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mercoledì 28 maggio 2008

LA RIFLESSIONE DELLA SETTIMANA

Cosa sono i fumetti popolari? Si tratta di quei fumetti che mirano a un target il più ampio possibile, con costi bassi e attraverso canali accessibili a tutti. Nel nostro paese l'offerta di fumetti Made in Italy è monopolizzata da decenni dalla Disney (quella di Topolino) e dalla Bonelli (quella di Tex, Dylan Dog, ecc), e ogni qualvota sono stati fatti dei tentativi per intaccare questo duopolio non sono andati particolarmente bene, a parte forse alla Star Comics, che da anni produce serie di taglio "bonelliano", come si dice in gergo, e ha persino rilevato un titolo che alla Bonelli non interessava più (ovvero Jonathan Steele). E' rimasto anche qualcosa dei tascabili degli anni 60 e 70, e qui mi riferisco a Diabolik e Alan Ford, ma ormai hanno un target abbastanza selezionato, e da diverso tempo si trovano ai margini della cultura popolare (mentre una volta se ne facevano portavoce). Sia come sia tutti i fumetti popolari italiani hanno qualcosa in comune: sono ripiegati su loro stessi da diversi decenni (a parte forse RAT-MAN...Ma quello è un caso a parte). Inoltre, salvo rarissime eccezioni, questi fumetti cercano sempre di tenersi ben lontani dalle polemiche e dalle provocazioni, anche da quelle intelligenti e stimolanti. Anche quando provano a riallacciarsi a fatti di cronaca e tematiche di attualità lo fanno in maniera abbastanza vaga, col solo intento di attirare nuovo pubblico e senza prendere una posizione troppo diretta. Esemplare è il caso del numero di Diabolik del gennaio 2007, in cui si parlava di omosessualità: qui i protagonisti, Diabolik ed Eva Kant, mostravano molta comprensione e tolleranza, ma badavano bene di non approfondire troppo il discorso o di schierarsi troppo a favore della categoria in quanto tale (limitandosi ad aiutare e sostenere le ragioni di un loro amico gay rimasto vittima di un complotto), tutto questo proprio per evitare di spiazzare, provocare o "turbare" eccessivamente il lettore...Anche se poi le proteste dei lettori omofobi ci sono state comunque.
L'impressione generale è che nei fumetti italiani - come in tutta la stampa del nostro paese - ci sia una sorta di "linea politica" da non oltrepassare, finalizzata a rassicurare il lettore e a non fargli mettere in discussione lo status-quo delle cose. Interessi? Prudenza? Chi lo sa! Tutto questo per dire che negli Stati Uniti, forse, si può addirittura eccedere in senso opposto. La DC Comics (la casa editrice che pubblica Superman e Batman), ha deciso che in vista delle elezioni presidenziali di questo autunno pubblicherà una miniserie "politica" in cui i suoi supereroi più famosi prenderanno posizione nei confronti dei due schieramenti in corsa, diventando testimonial dei due schieramenti, coerentemente con le loro convinzioni. Ovviamente in questa miniserie non ci saranno i candidati "reali", ma dei candidati immaginari. Tuttavia i due partiti saranno quelli veri, con tutti i loro pro e contro, e sarà interessante vedere come i supereroi DC metteranno in luce il lato conservatore e/o progressista degli USA di oggi. La cosa interessante è che la DC Comics ha sempre rappresentato l'editore di supereroi più "conservatore", mentre la Marvel quello più "progressista" (è stato il primo a introdurre supereroi di colore e supereroi gay dichiarati), ma da qualche anno a questa parte il confine si è fatto più inconsistente (basti pensare che nell'universo DC il supercriminale Lex Luthor è stato eletto Presidente degli USA ed è rimasto in carica per tre anni!). Segno, questo, che evidentemente negli Stati Uniti viene ancora dato un certo peso alla pluralità delle opinioni, e questo si riflette anche nel mondo del fumetto. Due anni fa anche la Marvel si era data alla politica con una saga chiamata CIVIL WAR, in cui il governo americano obbligava tutti i supereroi a dichiarare la loro identità segreta per tenerli sotto controllo, finendo per dividerli in due grandi fazioni: una filo-governativa e una "ribelle", che peraltro si sono scontrate con perdite e drammi da ambo le parti. Sarebbe bello se che anche da noi ci fossero fumetti di questo tipo, che non siano solo letture di evasione, ma che diano spunti di riflessione concreti partendo dai problemi reali...Ovviamente non mi riferisco alla nostra situazione politica, che è talmente grottesca da rendere improponibile l'idea di usarla come fonte di ispirazione per qualsiasi produzione culturale...Piuttosto mi riferisco ai disagi, alle paure e alle speranze degli italiani di oggi. Quelle vere però! O al limite riconducibili a situazioni reali! Non quelle vissute da Tex nel vecchio West, da Dylan Dog a Londra o da qualche altro personaggio in qualche altro luogo esotico o surreale...Possibile, poi, che nessun fumetto popolare italiano sia ambientato in Italia??? A questo punto non mi stupisce affatto che nel nostro paese i fumetti popolari stentino a parlare di temi gay...Probabilmente il motivo sta anche nel fatto che i nostri fumetti, come buona parte dei nostri media più popolari (dai quotidiani, alla televisione), sono totalmente dissociati dalla realtà...Sia da quella italiana sia da quella delle città straniere in cui vivono i loro protagonisti. Prendiamo Dylan Dog, ad esempio. Dal 1986 indaga sui più angoscianti e truculenti fenomeni paranormali vivendo a Londra...Ma lo avete mai visto passeggiare per Soho? Qualche ragazzo per strada ci ha mai provato con lui, anche in considerazione del fatto che è ricalcato sulla fisionomia di Rupert Everett? Sullo sfondo di qualche vignetta ci sono mai state coppie gay che passeggiavano mano nella mano, o magari si baciavano? Io non ne ho mai avuto notizia, e voi? D'altra parte riguardo a certe cose la nostra stampa e gli organi di informazione non sono da meno, presentando una realtà artefatta ed uso e consumo di talmente tanti interessi e compromessi che non ha neppure più senso stare qui ad elencarli... E così, paradossalmente, diventano più verosimili, stimolanti e pluralisti i fumetti di supereroi per gli americani che non i telegiornali per noi italiani...E voi cosa ne pensate?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh, finalemnte e' ricominciato Troy. Ma come? Dopo tutta questa attesa, una sola misera vignetta???
Minimo minimo, con tutto il tempo (settimane) che abiamo aspettato , un 5 o 6 vignette erano d'obbligo!!

