voce grossa con le principali emittenti televisive nel tentativo di avere maggiore influenza sui contenuti dei palinsesti? Onde evitare che la TV italiana si adegui a dei cambiamenti già in atto, e nella speranza di non perdere altri consensi?

Chissà...

D'altra parte, come ho sostenuto più volte, ora il pubblico di un certo tipo di prodotto è molto attento e informato (e spesso è giovane, con una formazione culturale medio alta e tendenzialmente progressista), e non è più disposto a scendere a compromessi per accontentare le fasce di pubblico più bigotte e attempate... E questa situazione, evidentemente, sta mandando in tilt la televisione italiana...

Certo i primi a risentirne sono stati gli anime, ma solo perchè trattavano certi argomenti "eticamente sensibili" da sempre... Tuttavia era solo questione di tempo prima che il conflitto di interessi si estendesse ai serial TV, e diventasse palese con un prodotto come Le regole del delitto perfetto.

Tuttavia un altro dato interessante che emerge da tutta questa vicenda, secondo me, sono i parallelismi con la situazione del fumetto popolare italiano... Che in fatto di tematiche LGBT sembra voler adottare la stessa politica della RAI...

Con una sostanziale differenza.

Tutte le sue correzioni e le sue censure - in particolare sui contenuti LGBT - avvengono a monte sul materiale non ancora pubblicato (se non addirittura a livello di sceneggiatura), e pertanto i lettori non hanno un'idea precisa di cosa è stato tagliato e risistemato, e di cosa no... Anche se un occhio attento può effettivamente scovare delle incongruenze MOLTO SOSPETTE (CLICCATE QUI), che a volte possono addirittura essere confermate dagli stessi autori (CLICCATE QUI).

Tuttavia quello che è successo con Le regole del delitto perfetto dimostra che in Italia il pubblico gay friendly esiste ed è sempre più numeroso... Tant'è che ora riesce persino a mettere in difficoltà la RAI. Inoltre il pubblico più gay friendly pare proprio coincidere con quello più interessato all'intrattenimento seriale di qualità... E se la televisione italiana può tentare di aggirare il problema spostando certi prodotti in fasce orarie diverse, e riempiendo il palinsesto diurno di reality, quiz, rotocalchi e prodotti a prova di bigotti (e AgCom), gli editori italiani di fumetti NON possono ricorrere a queste strategie...

Quindi la loro unica opzione, a rigor di logica, dovrebbe essere quella di aggiustare il tiro... Magari dividendo le loro produzioni per fasce d'età e rinunciando gradualmente all'approdo sicuro (ma in via di estinzione) rappresentato dai lettori ultracinquantenni e con un'indole tendenzialmente conservatrice...

A meno che non vogliano perdere del tutto (e con un ritmo crescente) il loro pubblico potenziale, e in particolare quello giovane... Cosa che, peraltro, sembra accadere già da qualche anno...

In conclusione: quello che è successo in questi giorni dovrebbe essere visto come un monito da non sottovalutare per tutti coloro che si occupano di entertainment in Italia... Anche se ho paura che chi gestisce questo ambito preferirà indossare ancora i paraocchi e proseguire per la sua strada, fino a quando non sarà troppo tardi...

Ad ogni modo staremo a vedere quello che succederà.

Qualcosa mi dice che siamo solo all'inizio, e che seguire gli sviluppi di questa situazione potrebbe essere persino divertente...

Alla prossima.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti prego, non mi toccare la Cuccarini e la Parisi ��