Ciao a tutti, come va?
Oggi parto col segnalarvi che dal 18 maggio approda su RAI 4 (ogni domenica alle 15,30, ma sicuramente sarà anche disponibile sul web) la seconda stagione FUMETTOLOGY, serie di approfondimenti dedicata ai "miti del fumetto italiano". Quando a suo tempo annunciai la prima serie dissi che ero rimasto un po' perplesso dalla scaletta (CLICCATE QUI), e che temevo che si sarebbe glissato sugli elementi LGBT di alcuni personaggi (cosa che - almeno nel caso di Nathan Never - non è avvenuto). In questa seconda serie, però, invece di una puntata di mezz'ora a ciascun "mito" ne verranno dedicate due. Quindi ci saranno due puntate dedicate a: Zerocalcare, Rat-Man, Magico Vento, Gipi, Cattivik, Ken Parker, Andrea Pazienza, Topolino, Hugo Pratt e Orfani...
Ora: secondo me è molto bello che ci siano due puntate di mezz'ora dedicate a dei singoli autori (e non a dei singoli personaggi), ed è interessante che si punti l'attenzione su personaggi mediamente più "attuali" e reperibili rispetto a quelli di cui si è parlato nella prima stagione, tuttavia c'è almeno una cosa che non mi quadra... A che pro dedicare due puntate di mezz'ora a ORFANI? Nel senso che, in una serie di documentari incentrati su nomi che hanno fatto la storia del fumetto italiano (nel bene e nel male), è stata inserita una serie che ha debuttato meno di un anno fa e che sta suscitando ancora reazioni molto contrastanti...
Una serie di cui ho parlato diverse volte anche qui perchè, nonostante la sua pretesa "innovazione", ha sempre confermato un approccio tremendamente "classico" (nel senso peggiore del termine) a tutta una serie di situazioni... Peraltro contraddicendo - in questo - le sue stesse fonti di ispirazione dichiarate (e cioè i film di fantascienza bellica e i videogames di ultima generazione), che - a differenza sua - hanno sempre avuto una certa tendenza ad infrangere i tabù che in Bonelli si tengono ancora ben stretti... Per tutta una serie di motivi: dal fatto che non vogliono perdere i loro numerosi lettori dai gusti retrò (che spesso si sentono in dovere di comprare TUTTE le loro testate) al fatto che non vogliono ASSOLUTAMENTE suscitare polemiche o contrasti con i poteri forti del nostro paese (e, più in generale, con la mentalità italiana che - evidentemente - reputano ancora preponderante).
Ognuno può fare le scelte che crede, per carità, ma poi in un contesto culturalmente onesto dovrebbe subirne le conseguenze... Magari non finendo sullo stesso piano di Rat-Man o Andrea Pazienza, che innovatori lo sono stati sul serio, o anche solo sullo stesso piano di Magico Vento e Ken Parker, che hanno avuto anni per consolidare il loro status di "mito". Definire un fumetto "mito" solo perchè è la prima serie a Bonelli interamente a colori, o perchè è la prima a prendere spunto (in maniera anche un po' approssimativa) da un certo tipo di fantascienza, mi sembra alquanto surreale. Parlo di questa questione su questo BLOG perchè, dal punto di vista LGBT in particolare, questa serie - finora - si sta rivelando uno straordinario ricettacolo di occasioni sprecate. Del fatto che si notasse fin da subito una certa repulsione per le opzioni LGBT avevo già parlato (CLICCATE QUI), ma col progredire della serie non ho potuto fare a meno di notare una certa tendenza anche alla reiterazione di alcuni tipici tabù del fumetto popolare italiano, a discapito - come vi dicevo - delle presunte fonti di ispirazione così "d'avanguardia" di ORFANI. A partire dal tabù del nudo maschile. Prendiamo, ad esempio, il film STARSHIP TROOPERS (1997), punto fermo nel genere, e la sua scena cult nelle docce...
Maschi adulti nudi (che peraltro in una società futura fanno la doccia assieme alle commilitone senza problemi), in un contesto tipicamente militare e cameratesco, creato (anche) per suscitare degli stimoli di un certo tipo nello spettatore, ma soprattutto per accentuare le scene cupe, tragiche e totalmente prive di eros e/o umanità. In questo caso il nudo maschile, oltre a stuzzicare chi lo apprezza, ha una funzione narrativa tutt'altro che gratuita, perchè rende più "umani" i marines spaziali, anche attraverso un clima episodicamente più "leggero", e favorisce una certa identificazione con lo spettatore. Scene simili, o comunque con una funzione simile, oggi vengono utilizzate anche in alcune sequenze di videogiochi come MASS EFFECT...
Ora: in ORFANI scene di questo tipo con maschi adulti nudi non sono presenti, ma in compenso nel numero tre c'è una lunga sequenza che coinvolge due dei protagonisti in versione "ragazzini incarogniti" che se le danno di santa ragione nelle docce comuni...