Unknown ha detto...

O mamma , d'obbligo proprio no però sarebbero state molto apprezzate.
COM volevo riallacciarmi alla questione fumetti popolari .
Nel nostro Bell paese tanti sono i problemi molti dei quali provocati o com conseguenza dal pensiero retrogrado e Molto "perbenista" che vive e regna in Italia. Vuoi per la nostra cronologia vuoi per come pensiamo , o vuoi ma proprio esagerando e usando molto ma molto fantasia l'influenza del Vaticano col suo pensiero "Liberale" siamo rimasti indietro nell'evoluzione del pensiero e della libertà che ne scaturisce. gli stati uniti sono indubbiamente avanti anni luce , sia perche hanno scolpito nel dna la liberta di pensiero e azione sia perché su di un numero cosi vasto le percentuali sono a loro favore .

Anonimo ha detto...

matt, hai ragione, ma in parte, giusto che siamo perbenisti, che abbiamo mil Vaticano che si impone prepotentemente mettendo bocca su tutto, ma in Italia, vale la regola, si dice, ma non si fa...
Sai quanti sposati, con figli, vanno a trans, a lucciole o cercano gli "ometti" al parco???

Anonimo ha detto...

Valeriano suvvia, tutto 'sto fiorire di personaggi gay nel fumetto americano io proprio non lo vedo. C'e' sempre il personaggino qui, il supereroino la', ma quanto a veri protagonisti o almeno comprimari? 'ndo stanno?
Dylan Dog è chiaramente omofobo perchè così è Sclavi (se non è omofobo sicuramente non è neanche simpatizzante, ricordo ancora un albo dei primi incentrato sull'argomento che mi fece arrabbiare).
Pero' non dimentichiamo un quasi protagonista bonelliano, ovvero Legs Weaver. Nell'ultimo Universo Alfa abbiamo fatto un grande passo avanti. Bisogna ancora lavorarci, ma MAGARI fossero tutti come Legs dove l'aspetto omosessualità è puramente accessorio (come per qualsiasi personaggio etero, è accessorio con chi va a letto). A me non interessa leggere un fumetto perche' a un personaggio capitano cose gay, ma un fumetto dove capitano cose a un personaggio gay. Questo è il segreto per la fine della discriminazione (scusa ma a me Rainbow non piace).
Andrea (PG)

Wally Rainbow ha detto...

Che bello! Una voce fuori dal coro! Siccome sollevi tanti punti interessanti magari ti dedico un post più avanti :-)

gatz76 ha detto...

Leg weawer nella serie a lei dedicata dopo le prime puntate in cui non si capivano le sue tendenze sessuali e pian piano uscita allo scoperto e non ha più fatto mistero della propria omosessualità.

La cosa che mi da pensare è che non l'ha mai sbandierato, tanto è vero che a volte Legs non viene citata tra le eroine lesbiche del fumetto italiano.
Questo perchè la Bonelli ha mai fatto pubblicità alla cosa! O ha addirittura fatto di tutto perchè non si sapesse in giro (sul Corriere, Repubblica, portali) e non rovinare la propria reputazione? sarebbe triste ma credo che sia questa la politica della Bonelli

Anonimo ha detto...

actarus: è vero, ma resta il fatto che TUTTI i lettori di nathan never sanno che è lesbica. Quanto allo sbandierarlo, indipendentemente dalle motivazioni (sicuramente pacatamente e aziendalmente non condivisibili), potrebbero avere fatto bene, perchè in quel caso non sarebbe più un personaggio "cool" che accessoriamente è gay, ma un personaggio incasellato nella sua sessualità.
Andrea (PG)

Unknown ha detto...

X Apollo :
il mio discorso non esclude il tuo anzi ne è sostenitore . Il senso delle mie parole è che le così dette "Persone Perbene" demigrano e condannano l'omosessualità per poi esserne ,nell'ombra, grandi consumatori