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lunedì 11 marzo 2013

DRUMMER FOREVER!

Ciao a tutti, come va?
Oggi vado a segnalarvi un'iniziativa molto interessante, che in effetti può dare l'idea di come può essere diversa la storia della comunità gay americana da quella della comunità gay italiana... E di come la storia in questione sia considerata in maniera differente da queste due nazioni. Se siete molto giovani, probabilmente, non avrete molti ricordi legati alla stampa gay italiana (perlomeno per quel che riguarda la stampa gay da edicola), e se siete un po' grandicelli magari ricorderete qualcosa, ma difficilmente la riuscirete ad associare a qualche artista in particolare... Anche perchè la stampa gay italiana non ha mai puntato granchè sull'arte, l'illustrazione e il fumetto... A parte la sporadica e occasionale partecipazione di qualche artista italiano (tipo Graziano Origa) e la pubblicazione piratata di qualche artista straniero.
In particolare le riviste gay erotiche e pornografiche italiane sembravano non avere alcun reale interesse per la valorizzazione e la promozione degli artisti italiani, che magari avrebbero voluto avere qualche spazio per cimentarsi con fumetti e illustrazioni omoerotiche... E forse è anche per questo che un Tom of Finland italiano, di fatto, non c'è mai stato. Ovvio che, mancando di una dimensione artistica degna di nota, la suddetta stampa gay italiana ha un motivo in meno per essere ricordata... Abbastanza diversa, invece, è stata la situazione della stampa gay americana, sia per quel che riguarda le riviste impegnate (come THE ADVOCATE, che per anni ha dedicato spazi fissi a diversi fumetti a puntate) che per quel che riguarda le riviste erotiche (che hanno lanciato diversi illustratori che hanno segnato l'immaginario omosessuale americano, e non solo)...
E questo spiega perchè alla galleria Antebellum di Hollywood sta per partire una mostra che celebra gli artisti lanciati dal magazine DRUMMER, vero e proprio magazine cult, che dal 1975 al 1999 - partendo da San Francisco - ha contribuito, e non poco, alla redifinizione dell'immaginario erotico omosessuale... In particolare per quel che riguarda la scena leather e sadomaso... E in generale per quel che riguardava il lato più virile dell'erotismo gay.
Il caso di DRUMMER è abbastanza emblematico di come poteva essere diverso il modo di intendere la stampa gay negli USA rispetto a quanto avveniva da noi: con i suoi spazi fissi dedicati a fumetti, illustrazioni ed artisti più o meno promettenti... Che peraltro attraverso queste riviste potevano ricevere ulteriori commissioni e acquisire un numero di estimatori sufficiente per permettergli di far quadrare i conti a fine mese. Il tutto mentre, più o meno consapevolmente, contribuivano a dare un forte senso di identità culturale e di legittimazione all'immaginario erotico gay...
Sembra una cosa da poco, ma visti i risultati determinati dall'assenza di questo tipo di approccio sulla scena italiana, direi che solo ora ci possiamo rendere pienamente conto di quanto sia stato importante negli USA. E infatti, come volevasi dimostrare, l'arte proposta e promossa da DRUMMER si è guadagnata una bella mostra che partirà a breve, presentando i lavori di artisti come A. Jay, The Hun, Bill Ward, Chuck Arnett, REX, Tom of Finland ed Etienne... Senza dimenticarsi del contributo di fotografi come Robert Mapplethorpe (che vedete in un famoso autoritratto qui sotto)...
C'è da scommettere che iniziativa come questa contribuaranno alla riscoperta di molti artisti che per lungo tempo sono stati sottovalutati, e che recentemente - grazie anche agli appassionati che si sono ritrovati su internet - hanno iniziato ad avere la considerazione che meritano... Come, ad esempio, è recentemente avvenuto nel caso di Rex, che ha appena avuto un bella monografia pubblicata dall'editore Bruno Gmuender...

Di tutto questo modo di intendere l'arte e l'illustrazione gay, purtroppo, in Italia non abbiamo traccia, e forse questo dipende (anche) dal fatto che veniamo da almeno quarant'anni in cui - purtroppo - gli omosessuali italiani hanno preferito stare nascosti e, di conseguenza, hanno preferito non dare nell'occhio esprimendosi attraverso produzioni artistiche dichiaratamente gay... E, ovviamente, il fatto che la stampa gay italiana preferisse non investire su questo genere di prodotto (preferendo, al limite, piratare artisti stranieri) ha fatto il resto. D'altra parte senza le basi offerte dagli artisti pubblicati sulla stampa gay americana, il mercato dell'arte omoerotica probabilmente sarebbe molto diverso (e molto più limitato), e ora non avremmo delle gallerie d'arte specializzate... Che magari danno spazio ai pionieri di DRUMMER...
Morale della favola: chi semina raccoglie, e se in Italia non si organizza niente del genere un motivo c'è... Ovviamente questo non significa che le cose non possano cambiare, prima o poi... Anche se, evidentemente, bisogna recuperare un po' di tempo perduto...
Voi che ne pensate?

2 commenti:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Purtroppo anche in questo campo in italia non c'è ancora la volontà di fare soldi attraverso la cultura.

Wally Rainbow ha detto...

Ma d'altra parte non ci sono nemmeno abbastanza proditti culturali gay da monetizzare :-)