Premesso che questa sequenza potrebbe entrare negli annali del fumetto italiano per l'ingegno del disegnatore Gigi Cavenago (che conosco e saluto), che in un contesto del genere è riuscito a non mostrare nemmeno uno scorcio di pudenda senza apparenti forzature, non ho potuto fare a meno di pensare che la suddetta sequenza sia stata pensata e concessa proprio nella misura in cui non mostrava uomini adulti nudi. Nel senso che, presumo, in un contesto maschilista ed eterosessista (perchè tale è quello del fumetto popolare italiano) mostrare ragazzini nudi che si menano possa essere più tollerabile che mostrare adulti nudi che sotto le docce si rilassano. Stesso discorso si può applicare nel numero sei della serie, in cui c'è un'ulteriore rissa fra i due ragazzini, uno dei quali si aggira nudo e privo di controllo dopo un'esperimento andato male...
In questo caso c'è anche l'uso del colore che contribuisce a rendere più alienante e impersonale la scelta di ricorrere ad un nudo integrale che - a questo punto - risulta tutto sommato insignificante. Resta il fatto che, anche in questo caso, si ha la sensazione che questa scelta strategica sia stata fatta in funzione di un retropensiero tipicamente italiano. Tant'è che nel primo piano del pube nella terza tavola, durante la ginocchiata volante, non solo i genitali sono oscurati, ma sono stati proprio rimossi onde evitare anche il più piccolo rischio di "scandalo". A parziale conferma di questa teoria c'è anche il fatto che - casualmente - tutte le scene in cui i protagonisti si sottopongono a visite mediche, esperimenti o altre situazioni che richiedono un certo livello di nudità (ma che - guardacaso - concedono sempre di tenere addosso almeno uno slippino), riguardano quella parte della vicenda ambientata nella loro preadolescenza. Ovviamente sempre con sottofondi cupi e inquietanti, giusto per andare sul sicuro. La cosa ironica è che, anche ammesso che non faccia parte della tradizione del fumetto popolare italiano mostrare nudi maschili integrali, nemmeno sotto le docce, oggi scene di questo tipo in edicola arrivano comunque, visto che una scena di rissa sotto la doccia fra maschi adulti - guardacaso - si è vista proprio in questi mesi sul numero uno della versione da edicola di Juan Solo, fumetto franco belga edito dall'Editoriale Cosmo (sulla cui politica editoriale tornerò a parlare presto)...
Sorvolando sul fatto che Juan Solo ha la coda (che poi è il motivo scatenante della rissa), non mi sembra che questa pubblicazione abbia infranto alcuna legge o si sia attirata le ire di nessuno... Certo chi compra Juan Solo non è detto che sia il tipico lettore bonelliano, cresciuto con tutta una serie di tabù fumettistici, però non è nemmeno detto che anche i lettori di ORFANI siano (solo) i tipici lettori bonelliani. Quindi ORFANI, più che altro, ha il merito di sollevare tutta una serie di interrogativi sul concetto di "innovazione" nei fumetti bonelliani, e più in generale nel fumetto popolare italiano, ma da qui a considerarlo un "mito" da inserire in un ciclo di documentari RAI direi che ce ne passa... C'è da dire che, a fronte di un grande investimento economico, con questo esperimento la Bonelli non ha comunque riscontri stratosferici a livello di guadagni (si parla di un pareggio scarso), e forse ha provato a parlarne anche in RAI per cercare di risollevarne le sorti... Chissà...
Certo è che la situazione così com'è risulta alquanto fastidiosa.
Alla prossima.
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3 commenti:
Docce comuni si scrive senza la "i" e i cardinali ecc non sono poteri forti del nostro paese. Sono politici di uno stato estero: il Vaticano. Cerchiamo di tenerlo bene a mente e cominciamo un po' a metterli al loro posto, se non altro con i termini giusti e dando loro l'importanza che meritano... ovvero nessuna.
Vero è che se al parere dei suddetti rappresentanti di uno stato estero (che però vengono considerati molto influenti sull'elettorato dai politici italiani)venisse data meno importanza, ora questo paese avrebbe un sistema legislativo molto più avanzato su diverse questioni... Senza contare il loro influsso più o meno diretto su una quantità di aspetti della cultura italiana, compresi i nostri media e i fumetti prodotti in Italia. Poi bisognerebbe vedere, in effetti, quanto il Vaticano influisce sulla mentalità italiana, e quanto sia la mentalità italiana ad essere restriva dando spazio al Vaticano di conseguenza. Probabilmente è un cane che si morde la coda.
Esatto. E l'unico modo per uscirne è cominciare a vedere il Vaticano come ciò che è: un altro paese che nulla c'entra col nostro. Ma d'altronde questo è il paese in cui il movimento gay spera che il nuovo papa di turno sia a favore dei matrimoni gay e si lamenta quando scopre che non è così. Dobbiamo smetterla di rivolgerci a loro: noi siamo italiani, non del Vaticano... le nostre situazioni legali e politiche non devono avere a che fare con la chiesa
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