Una delle (poche) nuove conoscenze che ho fatto a Lucca quest'anno (a causa del casino totale e del tilt dei cellulari) è stata quella con l'illustratore romano Stefano Centonze, meglio noto come ONZE. Per la cronaca: è gay dichiarato e da quello che mi è parso di capire pensa che dichiararsi in certi ambiti possa fare bene anche ai lettori. E questo dimostra che gli artisti italiani gay con un po' di sale in zucca non sono poi così pochi. L'unico problema è che sono tutti dispersi e che il mondo gay non li valorizza come dovrebbe, visto che gli schemi mentali di chi rappresenta e gestisce i (pochi) riferimenti culturali della comunità GLBT italiana non contemplano di evidenziare nel modo migliore chi effettivamente potrebbe portare degli esempi concreti di come si può essere gay, realizzati e produttivi senza puntare sui soliti risvolti frivoli o su quelli politicamente impegnati. Sarò un idealista, ma per come la vedo io i tempi sarebbero maturi per cambiare le cose, anche perchè per fortuna ONZE dimostra che i tempi di J.C. Leyendecker sono lontani e che oggi è possibile entrare in un ordine di idee diverso. Ovviamente adesso vorrete sapere chi è J.C. Leyendecker, giusto? Se non sapete chi è non spaventatevi, io l'ho scoperto casualmente qualche mese fa, quando ho letto che è stato un illustratore-simbolo negli USA degli anni 20 e 30... E che era un omosessuale che, per forza di cose, doveva restare nascostissimo. La cosa curiosa è che i bellissimi modelli maschili per i suoi disegni (che, per inciso, facevano perdere la testa a buona parte delle ragazze che vedevano le sue illustrazioni), erano in realtà i suoi amanti. Uno in particolare era diventato la sua musa (e il suo compagno per diversi decenni): Charles Beach (un nome una garanzia). Personalmente trovo i suoi disegni pregni di un erotismo molto sofisticato e tutt'altro che fuori moda, e mi piange il cuore pensando che - secondo alcuni esperti - avesse realizzato anche una gran quantità di disegni sessualmente espliciti che sono stati bruciati dopo la sua morte (pare che lo avesse richiesto nel suo testamento, ma in questi casi il dubbio è d'obbligo). Di buono c'è che negli Stati Uniti c'è una vera e propria cultura dell'illustrazione e della pop-culture, tant'è che proprio quest'anno è stata pubblicata un'antologia dedicata a questo artista (che io mi sono provvidamente fatto arrivare). Sta di fatto che, siccome mi auguro che l'Italia del 2008 - per messa male che sia - offra comunque più possibilità agli artisti gay che non gli USA degli anni 20, forse sarebbe davvero il caso che i suddetti artisti avessero più possibilità per esprimersi liberamente. E se non c'è nessuno che punta su di loro, forse dovrebbero essere loro a fare corpo... Sempre ammesso che ci sia un pubblico disposto a sostenerli. Voi che ne pensate?
In attesa dei vostri commenti vi lascio con una gallery dei lavori di J.C. Leyendecker, ovviamente attendo i vostri commenti anche su questo artista...
2 commenti:
porca
di
quella
puttana
maledetta
ladra
!
io ti devo intitolare un giorno di festa sul calendario per cosa m'hai fatto scoprire oggi.
ste cose nutrono e fanno capire (a me) quanto mazzo mi devo fare prima di alzare la testa dal tavolo da disegno.
grazie,
mak
Felice di averti fatto conoscere qualcosa in più :-) Comuqnue San Valeriano sul calendario c'è già, tant'è che è stato spulciando il calendario che i miei genitori hanno scelto che nome darmi (vito che il nonno paterno ha avuto il buon gusto di non volere che avessi il suo nome, ovvero Triestino)... Ma tu c'eri a Lucca???
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