Ciao a tutti, come va?
Si dice che in questo periodo dell'anno sono tutti un po' più buoni... Io però, che sono buono tutto l'anno, non noto questa grade differenza (^__^)... Ad ogni modo nel post di oggi devo ammettere che i miei toni saranno insolitamente ottimisti, soprattutto considerando l'argomento principale che ho intenzione di affrontare... Ovvero i primi, timidi, segnali di reale apertura verso le tematiche omosessuali da parte della casa editrice Bonelli.
Dove, per reale apertura, intendo una rappresentazione delle tematiche omosessuali che cerca di superare i soliti sterotipi e le solite situazioni che in un certo tipo di fumetto erano considerate imprescindibili ogni qualvolta si arrivava a presentare personaggi e argomenti legati al mondo gay. Mi riferisco, ad esempio, ai gay macchiettistici o intrinsecamente sfortunati, alle lesbiche sessualmente provocanti e/o predatrici, e - soprattutto - ai drammoni dietro l'angolo, alla vita sentimentale negata e al totale scollamento con la realtà contemporanea... Anche e soprattutto quando c'erano di mezzo storie ambientate in nazioni in cui - nella realtà - la comunità gay è molto più integrata e tutelata rispetto alla nostra.
Del numero 218 di Julia, in cui compare un omosessuale assolutamente nella media che parla con naturalezza dei suoi progetti di matrimonio, avevo già avuto modo di parlare... Così come del fatto che alla fine della storia il suo matrimonio aveva avuto modo di concretizzarsi in un "fuori scena" raccontato dalla protagonista...
Quello che non mi aspettavo è che sul secondo numero de Le Nuove Avventure di Martin Mystère (la serie con il protagonista ringiovanito) sarebbe comparsa Chandra Giordano, una ragazza di origini nepalesi che lavora al Museo del Cinema di Torino, che con una certa disinvoltura racconta di essere stata adottata da due mamme...
Ovviamente, dato che in Italia le coppie omosessuali non possono adottare, si presume che - nonostante il cognome - l'adozione di Chandra sia avvenuta all'estero e prima che lei iniziasse a vivere in Italia (e in effetti, considerando la situazione nepalese, è anche abbastanza improbabile che l'adozione sia avvenuta in Nepal)...
In ogni caso, nella seconda metà del 2016, in casa Bonelli abbiamo avuto i primi accenni al matrimonio gay e alle famiglie omogenitoriali... E, se a questo aggiungiamo il primo bacio fra due uomini (seppur dato in punto di morte) che si è visto nella serie di Nathan Never e la rappresentazione - senza particolari problemi - dell'intimità di una coppia omosessuale maschile (con tanto di pene non censurato) sulle pagine di LILITH, potrei essere tentato di supporre che, forse, qualcuno ha iniziato a pensare che fosse il caso di aggiustare il tiro su tutta la questione... Anche perchè la situazione iniziava a risultare un tantino imbarazzante (tantopiù che ora le coppie omosessuali possono unirsi civilmente anche in Italia).
Su Fumo di China 257, che viene distribuito proprio in questi giorni, trovate un mio articolo sulla storia delle tematiche gay nei fumetti italiani (un articolo che quelli della rivista mi hanno chiesto e richiesto con una certa insistenza, devo dire... Segno anche questo dei tempi che cambiano?), dove sostengo che le tematiche gay, nei fumetti italiani, hanno attraversato grossomodo tre fasi. Una prima fase in cui erano completamente sottotraccia, una seconda (partita intorno agli anni Sessanta) in cui di certe cose si poteva parlare solo strizzando l'occhio al pubblico eterosessuale e ai suoi pregiudizi (buoni o cattivi che fossero) e una terza fase (iniziata alla fine degli anni Novanta, e che finora si è sovrapposta alla seconda) in cui certi argomenti hanno potuto essere rappresentati in maniera più moderna e con cognizione di causa, e magari da chi ha avuto modo di averci a che fare direttamente...
Forse in Bonelli stanno provando ad uscire dalla seconda fase per avviarsi verso la terza???
Ovviamente non posso saperlo... Però, visto il calo di vendite e il mancato ricambio di lettori degli ultimi tempi, può anche essere che qualcuno si sia iniziato a porre delle domande.. E può anche essere che il nuovo direttore Simone Airoldi (che si è insediato proprio all'inizio di quest'anno... Tutta una coincidenza?) abbia deciso di avere un atteggiamento più permissivo rispetto ai suoi predecessori... Che, molto probabilmente, NON avrebbero permesso che si parlasse in maniera così disinvolta di matrimoni gay e famiglie omogenitoriali in un fumetto targato Bonelli.
Tant'è che i suddetti predecessori sono intervenuti più volte proprio per censurare accenni di questo tipo, sia a livello grafico che narrativo... E su questo blog ne ho parlato fino alla nausea, fornendo anche delle prove abbastanza inquietanti...
Probabilmente, sempre ammesso che le mie supposizioni siano corrette, questo non significa che d'ora in poi uno sceneggiatore che NON vuole parlare di questi argomenti in maniera moderna (o non ne è in grado) sarà tenuto a farlo, ma forse si può iniziare a sperare che chi vuole farlo non verrà più obbligato a modificare radicalmente le idee che aveva elaborato per le sue storie...
Anche se, ovviamente, solo il tempo potrà dirci se quello che si è visto ultimamente è davvero un primo segno di apertura o se è solo frutto di una singolare coincidenza.
Staremo a vedere.
Di certo di strada da fare ce n'è ancora tanta e gli arretrati da recuperare non sono pochi.
Alla prossima.
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